“La storia” è uno dei romanzi che più mi ha emozionato; è triste constatare quanto le vicende narrate siano un tema sempre attuale. Mi viene in mente ogni volta che leggo le sconvolgenti notizie sulle guerre che insanguinano il pianeta o che vedo le immagini scioccanti dei bombardamenti in Siria. Leggiamolo, rileggiamolo e facciamolo leggere ai nostri figli.
Nel 2012 è uscita la biografia che vi segnalo, per chi vuole conoscere questa scrittrice dalla rara sensibilità: “La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e scrittura” di Graziella Bernabò, editore Carocci.
“Una delle possibili definizioni giuste di scrittore, per me sarebbe addirittura la seguente: un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, fuorché la letteratura.” E.M.
“La storia” è la storia di Ida, dei suoi figli, dei suoi vicini di casa, di quelle persone che incontrerà nelle sue peregrinazioni, dei romani, degli italiani: è la Storia.
“Ida era rimasta, nel fondo, una bambina, perché la sua precipua relazione col mondo era sempre stata e rimaneva (consapevole o no) una soggezione spaurita. I soli a non farle paura, in realtà, erano stati suo padre, suo marito, e più tardi, forse, i suoi scolaretti. Tutto il resto del mondo era un’insicurezza minatoria per lei, che senza saperlo era fissa con la sua radice in chissà quale preistoria tribale. E nei suoi grandi occhi a mandorla scuri c’era una dolcezza passiva, di una barbarie profondissima e incurabile, che somigliava a una precognizione.”
Ida, con i suoi due figli, si trova di fronte al grande mostro: la guerra, e con le sue sole forze, ne passerà attraverso, perdendo tutto, mentre attorno a lei morte, distruzione, tragedie immani si compiono.
Alla fine, dopo che tutto si è compiuto, lei è là, seduta nella sua stanza, ma assente.
“Stava seduta, con in grembo le mani raccolte, che ogni tanto muoveva intrecciandole come per giocare, e in volto lo stupore luminoso e sperduto di chi si sveglia appena e non riconosce ancora le cose che vede. A parlarle, faceva un sorriso ingenuo e mansueto, pieno di serenità e quasi di gratitudine; ma era vano attendersi da lei qualche risposta (…) Coi ciechi, coi sordomuti è possibile comunicare; ma con lei, che non era né cieca né sorda né muta, non c’era più comunicazione possibile.”
“La Storia, si capisce, è tutta un’oscenità fino dal principio.”
L’incipit del romanzo lo potete trovare nella sezione Incipit d’autore
Io invece ti segnalo quest’altro libro molto emozionante: https://wwayne.wordpress.com/2016/03/20/un-viaggio-memorabile/. L’hai già letto?
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no, lo cerco. grazie per la segnalazione, ciao
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Grazie a te per la risposta! 🙂
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bello il tuo blog! condivido il tuo approccio e ti seguirò!
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La stima è assolutamente reciproca, e quindi ti ricambio prontamente il follow! 🙂
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La citazione della Morante sull’ oscenità della Storia che riporti a conclusione del tuo commento evidenzia in pieno quanto la Storia e in generale la realtà fossero sempre, per la Morante, un luogo guastato dalla stoltezza degli uomini. Per questo il
sogno, l’incanto, l’irrealtà e il trasporto fantastico de “L’isola di Arturo” o l’invocazione e l’evocazione di un mondo migliore ne “Il mondo salvato dai ragazzini”. Non a caso i ragazzini protagonisti di entrambi questi due libri.
Grazie per il commento e per la segnalazione della biografia della Morante “La fiaba estrema” (titolo quanto mai appropriato) che non conoscevo.
Ciao
Raffaele
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Grazie a te per l’attenzione; le tue considerazioni sulla Morante completano perfettamente quanto volevo esprimere. A ri-leggerci! buona giornata
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