Avete mai visto il dipinto di Felice Casorati, “Bambina che gioca sul tappeto rosso”? Io l’adoro e vorrei parlarvi di una carissima amica di Casorati.
Si tratta di Cesarina Gurgo Salice, moglie di Riccardo Gualino.
Cesarina Gualino era nata a Casale Monferrato nel 1890. Apparteneva ad una famiglia alto borghese e sposò un ricco industriale. Ebbe una vita agiata, ma i suoi interessi – grazie alla solida formazione umanistica ricevuta – si rivolsero soprattutto all’arte e alla danza. Viaggiò molto col marito, frequentò anche dei corsi di danza, in Francia, ispirati ad Isadora Duncan. Cesarina strinse una solida amicizia con Felice Casorati. Tra il 1920 e il 1923 Casorati e Alberto Sartoris restaurarono la residenza principale dei coniugi Gualino in via Bernardino Galliari a Torino, e nel 1925 costruirono un piccolo teatro comunicante con l’abitazione, cosicché, gli ospiti (tra i quali Margherita Sarfatti, Luigi Pirandello, Benedetto Croce, Ugo Ojetti) potevano passare dall’emozione degli spettacoli alla visione dei molti capolavori presenti nella casa. Nel teatrino si tenevano concerti (diretti da Alfredo Casella) e danze (Mary Wigman); e insieme con Bella Hutter, Cesarina organizzò numerosi balletti con costumi disegnati da Gigi Chessa e una scuola di danza, ancora attiva, per le giovani torinesi. Nel 1922 Casorati la rappresentò in un fastoso ritratto con la tunica greca e il nastro sulla fronte, riconoscendola quale musa e mecenate della diffusione del balletto moderno.
In questo stesso periodo, seguendo i consigli di Venturi, i coniugi Gualino acquistarono importanti opere d’arte, accrescendo quel piccolo nucleo iniziale, con capolavori di Giotto, Cimabue, S. Botticelli, Paolo Veronese, Tiziano, statue e oggetti cinesi e importanti opere moderne (A. Spadini, G. Fattori, T. Signorini, S. Lega). Più avanti negli anni, Cesarina rivendicò la scelta della prima opera di A. Modigliani, a Parigi nel 1923, su consiglio di Léopold Zborowsky: le altre cinque tele di Modigliani furono acquistate con Venturi a Parigi nel 1928. Ormai mecenate, collezionista e danzatrice, Cesarina decise insieme con il marito l’acquisto del Teatro di Torino (inaugurato il 26 nov. 1925) che ospitò, per cinque anni, spettacoli di danza (i Ballets russes di S. Djagilev), teatro (L. Pirandello), lirica (I. Pizzetti), concerti di musica (R. Strauss e L. Armstrong), con scenografie di H. Matisse, G. Braque, A. Derain. Presenti i sovrani d’Italia, il 29 apr. 1928 fu inaugurata, presso la R. Pinacoteca di Torino, la mostra della collezione Gualino: tutte le opere, presentate in catalogo da Venturi, vennero donate il 25 sett. 1930 allo Stato italiano per essere collocate nella Galleria Sabauda. Il 3 maggio 1929 Cesarina danzò per l’ultima volta al teatro di Torino con un abito disegnato da Casorati e pochi giorni dopo scrisse sul diario (cinque righe al giorno dal 1923 al 1982) delle lezioni di G. Chessa, per disegnare alcuni mobili per la casa di Sestri Levante, e dei tentativi in pittura, seguita e consigliata dai suoi amici (Casorati, Venturi, Jessie Boswell, Chessa).
Il 19 genn. 1931 Riccardo Gualino venne arrestato e inviato al confino a Lipari, dove la moglie lo seguì: teatri, case, opere d’arte furono sequestrati e dispersi in pochi giorni. Nel 1933, finito il confino, i Gualino vissero a Parigi per un anno: R. Gualino fondò nel 1934 la Lux compagnie française cinématographique e, quasi contemporaneamente, la Lux italiana e Cesarina frequentò l’Accademia Colarossi. Successivamente si stabilirono a Roma, dove riuscirono a conquistare, o in alcuni casi a ritrovare, l’amicizia di numerosi pittori, scrittori e poeti romani. Più pacatamente, ripetendo i gesti del passato, Cesarina riempì le pagine del diario raccontando le visite alle esposizioni nelle numerose gallerie romane. Accanto al marito, nuovamente incoraggiò molti artisti, comprando le loro opere (F. Pirandello, M. Mafai, G. Manzù, R. Melli, F. De Pisis, G. Morandi, C. Carrà, G. De Chirico, G. Scipione) e prestandole alle mostre con la dicitura “collezione Gualino”. In seguito i Gualino guardarono anche alla pittura straniera (P. Picasso, E. Degas, M. Chagall, G. Braque) e nel 1954 acquistarono il settimo quadro di Modigliani, il Ritratto di Blaise Cendrars.
Il disegno dei mobili, le frequentazioni quotidiane con Venturi e Casorati, il privilegio di una vita in compagnia di tanti capolavori avevano ispirato Cesarina a dedicarsi lei stessa alla pittura, all’età di trentanove anni; ma soltanto durante la guerra e nell’immediato dopoguerra, si lasciò convincere a mostrare in pubblico le sue pitture.
Già nel 1935 aveva ricevuto da Venturi tre lettere di incoraggiamento con critiche e consigli su alcuni quadri e disegni che gli aveva inviato a Parigi: uno di questi, Natura morta con teiera, venne pubblicato nell’Italia letteraria il 15 giugno 1935. Tre pagine di Emilio Cecchi apparvero nel 1942 in Beltempo con l’immagine di Crepuscolo a Roma del 1940 e molte parole lusinghiere: “In paesaggi recenti, soprattutto paesaggi suburbani, d’un gusto modernissimo, si ha una fase più complessa di questa pittura che non procede da nessuno e non somiglia a nessuno” (p. 106) I “sobborghi di Roma”, come li chiamava Cesarina, erano vedute del quartiere Flaminio in costruzione. Nel 1944, Libero De Libero pubblicò una monografia con il catalogo delle sue opere per le edizioni della Cometa, usando le parole “radici” e “memorie” per descrivere i suoi quadri: paesaggi, ritratti, ma anche guanti, libri e cravatte. Il 24 maggio 1947 Venturi presentò la personale di Cesarina allo studio d’arte Palma di Pier Maria Bardi. Un piccolo catalogo, con l’elenco di sessantasei quadri e quattro disegni. Nessun quadro fu, volutamente, venduto da Cesarina, che preferì regalare i dipinti, dopo la mostra, ai suoi numerosi amici pittori e critici.
Partecipò alla Biennale del 1948 e alle Quadriennali del 1951 e 1955 e a poche altre collettive per ritornare subito alla sua pittura silenziosa e raccolta, il suo diario per immagini. Nell’ultima casa in Trastevere, Cesarina sopravvisse per molti anni al marito e ai figli, conservando, con la nuova collezione e i suoi quadri, quelle memorie che hanno permesso la ricostruzione della sua vita.
Cesarina morì a Roma il 4 agosto 1992, all’età di 102 anni.
(fonte dei dati: Treccani)
Copio il link a questo filmato della Rai in cui Casorati parla delle sue opere:
http://www.raistoria.rai.it/articoli/felice-casorati-artista-e-anti-fascista/12214/default.aspx
Non avevo mai sentito parlare di questa danzatrice-pittrice. Una vita lunga, intensa e ricca di esperienze.
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Veramente, io l’ho scoperta per l’amicizia con Casorati, che è un pittore che amo molto. E’ stata una di quelle donne che hanno conosciuto grandi artisti e musicisti, hanno vissuto l’arte in prima persona. Grazie, ciao
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il quadro di casorati è bellissimo…e il tuo post una piacevolissima lettura nonchè la scoperta di una Donna dalla vita così lunga e piena. buon giovedì V.
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Pensare che un secolo sia passato davanti ai suoi occhi è incredibile….
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beh sì…ma mi capita di pensarlo di fronte a scritti o dipinti molto più indietro nel tempo…il nostro tempo non vale molto…ciauuu
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In termini artistici c’è del buono, dai…. il brutto sta nelle guerre e nei lutti che hanno portato, nelle dittature ecc
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sai a che l’arte in certi frangenti…tace…
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Bellissimo il quadro della Bambina che gioca sul tappeto rosso. L’ho visto alla mostra di Rovigo sui Nabis e i pittori di Cà Pesaro, di cui Casorati ha fatto parte. Grande, quadrato. Quel rosso e quegli effetti di luce sono sorprendenti. Casorati è un pittore che mi affascina ed è molto interessante conoscere le persone che ha ritratto. Come questa donna di cui hai scritto e che non conoscevo 🤗
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Casorati l’ha incoraggiata molto, sia nella danza che nella pittura.
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Bellissimo articolo! Questa grande Donna ha vissuto fino a 102 anni…
E’ proprio vero che l’arte è un elisir di lunga vita!
Adriana
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😉
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