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Oggi vorrei parlarvi e mostrarvi l’artista che in assoluto rappresenta, per me, la creatività: Niki de Saint Phalle: faremo un giro nell’incredibile “Giardino dei Tarocchi”, un parco artistico da lei voluto, ideato e creato, su una collina a pochi chilometri da Capalbio.

niki giardino tarocchiUn luogo magico, incredibile, a cui non si è assolutamente preparati, anche se si sono viste delle foto, perché le dimensioni, i colori, i riflessi, la magia delle sculture è qualcosa che spiazza, che stordisce, che lascia senza parole. L’ho visitato molte volte, di giorno e di sera, con la luce estiva e quella autunnale, insieme ai miei figli che erano alle elementari, le prime volte, e che ne hanno avuto un’impressione indelebile, che ha ispirato la loro creatività e l’espressione visiva.

Niki de Saint Phalle 6Catherine Marie-Agnés Fal de Saint Phalle nasce in Francia nel 1930 in una famiglia aristocratica, che si trasferisce a New York dopo il crac bancario del padre, poco dopo la crisi del 1929. Nelle diverse scuole frequentate, sia private che pubbliche, Niki è insofferente e irrequieta; viaggia e torna spesso in Europa, interessandosi di teatro e letteratura e imparando molte lingue. Nel 1947, infine, si laurea alla Oldfield School, nel Maryland. Contemporaneamente posa come fotomodella e intreccia amicizie internazionali. Nel 1950 Niki scappa di casa e sposa lo scrittore e musicista Harry Mathews, con cui avrà due figli. A Nizza nel 1953 una crisi nervosa la costringe a ricoverarsi; in questa occasione riemerge la vicenda degli abusi paterni subiti da adolescente. Scoperto il valore terapeutico della pittura, da questo momento Niki si dedica interamente all’arte. Negli anni Sessanta diviene celebre grazie ai Tiri: una serie di azioni durante le quali il pubblico o l’artista stessa sparano con la carabina su dei rilievi di gesso, facendo esplodere sacchetti di colore. Qualche tempo dopo Niki inizia a lavorare sulla figura femminile realizzando delle grandi sculture, coloratissime e formose: sono le Nanas, via via sempre più grandi e opulente. Nel frattempo si avvicina al movimento dei Nouveaux Réalistes e conosce Jean Tinguely, Jasper Johns e Robert Rauschenberg.

niki e jean tinguelyDopo il divorzio con Harry Mathews sposa Tinguely, autore di meccanismi complicati capaci di animare strutture gigantesche; insieme producono un sodalizio artistico estremamente fecondo. Nel 1966 nasce Hon/Elle, una figura gigantesca e prosperosa che si trova nel Moderna Museet di Stoccolma. Questa Nana in poliestere ha 28 metri di lunghezza, 6 metri di altezza e 9 metri di larghezza, ed è una scultura visitabile anche internamente: sta distesa di spalle e accoglie nel suo grembo i visitatori che poi escono nuovamente da lei come in un parto. Dal 1979 al 1996, con l’apporto di Jean e di uno staff di collaboratori, Niki realizza il suo Giardino dei Tarocchi in Italia, tra Garavicchio e Capalbio (Grosseto).

Niki foto libro copertinaNiki foto libro

Dal libro che Niki ha scritto per raccontare il suo Giardino vi riporto le sue parole:

Niki veduta“Nel 1985 andai a Barcellona e vidi per la prima volta il meraviglioso Parco Guell di Gaudì. Capii che mi ero imbattuta nel mio maestro e nel mio destino. tremavo in tutto il corpo. Sapevo che anche io, un giorno, avrei costruito il mio Giardino della Gioia. Un piccolo angolo di Paradiso. Un luogo di incontro tra l’uomo e la natura. Ventiquattro anni dopo mi sarei imbarcata nella più grande avventura della mia vita: Il Giardino dei Tarocchi. Questo giardino si trova in Toscana su un terreno di proprietà dei miei amici Marella, Carlo e Nicola Caracciolo. Essi hanno approvato il progetto iniziale che però, nel tempo, ho continuato a modificare. Il Giardino dei Tarocchi è infatti molto più grande di come lo avevo concepito inizialmente. Non essendomi imposta un limite di tempo ho lavorato nella più completa libertà. Per finanziare il giardino ho creato un profumo e dei multipli. Non appena iniziai a lavorare sul Giardino dei Tarocchi mi resi conto di essermi messa in un percorso arduo e pieno di difficoltà. Un attacco di artrite reumatoide mi impedì per un lungo periodo di usare le mani e di camminare. Ma andai avanti lo stesso. Nulla poteva fermarmi. Ero come stregata. Sentivo che, nonostante le difficoltà, era mio destino creare questo giardino.

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L’Imperatrice divenne la mia casa e il luogo d’incontro per tutti coloro che lavoravano al progetto. Qui mi riunivo con l’equipe di lavoratori mangiavo i miei pasti e lavoravo sui modelli delle altre carte. Nella “Sfinge”, il soprannome che avevamo dato all’Imperatrice, vivevo sola. Immergermi totalmente nel luogo era l’unico modo per realizzare questo giardino. Il Giardino dei Tarocchi non è il mio giardino ma appartiene a tutti coloro che mi hanno aiutata a completarlo. Io sono l’architetto di questo giardino. Ho imposto la mia visione perché non ho potuto fare altrimenti. Questo giardino è stato fatto con difficoltà, con amore, con folle entusiasmo, con ossessione e, più di ogni altra cosa, con la fede. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi. Come in tutte le fiabe, lungo il cammino alla ricerca del tesoro mi sono imbattuta in draghi, streghe, maghi e nell’Angelo della Temperanza.”

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Niki de Saint Phalle si guadagnò una fama crescente, che l’aiutò a consolarsi per i gravi problemi di salute. Morì nel 2002, in California, a causa di una grave malattia polmonare dovuta ai gas tossici respirati manipolando il poliestere.

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Il Giardino dei Tarocchi è un connubio tra arte e architettura: infatti utilizza il linguaggio dell’arte, ma ha la dimensione umana ed abitabile dell’architettura. Il parco è popolato da ventidue sculture monumentali – alcune delle quali sono internamente percorribili – ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi. Le figure (alcune di cemento e altre di poliestere) sono rivestite con mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate. Esse occupano circa mezzo ettaro di terra, donazione della famiglia Caracciolo. La realizzazione del Giardino ha richiesto 17 anni di impegno, un enorme lavoro d’impianto e una spesa di circa 10 miliardi di lire; l’artista si autofinanzia tramite altre opere, libri, film e la produzione di una linea di profumi. Tra i principali collaboratori di Niki, oltre a Jean Tinguely, partecipano in tempi diversi anche Rico Weber, Ricardo Menon, Roberto Aureli.

© Copyright 2012 CorbisCorporationMa il progetto è ideato da Niki, regista di un lavoro collettivo che organizza apporti tecnici dei più diversi settori: artisti polimaterici, architetti, arredatori, ceramisti, operai specializzati, esperti di amministrazione, di botanica. Il Giardino dei Tarocchi ha diversi, illustri, antecedenti: i Mostri di Bomarzo (secolo XV), il Palazzo Ideale del postino Ferdinand Cheval, in Francia, il Parco Güell di Gaudì a Barcellona, le Torri di Simon Rodia, operaio di Los Angeles. Ma le sculture di Niki sono dense di significati simbolici ed esoterici, e disegnano una sorta di percorso iniziatico condotto in un’atmosfera giocosa. Esse sono l’esito di un lavoro interiore, nel corso del quale l’artista si interroga sul materno, sul concetto di nascita-rinascita, sulla volontà creatrice. Sebbene prenda le distanze dal movimento femminista, ciò che Niki riesce ad esprimere è un’idea di femminile potente come non mai. Infatti tra tutte le sculture spicca l’Imperatrice-Sfinge, nella quale l’artista ha abitato per lunghi periodi durante i lavori. In uno spazio senza angoli, la stanza da letto e la cucina sono ricavate nelle mammelle di una vera e propria Grande Madre. In tutto il Giardino dominano appunto le curve e il movimento: i profili della vasca dove scorre l’acqua sono ondeggianti; altrettanto sinuose sono le sculture sparse in collina tra alberi, cespugli ed erbe alte. Maioliche e specchi rimandano e scompongono la luce del sole.

Niki camminandoI colori accesi sono proposti secondo un codice simbolico: il rosso è connesso alla forza creatrice, il verde alla vitalità primigenia; il blu è il segno «della profondità del pensiero, del desiderio ardente e della volontà», il bianco rappresenta la purezza; il nero indica «la vanità e i dolori del mondo», mentre l’oro è simbolo dell’intelligenza e della spiritualità. Sulle stradine del parco Niki incide appunti di pensiero, memorie, numeri, citazioni, disegni, messaggi di speranza e di fede, snodando un percorso materiale e soprattutto spirituale.

biografia ripresa dal sito Enciclopedia delle donne

L’ingresso al Giardino è stato realizzato dall’architetto Mario Botta su richiesta di Niki, con l’idea di creare un netto contrasto. Niki ci dice:

“Mario ha concepito una struttura molto maschile: un muro di pietra locale simile ad una fortezza che marca chiaramente la separazione tra il mondo esterno e quello interno. Il muro simboleggia per me una protezione, come il drago che nelle fiabe protegge il tesoro.”

Niki morteNiki drago

Perché la scelta dei tarocchi? Niki lo spiega:

“I Tarocchi sono solo un gioco o indicano una filosofia di vita? Io sono convinta che le carte contengano un messaggio importante. Le origini dei tarocchi sono avvolte nel mistero. Si pensa che i sacerdoti dell’antico Egitto abbiano trasmesso i segreti della loro conoscenza attraverso dei simboli pittorici e che questi simboli siano i ventidue Arcani Maggiori del mazzo dei Tarocchi. si pensa anche che Mosè, avendo ricevuto queste carte dai sacerdoti Egizi, le abbia portate con sé in Israele. Ciò spiegherebbe perché la cabala ebraica è connessa alle ventidue carte (tarot-tora-rota). Il più antico mazzo di tarocchi di cui siamo a conoscenza è italiano ed è stato disegnato da Bonifacio Bembo nel Quattrocento per la famiglia Visconti di Milano. In seguito le carte sono divenute un gioco popolare a tutti i livelli sociali. Usate prevalentemente come gioco esse persero il loro significato originale. Fu solo nel Settecento che Antoine Court de Gébelin riscoprì il valore esoterico dei Tarocchi.

Gli Arcani Maggiori sono incisi nella pietra all’interno del Duomo di Siena. Queste raffigurazioni risalgono al Trecento e Quattrocento – ovvero in un periodo durante il quale molti capi della chiesa, e anche alcuni papi, si interessavano all’astrologia e all’alchimia. (..) Anche Andrea Mantegna si interessò ai tarocchi e li rappresentò in alcune bellissime incisioni che si trovano nella Biblioteca Nazionale a Parigi. I Tarocchi mi hanno dato una chiave di lettura per capire meglio la vita spirituale ed affrontare i problemi della vita. Mi hanno anche aiutato a capire come tutte le difficoltà vadano affrontate una dopo l’altra per poter finalmente conquistare la pace interiore ed il giardino del Paradiso.”

Visitare il Giardino è un’esperienza unica, irripetibile, che vi consiglio caldamente di fare!

niki scultura coppia