Serendipity, ossia il dono o la fortuna di scoprire cose che non si stanno cercando, mentre invece se ne stanno inseguendo altre. (…) Tu cammini per la tua strada e, all’improvviso, qualcosa si frappone al tuo cammino e tu puoi scegliere se schivarlo e proseguire da solo, oppure tornare indietro e bloccarti, senza più avanzare. Oppure andare invece incontro a questa cosa, a questa persona, e continuare a camminare insieme.

Al di là della paura, di Laura Busnelli, Historica edizioni, 2016

La citazione sopra è la chiave che apre la porta del romanzo di cui vi parlo oggi: quella porta che dalla copertina del libro lascia intravedere uno spiraglio, una maniglia che, spinta, rivela un incrocio di vite e di destini che avrebbero potuto proseguire senza mai sfiorarsi, ma che il caso attira in una collisione fatale.

Busnelli citazioneLudovica, una scialba trentenne che fa di tutto per non attirare su di sé l’attenzione, si trova coinvolta in un banale incidente stradale: una mattina, mentre esce di casa in auto per recarsi in ufficio, viene tamponata da Ivano, un tecnico del suono bello e solitario. Sono due persone che hanno in comune un passato che li tormenta e che influenza le loro vite. Lei non si è mai sentita all’altezza di nulla, vive incerta e defilata, teme il giudizio delle persone e per questo si nasconde nella sua banale routine di vita, nella quale non c’è spazio per un rapporto a due, tantomeno per un amore. Lui vive solo per il suo lavoro – il suono puro, la musica – nel quale è il migliore ma fatica a indirizzare i suoi sforzi verso il successo duraturo perché è inseguito da un fantasma del passato. Il caso li fa incontrare, anzi scontrare: lui ha fretta, lo aspetta un appuntamento di lavoro che potrebbe rilanciarlo e vuole liberarsi alla svelta di questa “scocciatrice”. In fretta, la lascia in strada, affidandole un mazzo di chiavi che ha trovato per terra, vicino alla sua auto.

Dall’alto del suo attico, Ivano è spiato da Isabella, una famosa cantante lirica e pop, anche lei angosciata dai fantasmi del passato, da una vita vissuta sotto i riflettori che le toglie il fiato; niente di ciò che le sta intorno riesce a farla felice, fino ad ora: da pochi giorni sa di aspettare un figlio e forse questa potrebbe essere la svolta per farla rimettere in gioco con se stessa, per farle abbandonare la felicità artificiale delle droghe. È invaghita di Ivano, anche se non lo conosce; ne scruta i movimenti, le frequentazioni e vorrebbe riuscire a trovare un contatto con lui. Nel suo isolamento nutre questi pensieri, mentre Claudio, il suo manager, si occupa di lei, dei suoi bisogni, degli impegni di lavoro: lui, iperprotettivo, è come un filtro attraverso il quale Isabella si isola dal mondo; Claudio vorrebbe avere un ruolo diverso nella vita di Isabella, ci hanno anche provato, ma i loro mondi interiori non sono fatti per unirsi.

Le chiavi: un mazzo perduto in strada da qualcuno, raccolto da Ivano e affidato a Ludovica, che per senso civico le porta alla più vicina stazione dei Carabinieri dove il destino le fa incontrare il capitano Antonio De Rosa. Un mazzo che nasconde un segreto; a Ludovica è sfuggito ciò che per il capitano è una verità lampante: il mazzo è sporco di sangue e non solo. L’esperienza e l’intuito mettono subito in moto l’investigazione; l’alchimia che scaturisce dagli sguardi incrociati tra Ludovica e il capitano, mettono in moto uno sconvolgimento emotivo che risveglia entrambi da un inverno dei sentimenti che aveva solo bisogno della scintilla giusta. Anche De Rosa ha un passato che lo tormenta, un fantasma che non lo abbandona, al contrario della moglie che lo ha lasciato.

Ludovica e Isabella cercano Ivano, ognuna per motivi diversi, all’inizio; ma l’incidente, il mazzo di chiavi ritrovato, il segreto che nasconde, l’indagine che seguirà, le fa conoscere, le fa diventare l’una indispensabile all’altra.

Sentirsi protetti, sentirsi al sicuro. Spesso non servono gesti eclatanti, basta una presenza a fare la differenza. La differenza tra sentirsi soli, senza riparo, da una parte, e avere invece l’impressione di avere trovato un rifugio su misura, dall’altro.

La trama del romanzo è certamente quella di un giallo: c’è un mistero da risolvere, c’è un delitto e dunque ci deve essere un colpevole, un mandante. Ci sono degli indizi che spunteranno mentre la storia si dipana e c’è un capitano pronto a coglierli; ci sono delle evidenze, così come dei depistaggi. Ci sono dei colpi di scena e anche un finale non scontato. C’è una scrittura nitida e precisa, che mette a fuoco i personaggi attraverso lo scavo psicologico e che fa scivolare il lettore nelle loro vite.

Busnelli dedicaMa il romanzo di Laura Busnelli non è “solo” un giallo: è un intreccio complesso di vite, che nell’alternarsi dei capitoli, si disvelano, poco a poco; ognuno cerca delle risposte per spiegare cosa sia accaduto ma soprattutto cerca di ritrovare se stesso, scavando nel proprio passato, guardando in faccia le paure che li tengono in pugno, cercando di uscire dalle gabbie in cui si sono rinchiusi per aprirsi finalmente alla vita.

Mi viene in mente un film che ho visto non so più quante volte, un personaggio indimenticabile – un’attrice che con quel film è diventata mito – una che di gabbie ne sapeva molto. Un film che avrete sicuramente visto, “Colazione da Tiffany”, e la frase che Paul urla a Holly:

Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.

Busnelli Laura

Laura Busnelli si definisce una commercialista “pentita”. È una lettrice vorace, una competente libraia, e a quarant’anni ha scoperto una irrefrenabile passione per la scrittura. Ha pubblicato diversi racconti; ha frequentato il Corso di Alta Formazione “Il piacere della scrittura” presso l’Università Cattolica di Milano. Questo è il suo primo romanzo.

 

Copio il link all’editore: http://www.historicaedizioni.com/prodotto/al-di-la-della-paura/

L’incipit potete leggerlo qui.