Avrei potuto non uscire, quel pomeriggio, non andare in quella strada, avrei potuto non vedere quella scena, non sentire il bisogno di fare un commento, avrei potuto non sollevare lo sguardo verso di lui e rivolgergli la parola… e niente sarebbe avvenuto… Avrei continuato a vivere serena, appagata di Arte e Natura, di me e di Hans,  della mia casa, del mio balcone fiorito.  Ma sono uscita, sono andata in quella strada, a quell’ora, ho visto quella scena, ho sentito il bisogno di commentarla, ho rivolto la parola a lui, che era lì, precisamente in quell’istante, un attimo dopo non ci sarebbe stato più… E la storia non sarebbe iniziata.

Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé …, di Lodovica san Guedoro, Felix Krull editore, Monaco 2017

Il romanzo è stato inserito nei candidati al Premio Strega 2017, presentato da due grandi firme da sempre attente alla scrittura al femminile, Dacia Maraini e Maria Rosa Cutrufelli (sotto trovate le rispettive motivazioni). Personalmente, mi ha molto incuriosito il titolo, inusuale, bucolico, e il fatto che a pubblicarlo sia una casa editrice bilingue, italo-tedesca. Il titolo prende spunto da un’aria dell’opera di Francesco Domenico Araja “Seleuco”, del 1744.

parco autunnoLa storia narra un innamoramento nato da un incontro casuale: come sempre, sono i nostri passi a portarci in un dato momento in un certo luogo dove il destino ha fatto arrivare una persona che altrimenti non avremmo mai probabilmente incontrato. E fin qui niente di nuovo, si potrebbe pensare. Ma l’incontro tra Lodovica (autrice e protagonista della storia) e Kasim avvicina due persone così tanto diverse tra loro che il fatto di provare attrazione reciproca pone tante domande. È possibile che una donna colta, scrittrice, amante della letteratura e dell’arte, raffinata fin nelle pieghe più profonde dell’anima, non più giovane anzi, diciamo pure matura, sposata e appagata da un rapporto improntato alla libertà, provi attrazione per un trentenne di modesta formazione culturale, istintivo e passionale, sposato ed emigrato in Germania (dove la storia si svolge) scappando dalla Bosnia in guerra?

Lo è, e lo è proprio perché sono così distanti tra loro, così “inconciliabili” da provare un’intensa attrazione verso ciò che è altro da sé, verso un mondo e un vissuto che niente sembrerebbe potere fare collidere. Ma che tipo di rapporto può nascere tra i due? E come può essere vissuto? Cosa stanno cercando?

Per lei Kasim è il risveglio di pulsioni che forse non trovavano più spazio nella routine di vita che si è data, un sussulto del cuore ma anche dei sensi, un sentirsi ancora desiderata, e con impeto, che solletica territori dell’anima assopiti nello scorrere del tempo. La sua personalità è indirizzata da uno sguardo sempre sublimato dalla cultura; gli stimoli che riceve si rielaborano sempre negli aspetti spirituali e alti del sentimento amoroso. Diversamente per lui, maschio e passionale, il modo di stare insieme non può che essere esperienza di corpi e soddisfazione carnale. Dunque due universi distanti che però continuano a cercarsi, altalenando allontanamenti e riavvicinamenti, freschezza di sentimenti e dubbi. Due modi diversi di vivere una relazione che, in modo prepotente, cerca di concretizzarsi su di un possibile terreno di compromessi. Perché a renderli diversi, oltre alle loro personalità, ci sono anche i rispettivi contesti sociali e lavorativi, la religione, ci sono, insomma due universi lontanissimi che pare impossibile avvicinare.

Il romanzo ha l’andatura del diario intimo, raccontato dalla donna, con uno stile unico, molto personale e riconoscibile, che fonde l’arcaico col moderno. La prosa precisa, articolata e ricca è lo strumento che produce uno scavo psicologico raffinato e attento; le permette di indagare i suoi sentimenti e quelli di Kasim, e le consapevolezze che pian piano maturano; esattamente una “educazione sentimentale”, un cammino che i due amanti percorrono assieme, ciascuno a suo modo, con un esito che rimane incerto fino alla fine.

Sotto riporto le motivazioni alla candidatura:

Il romanzo della San Guedoro è un delicato e ingenuo discorso sull’amore fra due creature di culture diverse. L’aria che vi si respira, pesca in un clima di arcaica suggestione … Come un lieve volo di farfalle, che in un mondo di coltelli e pistole fa l’effetto delle foglie che si porta via il vento. Ma la sua serietà nei dettagli e la sua passione per il racconto, lo rendono degno di partecipare alla selezione del Premio Strega

Dacia Maraini

Pastor che a notte ombrosa” di Lodovica San Guedoro è la storia di un amore difficile perché fuori dagli schemi usuali. Sono molte le barriere psicologiche e sociali che dividono i due protagonisti: l’età, l’origine, la cultura, la situazione familiare. Ma a unirli è un’attrazione profonda, fatta di curiosità per l’altro e di voglia di vivere. L’amore tuttavia non basta a rompere le barriere e alla speranza segue ben presto la disillusione. Un romanzo scritto con toni lievi, a volte quasi incantati. Per questa sua capacità di mescolare il reale e il fantastico, il terreno e il trascendentale, lo propongo alla selezione del premio Strega per l’anno 2017.”

Maria Rosa Cutrufelli

Copio il link all’editore: http://www.felixkrulleditore.de/pastor.htm

L’incipit potete leggerlo qui.