Sono un parigino di Parigi. Vi sono nato nel 1840, sotto il buon re Luigi Filippo, in un ambiente dominato dagli affari e ove si ostentava uno sdegnoso disprezzo per le arti. Trascorsi la giovinezza a Le Havre (..) e la mia giovinezza è stata essenzialmente vagabonda. Ero indisciplinato per natura; non sono mai riusciti a piegarmi, neppure nella mia prima infanzia, a una regola. Quel poco che so l’ho imparato a casa. La scuola mi è sempre parsa una prigione, e non ho mai potuto decidermi a restarvi, neppure per quattro ore al giorno, quando il sole era così invitante, il mare così bello, ed era così dolce scorrazzare sulla scogliera, all’aria aperta, o sguazzare nell’acqua.

È Claude Monet che parla, nell’intervista pubblicata su “Le Temps” il 26 novembre 1900 rilasciata a François Thiébault-Sisson in occasione della sua esposizione parigina presso la galleria di Durand-Ruel.

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Monet si racconta, con sincerità e naturalezza, con ironia e profondità. La si trova nel volumetto:

Claude Monet, Mon histoire. Pensieri e testimonianze, a cura di Lorella Giudici, Abscondita editore.

L’edizione raccoglie anche una serie di “Pensieri sull’arte” dell’artista. È pura emozione leggerli.

(1879) Io solo posso conoscere le mie inquietudini e il male che mi procuro per finire tele che non soddisfano neppure me stesso e che piacciono a così poca gente … Sono assolutamente scoraggiato, non vedendo, non sperando alcun futuro … è meglio che mi arrenda all’evidenza, non posso sperare di guadagnare con la mia pittura quanto basta per vivere a Vétheuil.

(1890) Ho ripreso cose impossibili da fare: dell’acqua con dell’erba che ondeggia sul fondo … è mirabile a vedersi, ma fa impazzire volerla rendere. E io mi ostino sempre in imprese simili.

(1890) Sono nero, profondamente disgustato dalla pittura. È una tortura continua! Non speri di vedere del nuovo, il poco che ho potuto fare è distrutto, raschiato o bucato. Lei non può rendersi conto del tempo spaventoso che non ha smesso un istante di affliggerci per due mesi. C’è da esserne furiosi, quando si cerca di rendere il tempo, l’atmosfera, l’ambiente.

Sono solo alcuni pensieri, ma vi consiglio di leggere per intero questo volumetto, rivelatore della poetica, degli sforzi e delle delusioni, così come dei momenti di esaltazione, lungo la vita artistica di questo sorprendente uomo. Il volume, oltre all’ampia nota biografica, contiene una serie di testimonianze su Monet da parte di altri personaggi, un saggio di Lorella Giudici e un’appendice iconografica in bianco e nero.

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