Bella, spigliata, talentuosa e intraprendente, Eva Gonzalès è una delle pittrici impressioniste francesi. Insieme a Berthe Morisot, è uno dei nomi più conosciuti dell’arte dell’Ottocento al femminile.
Con Morisot, oltre alla fama, condivise il maestro, Èdouard Manet, coincidenza che le mise in competizione – per opera dello stesso Manet, che evidentemente pensava in questo modo di stimolarle a dare il meglio di sè -, scatenando la gelosia di Berthe, fino a quel momento modella e artista preferita del maestro. Ma Eva seppe guadagnarsi una sua autonomia, nello stile, nell’espressività artistica, intraprendendo un cammino proprio.

La vita di Eva Gonzalès (1849-1883) fu breve, morì a soli trentaquattro anni a causa di un’embolia durante il parto. Sei giorni prima era morto Èdouard Manet.
Eva nacque a Parigi in una facoltosa famiglia borghese molto sensibile all’arte in generale: il padre, Emmanuel Gonzalès, di origini spagnole, era un conosciutissimo romanziere, letto e apprezzato persino dal giovane Émile Zola, presidente della Societé des gens de lettres, redattore del periodico Le siècle, fondatore del La revue de France. Sua madre Marie Céline Ragut, era una nota musicista belga. Ciò le dette la possibilità di crescere in un ambiente stimolante, aperto, frequentato da letterati e artisti e di essere sostenuta nella sua volontà di divenire una pittrice. I suoi genitori, infatti, visto che le ragazze non potevano frequentare la Ecole des Beaux-Arts, la fecero entrare nell’atelier di Charles Chaplin che, oltre ad essere un artista molto apprezzato, era il maestro delle ragazze di buona famiglia che desideravano cimentarsi con la pittura. Chaplin fu il suo primo maestro, da cui imparò i fondamenti e le tecniche pittoriche, ma che ben presto, essendo dotata di estro e capacità, non le bastò più. Il secondo fu Èdouard Manet. Il loro fu un rapporto molto stretto, di amicizia e stima reciproca, di grande intesa sul piano della creazione artistica. Nel 1879 sposò un amico di Manet, il pittore Henri Guérard.
Nel 1974 presentò al Salón de París il dipinto “Un palco al Théâtre des Italiens”, ma venne rifiutato; però dopo cinque anni venne accettato. Nel catalogo della mostra, Eva veniva presentata come allieva di Manet.
Nel 1876 espose al Salón de París l’opera “Il soldatino”, che fu apprezzata. Da quel momento Émile Zola divenne un suo grande ammiratore.
Non espose mai insieme agli Impressionisti, ma le sue opere vengono considerate, per stile e ispirazione, impressioniste. Eva arrivò ad avere uno stile proprio, allontanandosi progressivamente da quello di Manet – che sicuramente ha ispirato alcune sue opere – e avvicinandosi di più a Edgard Degàs.
Nelle sue opere cercò di catturare i momenti fuggevoli della quotidianità, nel segno di un’aderenza al vero sobria ma vigorosa, e di una rivalutazione figurativa della bellezza della vita di tutti i giorni. I suoi quadri sono principalmente ritratti, nature morte, paesaggi, scene domestiche di donne e bambini, ambienti familiari vissuti dalle donne, i loro oggetti. Questo anche perché, al contrario dei suoi colleghi maschi, era impensabile per una pittrice girare per la città o per le campagne a dipingere en plein air.
Interessante!
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grazie!
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bello curiosare tra queste immagini e questi spunti
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Che bel periodo era quello…. Si nota tutta l’influenza che hanno avuto gli Impressionisti sui Macchiaioli, soprattutto lo si può notare accostando questi ritratti domestici a quelli di Silvestro Lega.
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verissimo! anche un po’ Telemaco Signorini… penso a opere come “Sulle colline a Settignano” (la ragazza sul muretto col vestito bianco) .. ho visto da poco la mostra a Milano, che bel vedere!
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Carinissimo quello della ragazza al piano, e “impressionanti” l’ultimo, delle due bambine!
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a me piace molto anche quello della schiena nuda; si chiama “Lo chignon”
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Anche quello è bello sì ☺ e il volto poi è solo di chi lo immagina… come fossimo i Leopardi che osserviamo da dietro la siepe! Con la sola forza dell’immaginazione.
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Bravissimi tutti..a me piacciono tanto! L’arte fa respirare…Grazie Pina!
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A te, Titti! buona serata!
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Se non c’è già sarebbe da inserire nel libro per bambini uscito ultimamente, che racconta storie di donne realmente esistite
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ci starebbe bene anche Berthe Morisot!
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😊 eh già !
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Che fascino!
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Davvero brava. È un peccato che abbia avuto così poco tempo, più o meno come per Mozart: che cos’avrebbero combinato certi personaggi, se fossero vissuti più a lungo? È una domanda che ha il suo fascino, per esempio per uno scrittore che potrebbe immaginare un finale diverso…
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si potrebbero inventare delle nuove biografie…
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Sarebbe divertente, ma va fatto bene 🙂
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tu sapresti farlo….
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Troppa grazia… in ogni caso vediamo, per ora ho un po’ di lavori in corso.
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