Avrete letto ieri la notizia: Nicanor Parra ha lasciato questo mondo, quindi non vi dirò cosa nuova. Ma volevo dedicargli due parole, all’ultra centenario poeta non-poeta, cileno fin nell’ultimo centimetro di corpo, irriverente, ironico e rivoluzionario, scardinatore di regole e sovvertitore di schemi. Era un matematico e fisico, non amava i poeti “seri”, lui che scandalizzava coi versi colloquiali, a fil di prosa, un parlato da uomo di strada: apparentemente, perché la sua lingua non è così innocente. Era corrosivo (basta leggere le due poesie sotto) e i suoi versi sono come delle fucilate che atterrano la preda.

Ieri, sul Corsera, Franco Manzoni, ricordava che fu candidato tre volte al Nobel senza vincerlo (dubito che gliene importasse qualcosa…); in compenso, gli sono stati riconosciuti tutti i premi più importanti delle lettere in lingua castigliana; Parra, caustico e ironico, commentava così:

Dichiarò con ironia di non meritare dato che più modestamente rivendicava per sé il premio della lettura. Così scriveva:

«Il Nobel della Lettura dovrebbero darlo a me/ che sono il lettore ideale/ e leggo tutto quello che mi capita./ Leggo i nomi delle strade/ e le insegne luminose/ e i muri dei bagni/ e le nuove liste di prezzi».

Una voce fuori dal coro, unico e originale, Nicanor Parra nacque sulla cordigliera delle Ande, da dove si trasferì a Santiago, e dove divenne docente di fisica e matematica; fratello della famosissima Violeta, la cantautrice e poetessa, che recuperò la musica popolare della tradizione cilena portando avanti il suo impegno sociale e politico contro le ingiustizie sociali, e che morì suicida a quarantanove anni. Se volete conoscerla, partite dal suo manifesto, la canzone Gracias a la vida.

Sotto alle poesie, lascio tre link a siti in cui si possono trovare tutte le informazioni sulla biografia e sul corpus poetico di Nicanor Parra.

 

AUTORITRATTO

Guardate un po’, ragazzi,
Questo paltò da frate mendicante:
Sono insegnante in un liceo oscuro,
Non ho più voce a furia di lezioni.
(Dopo tutto o dopo niente
Faccio quaranta ore settimanali).
Che vi dice il mio volto schiaffeggiato?
Faccio pena a guardarmi, non è vero!
E cosa vi ispirano queste scarpe da prete
Che sono invecchiate senz’arte né parte.

In relazione agli occhi, da tre metri
Non riconosco la mia stessa madre.
Che mi succede? – Niente!
Li ho rovinati a furia di lezioni:
La poca luce, il sole,
La velenosa luna miserabile.
E tutto ciò, perché!
Per guadagnare un pane imperdonabile
Duro come la faccia del borghese
E con odore e con sapor di sangue.

Perché siamo nati come uomini
Se ci danno una morte da animali!

Per il troppo lavoro, qualche volta
Vedo nell’aria delle forme strane,
Sento delle corse pazze,
Risate, conversazioni criminali.
Osservate queste mani
E queste guance bianche da cadavere,
Questi pochi capelli che mi restano,
Queste rughe nere ed infernali!
Eppure sono stato come voi,
Giovane, pieno di ideali,
Ho sognato fondendo il rame
E limando le facce del diamante:
Eccomi qui, oggi
Dietro a questo scomodo bancone
Abbruttito dal tambureggiamento
delle cinquecento ore settimanali.

Vizi del mondo moderno

I delinquenti moderni
sono autorizzati a incontrarsi giornalmente in parchi e giardini,
Equipaggiati di potenti binocoli e orologi da tasca.
Irrompono nei chioschi protetti dalla morte
E piazzano i laboratori fra i roseti in fiore.
Da lì controllano i fotografi e gli accattoni
che vanno a zonzo nelle vicinanze
Tentando di far erigere un tempietto della miseria
E, se la fortuna li assiste, riescono a beccare qualche malinconico lustrascarpe.
La polizia fugge terrorizzata da questi mostri
Verso il centro-città dove divampano gli incendi dell’assicurazione di fine-anno
E un prode teppista incappucciato rapina due suore di carità.
Vizi del mondo moderno:
L’automobile e il cinema,
La segregazione razziale,

Lo sterminio dei pellirosse,
Le drittate dei crassi banchieri,
La catastrofe degli anziani,
Traffico clandestino di schiavismo bianco diretto da sodomiti internazionali,
L’autoincensarsi e la voracità,
Le pompe funebri,
gli amici personali di Sua Eccellenza,
L’esaltazione del folklore a categoria dello spirito,
L’abuso di droghe e filosofia,
Il deterioramento dei baciati dalla sorte,
L’autoerotismo e la crudeltà sessuale,
L’esaltazione dei sogni e dell’inconscio a spese del senso comune,
La fede esagerata nei sieri e nei vaccini,
La deificazione del fallo,
La politica internazionale delle gambe aperte spalleggiata dalla stampa reazionaria,
La brama di potere e quella di profitto,
La corsa all’oro,
La danza fatale dei dollari,
Speculazione e aborti,
Distruzione degli idoli,
Eccessivo sviluppo di dialettica e psicopedagogia,
Danza, fumo, scommesse,
Macchie di sangue che talora si trovano sulle lenzuola dei novelli sposi,
La pazzia del mare,
Agorafobia e claustrofobia,
La disintegrazione dell’atomo,
Lo humour sanguinoso della teoria relativistica,
La voglia delirante di tornare nell’utero,
Il culto dell’esotico,
Gli incidenti aerei,
Cremazioni, purghe di massa, sequestro dei passaporti
(Senza ragione
Salvo che dare vertigini),
L’interpretazione dei sogni,
E il diffondersi della radiomania.

Come abbiamo testé dimostrato,
Quello moderno è un mondo di fiori artificiali
Cresciuti sotto campane vitree come la morte,
E’ un mondo di stelle del cinema,
Boxeur sanguonolenti che lottano alla luce della luna,
Di uomini-usignolo che controllano l’economia di tutte le nazioni
Tramite meccanismi semplici da spiegare;
Generalmente vestono di nero come rondini autunnali
E si cibano di erbe e radici selvatiche,
Frattanto i saggi, mangiucchiati dai topi,
Marciscono nei sotterranei delle cattedrali,
E ogni animo nobile è implacabilmente perseguitato dalla polizia.

Il mondo moderno è una immensa latrina:
I ristoranti di lusso rigurgitano di cadaveri edibili
E uccelli che volano pericolosamente bassi.
E non è tutto: gli ospedali sono pieni di impostori,
Per tacere gli eredi dello spirito che colonizzano lo sfondo di tutti i recenti casi chirurgici.

Gli industriali moderni a volte soffrono gli effetti dell’atmosfera contaminata,
E le loro macchine da cucire sono colte da un’orribile malattia del sonno
che via via le trasforma come in angeli.
Negano l’esistenza del mondo materiale
Vantandosi in quanto poveri figli della tomba. E del resto il mondo è sempre stato lo stesso.

Come la bellezza, la verità non si crea non va persa
E la poesia è sia nel reale sia un semplice miraggio dello spirito.
Ammetterò che un terremoto concepito con cura
In pochi secondi può por fine a una città ricca di tradizione
Alberi, cavalli, troni, musica.
Ma cosa può importare tutto questo
Se, mentre la più grande ballerina del mondo
Muore negletta e povera in un villaggio nel sud della Francia,
La primavera restituisce all’uomo alcuni fiori scomparsi.

Cerchiamo di essere felici è quel che dico, succhiando la misera costola umana.
Estraiamone un liquido corroborante,
Ciascuno in base alla sua personale inclinazione.
Teniamoci forte a questa divina carcassa!
Trafelati e tremanti,
Succhiamo queste labbra da impazzire,
Il nostro dado è gettato.
Inaliamo questo distruttivo e snervante profumo
E viviamo la vita degli eletti ancora un altro giorno.
L’uomo cava dalle proprie ascelle la cera che gli serve per plasmarsi gli idoli,
E dal sesso femminile paglia e fango con cui costruirsi templi.

Per tutto questo
Allevo un pidocchio sulla mia cravatta
E sorrido agli imbecilli che se ne vanno dagli alberi.

Lascio un paio di link utili:

Edizioni Sur

Biografiasyvidas

Istituto Cervantes