Liptrot isole estreme copertinaCome avete potuto vedere, dall’inizio dell’anno ho creato una nuova rubrica: “Paesi che ho visitato leggendo”.  Il mio progetto prevede di leggere romanzi ambientati soprattutto (ma non solo) in luoghi che mi sono sconosciuti, dove non sono mai stata, o di cui conosco solo alcune regioni. Per questo motivo ogni volta che mi imbatto in un romanzo che mi farà “viaggiare”, mi ci butto a capofitto.

Con Alessandra Carini, de “50 sfumature di viaggio”,  abbiamo deciso di leggere un romanzo che piacesse ad entrambe e di scrivere un articolo a quattro mani. La scelta è ricaduta su “Outrun”, in italiano “Nelle isole estreme”, di Amy Liptrot, autrice nativa delle Orcadi. Abbiamo “confezionato” un articolo che combina la mia passione per la lettura e la sua immensa conoscenza della Scozia, partendo da questo (ora lo posso dire!) bellissimo romanzo, di cui, tra l’altro, aveva scritto anche “Tratto d’unione”.  Chissà se, prima o poi, riuscirò a vederle dal vivo le isole Orcadi …. Intanto mi sazio di bellezza ammirando le foto scattate da Alessandra.

Nelle isole estreme, di Amy Liptrot, Guanda editore 2017, titolo originale “The Outrun”, traduzione di Stefania De Franco

Ale Scozia FOTO 1

Le Isole Orcadi, sono un arcipelago delle Isole del Nord della Scozia. Si trovano a 16 Km a Nord della costa settentrionale del Caithness Scozzese, area famosa per essere ricca di reperti vichinghi e comprendono circa 70 isole di cui 20 sono ancora abitate, con una popolazione che va da 2 anime a centinaia di persone. Amy le visiterà tutte, tranne tre: Wyre, ricca di archeologia; Auskerry dove vive una sola famiglia; Papa Stronsay dove vive una piccola comunità di monaci.

L’arcipelago è disseminato di villaggi preistorici e di standing stones. L’ospitalità è come quella di un tempo e le persone parleranno con voi volentieri, raccontandovi storie interessanti. Tendete l’orecchio ed ascoltate il fragore del mare ed il canto del vento.

Le Orcadi presentano paesaggi spettacolari, solo poche miglia le separano dalla terra ferma, ma le acque profonde del Pentland Firth sono molto insidiose, come testimoniano numerosi relitti che giacciono sui fondali marini e che amplificano l’aria di mistero di queste isole, spesso avvolte dalla nebbia.

Sono isole remote perché si trovano all’estremo nord, ad un passo dalla Norvegia. I Vichinghi sbarcarono qui nell’VIII secolo, dalla penisola scandinava, mescolandosi con i Pitti. La storia delle Orcadi fu molto particolare e solo alla fine del XV secolo, tornarono a far parte del regno di Scozia, quando vennero cedute in dote, per il matrimonio fra Margherita di Danimarca ed il re Giacomo III.

Sbarcati sulle isole, vi sentirete catapultati in un altro mondo, con orizzonti sterminati davanti ai vostri occhi, scogliere a picco sul mare, resti risalenti al neolitico, miti, leggende e pochi alberi a sbarrarvi lo sguardo. Sono isole dai colori forti, che se baciate dal sole, si accendono e colpiscono dritte al cuore; mentre nei giorni cupi e di tempesta, vi daranno un assaggio di vita dura e intensa.

Ale Scozia FOTO 2

Sono cresciuta fra gli estremi e li ho cercati io stessa, emulando inconsciamente esperienze dimenticate. Inseguo ancora gli stati alterati, però lo faccio con maggiore consapevolezza. Voglio avere una storia ma devo averla da sobria. Scelgo forza, bellezza e creatività. Come gli apparecchi per generare elettricità, sto cercando di trovare il modo giusto per sfruttare la forza e raggiungere gli obiettivi senza farmi distruggere dall’energia che desidero. Amy Liptrot

 

Ale Scozia FOTO 3

La fattoria in cui cresce Amy, si trova vicino alla baia di Skaill, una spiaggia lunga circa 1km e mezzo, deve sorge l’insediamento neolitico di Scara Brae, un villaggio già fiorente prima che Stonehenge fosse costruito. Amy ed i suoi amici d’infanzia nuotano nella baia, ed osservano incuriositi i turisti, che arrivano qui anche da molto lontano, per ammirare questi reperti archeologici, che per i nativi dell’Isola, fanno parte invece del paesaggio di tutti i giorni. Questa baia sembra perduta nel tempo, i colori del mare sono caraibici e spesso si confondono con il blu turchese del cielo, rendendo indefiniti i confini tra cielo e mare.

Skara Brae era già un villaggio fiorente, prima che Stonehenge fosse costruito, prima delle piramidi di Giza. Dobbiamo fare un passo indietro nel tempo di 5000 anni, per capire cosa esiste e resiste qui. Sommerso per secoli, da sedimenti che lo celavano all’occhio umano, fu scoperto dopo una tempesta che nel 1850 lo fece riemergere dalla sabbie del tempo.

Copia di FOTO 4

Il campo più grande, vicino alla fattoria dei genitori di Amy, è chiamato “Outrun”, da cui prende il titolo il suo libro nella versione originale. E’ il campo più distante dalle case, dove vivono animali selvatici e di fattoria insieme e dove gli spiritelli si muovono in libertà.

Amy è cresciuta imparando l’alternarsi delle stagioni e dei lavori agricoli, conoscendo gli animali e i loro cicli vitali, diventando una ragazzina spericolata, pronta ad arrampicarsi sulle scogliere senza temere di cadere. Ha osservato i cieli dove le nubi si rincorrono e riversano tonnellate di pioggia sulla terraferma, dove specie rare di uccelli nidificano e dove può capitare di trovare un cucciolo di foca scaraventato a riva dalla forza del mare.

Copia di FOTO 5

Il vento su queste isole non cessa quasi mai di soffiare e “le vecchie case sono basse e solide, come la gente di qui”. Questo particolare clima ci ricorda che siamo su un’isola, anche se i locali la chiamano Mainland, la più grande dell’arcipelago. Il Mystical Ring of Brodgar, insieme ad altri monumenti di interesse preistorico, si trova nella parte del Mainland occidentale. Lungo la strada per Scara Brae. Questo ampio cerchio di Menhir, alcuni dei quali sono alti più di 5 metri, si trova su un piccolo istmo di terra tra i Loch Stenness e Harray.

 Copia di FOTO 6

Da qui, quando il cielo è limpido si possono intravedere le scogliere dell’Isola di Hoy, imponenti e suggestive. Le Orcadi sono piene di alte scogliere come queste o quelle di Yesnaby, disseminate di faraglioni a strapiombo sul mare e sede di forti correnti marine, causa di molti naufragi. Una volta da ragazzina Amy, ha rischiato di finire fuori strada vicino alle scogliere di Yensaby, purtroppo famose anche, come luogo ideale per suicidarsi.

 

Copia di FOTO 7 HOY

I genitori di Amy sono inglesi: si erano conosciuti da ragazzi a Manchester e insieme si sono trasferiti alle Orcadi, comprando la fattoria, per vivere a contatto con la natura, secondo un modello di vita semplice e genuino che Amy ha apprezzato soprattutto da bambina, fino alla crisi adolescenziale:

A diciott’anni non vedevo l’ora di andarmene. La vita alla fattoria mi sembrava sporca, dura e malpagata. Io volevo comodità, glamour, volevo trovarmi al centro del mondo. Non capivo chi diceva di voler vivere in campagna per stare a contatto con la natura. Trovavo le persone più interessanti degli animali. In inverno, costretta a indossare orrendi indumenti per aiutare a rigovernare il bestiame, sognavo l’energia vitale della città.

Se nella fattoria ha potuto vivere giorni spensierati immersa nella natura, quegli anni sono però anche stati segnati dalla malattia del padre, una psicosi maniaco-depressiva nota come disturbo bipolare di cui soffriva già dall’età di quindici anni. La sua presenza era alternata ad anni di assenza, fin dalla nascita di Amy, come apprendiamo già nel prologo:

In mezzo al turbinio delle pale di un elicottero, una donna in sedia a rotelle con una bambina appena nata tra le braccia viene spinta lungo la pista di atterraggio dell’isola verso un uomo in sedia a rotelle e camicia di forza che viene spinto dalla direzione opposta.

Quel giorno i due, entrambi ventottenni, sono stati assistiti nel piccolo ospedale lì vicino. Lei ha partorito la sua prima figlia. Lui, urlante e fuori controllo, è stato immobilizzato e sedato.

 

Copia di FOTO 8

Finite le superiori, Amy scappa a Londra, dove si laurea. Di tanto in tanto, torna all’isola a fare visita ai genitori ma si sente sempre più fuori posto; loro si sono separati e hanno venduto la vecchia colonica, i capisaldi della sua infanzia non ci sono più, così decide di rimanere a vivere a Londra. La città la fa prigioniera, con la sua vita scintillante di feste e ritrovi, dove però sfidare i limiti la porta a divenire dipendente da droghe e dall’alcol. Amy entra in loop infinito di sbronze e abuso di sostanze, dove passa dai rari momenti di sobrietà vissuti con disperazione alla ricerca di nuovi sballi per scacciare il malessere, a continue ricadute che la prostrano sempre più, fino a perdere il controllo delle proprie azioni e rischiare la vita durante un tentativo di stupro, ma soprattutto fino a perdere il ragazzo di cui è innamorata, che non riesce più a vederla in quello stato.

Come spesso accade, bisogna toccare il fondo prima di riuscire a risalire, ammesso che si riesca a farlo in tempo, prima di autodistruggersi definitivamente.

Non riuscivo a credere che la tristezza durasse tutto quel tempo. (..) Mi ero spinta troppo oltre e non sapevo come fare a tornare indietro. (..) Una notte ebbi una specie di rivelazione, fugace ma al tempo stesso grandiosa e ardita. (..) in quell’istante vidi che una vita da sobria era non solo possibile, ma anche piena di speranza, abbagliante.

Inizia così un percorso duro di riabilitazione, che riesce a portare a termine e che le permette di provare a ricostruire la sua vita, tornando proprio là da dove era fuggita, in quelle isole dove la bellezza della natura, la sua maestosa forza ed equilibrio, la faranno riconciliare col suo passato.

Copia di FOTO 9

Molto della sua storia, si svolge tra questi luoghi e Kirkwall, luogo in cui va a vivere la madre, dopo il divorzio. Questa città è la più popolata delle isole del Mainland Scozzese e la principale delle isole dell’arcipelago delle Orcadi, fulcro commerciale e capoluogo amministrativo, situata in una baia, arretrata rispetto al mare.

La cattedrale di St. Magnus, conosciuta come “The light in the North” risale al 1137 ed è dedicata a Magnus, del quale ne contiene le reliquie. E’ stata costruita in arenaria, una particolare pietra rossa inconfondibile.

Pure se siamo in un’isola, la vita nella Mainland è molto diversa da quella delle isole più piccole e remote. La vita di città è diversa da quella della fattoria. Amy, lontana da tutto, costruisce muri a secco e ricostruisce se stessa, controlla gli animali della fattoria e si prende cura di sé, si trasforma e si ritrova a contatto con la natura. Mentre vive a Kirkwall con la madre, inizia a lavorare per la RSPB ed inizia ad interessarsi all’ornitologia, andando alla ricerca di uccelli rari, come il “re di quaglie”. Tutte le notti per ore, in giro in lungo ed in largo sull’isola, accompagnata dalla fotocamera del suo cellulare, una cartina e dalle luci delle città che a mano a mano si affievoliscono, più ci si addentra nella campagna e si esce fuori dal centro abitato.

Copia di FOTO 10

A nord della Scozia ci sono numerose isole disabitate, abbandonate dalla metà del 900, quando lo spopolamento è diventato così importante, da non permettere agli abitanti restanti di rimanere. Fra le isole abbandonate delle Orcadi ci sono Cava, Faray, Fara, Eynhallow associata a racconti sulle isole fantasma; Swona abbandonata definitivamente nel 1974 dalle persone, ma dove vivono ancora i tori; Copinsay bellissima e piena di pulcinelle di mare, foche e panorami incredibilmente magici e molte altre isole.

Dopo aver finito il suo lavoro per la RSPB, Amy decide di lasciare il Mainland e di trascorrere l’inverno al Rose Cottege sull’isola di Papa Westray, o Papay come è chiamata dai suoi abitanti. Si trova a circa 7 km a nord dell’arcipelago, abitata da circa 70 persone.

 

La sua terapia di recupero è la vita a Papay, dove si immerge nello studio e nell’osservazione delle rare specie di volatili, nell’esplorazione delle isole più remote dell’arcipelago. La sua catarsi passa attraverso le nuotate nelle acque gelide, a contatto con le poche persone che vivono sull’isola, collegata al mondo attraverso internet. Si immerge nello studio della morfologia del cielo sopra le isole, e nella storia di questi avamposti disseminati tra l’Atlantico e il Mare del Nord.

La North Hill di Papay è la punta estrema dell’isola, popolata da pulcinelle di mare, gazze marine, urie, cormorani e tante altre specie di animali. La North Hill è una riserva naturale della Royal Society for the Protection of Birds (RSPB), quella per cui Amy lavora mentre si trova sulla Mainland delle Orcadi. Molte specie di uccelli, anche rari, nidificano in queste zone. Qui è possibile vedere anche la primula scotica o “Scottish primrose”, un fiore tipico di questa area, dove è presente in grandi quantità .

In estate a queste latitudini, la luce dura quasi fino a mezzanotte con pochissime ore di buio e poi di nuovo si vedrà sorgere il sole. Ma l’inverno se pur duro, passa in fretta e già agli inizi di marzo, pian piano, il sole riprenderà il suo dominio su queste terre incontaminate e ricche di storia e leggende.

Copia di FOTO 12 Knap of Howar papay

Papay è ricca di siti archeologici, ne vanta ben sessanta. Uno di questi riguarda i resti del Knap of Howar, risalenti al Neolitico. Secondo la tradizione, nell’ottavo secolo, il re dei Pitti, Nechtan, (che si convertì alla religione cristiana nel 715 dopo Cristo) tentò di sedurre una giovane donna, chiamata Triduana, la quale, in tutta risposta, si cavò gli occhi e glieli mandò infilati in una spina. Ci sono varie versioni della storia, una di questa dice che il re tentò di violentarla; altre che questo fu un gesto d’amore.

Più tardi, la donna diventò badessa in un convento a Restalrig, attualmente parte della città di Edimburgo, e fu in seguito canonizzata come Santa Tredwell. Anche se molti ritengono che in verità fosse una dea. Una cappella venne dedicata a lei sull’isola di Papa Westray e diventò ben presto sede di pellegrinaggio per le persone con problemi agli occhi.  I resti della Cappella di St Tredwell si trovano su un tumulo conico su una piccola penisola a St Tredwell’s Loch. Alcuni pensano che Triduana sia sepolta qui e che abbia vissuto sola all’interno della cappella; è più probabile invece che i suoi resti, siano stati portati qui. Nel Nord della Scozia ci sono svariati pozzi sacri ed altri siti dedicati a Triduana, come la vetrata colorata nella cattedrale di St Magnus, che la raffigura, serena e con l’aureola, attraversata dalla luce, che lei non poteva più vedere. Nel XII secolo la cappella divenne meta di pellegrini con disturbi alla vista o ciechi. Nella saga degli uomini delle Orcadi, si narra che Harald Maddadsson torturato nel 1201, fu portato dove riposava la santa e recuperò così salute, vista e parola.

La Gran Bretagna è un’isola dell’Europa, Le Orcadi sono un arcipelago della Gran Bretagna, Westray è un’isola delle Orcadi, Papa Westray è un’isola di Westray, l’Holm of Papay” è ancora più remota e solitaria. Le Orcadi sono piene di Holms, termine che sta a significare: isolotto, in mare aperto, vicino alla costa di un’isola più grande.

papa westray
Per questa foto, ringraziamo Valentina

 

Amy raggiunge Papay da Kirkwall in aereo; che dopo una piccola sosta a Westray, sorvolando prima Thieves Holm, un’isolotto disabitato; Hellir Holm con il suo faro immutato; Shapinsay ed il suo castello vittoriano ed infine Eegilsay dove fu giustiziato St Magnus, arrivando in fine a Papay.

Il collegamento aereo da Papa Westray e Westray è noto come il volo di linea più breve del mondo, della durata di appena due minuti. Amy arriva in fretta e lascia Papay più lentamente, via mare, con una traversata che richiede 30 minuti circa.

Westray è definita la “regina delle isole” ed è quella più a nord-ovest dell’arcipelago e la seconda più estesa tra le North Isles; conta una popolazione di circa 300 abitanti. Mentre ci vivono circa 100.000 specie di uccelli marini ed animali!! Scogliere maestose, fari e tutto quello che più affascina di queste isole pittoresche.

Copia di FOTO 14

Le Churchill Barriers, dove si possono vedere la maggior parte dei relitti marini, sono sbarramenti costruiti durante la II Guerra Mondiale, con lo scopo di far arenare i sottomarini nemici nella baia di Scapa Flow, uno dei porti naturali più grandi al mondo. Durante la guerra, 55 navi colarono a picco e si inabissarono, mentre altre rimasero incagliate nelle acque basse. Molte furono recuperate, ma altre giacciono ancora sui fondali e attirano sub provenienti da tutto il mondo.

Copia di FOTO 15

È possibile vedere parecchie foche sulle isole, qui chiamate “Selkie”, termine che rimanda alle storie di quelle che assumono sembianze umane. Si narra che, le selkies, “sguisciano nude e bellissime dalla pelle di foca e danzano sulle spiagge sotto la luna piena, come le descrive George Mackay Brown nel suo Lungo l’oceano del tempo. Se la palle si perde o viene rubata, le selkies non possono ritornare foche”. Circolano voci di uomini che nascondevano le pelli, per prendere in spose queste fanciulle, che sarebbero per sempre appartenute al mare.

Copia di FOTO 16

Sono venuta al mondo in mezzo a scene drammatiche, ho vissuto tra i naufragi e gli ululati delle tempeste, con la nascita e la morte degli animali, le visioni religiose, al limitare del caos, con la possibilità di un imminente avvenimento esaltante e la concomitante minaccia che qualcosa andasse storto. Una parte di me pensa che le fluttuazioni frenetiche siano, se non proprio normali, quantomeno auspicabili, così sono cresciuta aspettandomele e persino cercandole. L’alternativa, l’equilibrio, mi appare scialba e riduttiva. Cerco le emozioni forti e voglio sentirmi più viva. 

 

Introduzione: Pina Bertoli

Recensione, stile e trama: Pina Bertoli

Geografia e descrizione delle isole: Alessandra Carini

Foto: Alessandra Carini

Foto del libro: Pina Bertoli

Articolo scritto in collaborazione con Alessandra Carini de “50 sfumature di viaggio” (link al blog e alla pagina fb)

HTTPS://50SFUMATUREDIVIAGGIO.COM

https://www.facebook.com/50sfumaturediviaggio/

A questo Link trovate una presentazione delle Orcadi (in inglese)

Qui potete leggere l’incipit