Nella vita di un uomo possono esserci vari amori, ma io preferivo viverne uno soltanto, fino in fondo. Intendo dire che, sebbene quella fosse la prima volta che imboccavo la via dell’amore, sapevo già che sarebbe stata l’unica. (..) L’amore è difficile da afferrare come un’ispirazione ancora vaga: quando non c’è, il cervello è un mare morto; solo quando le onde cominciano ad alzarsi impetuose si capisce che la solitudine del mondo può essere rovesciata, basta cogliere l’attimo per spalancare uno spazio infinito. Terminata la tempesta, non resta che ancorarsi per bene alla riva cui si è approdati.

Il ciliegio del mio nemico, di Ting-Kuo Wang, Neri Pozza editore 2018, traduzione dal cinese di Maria Gottardo e Monica Morzenti, pagg 203

Su questo delicato romanzo – del tutto permeato dell’atmosfera orientale che ci si può aspettare da un autore cinese – aleggiano due grandi presenze: l’amore e il destino. Il protagonista spesso si arrovella sul fatto che se il destino, in una determinata circostanza, non avesse creato una certa successione di eventi, la sua vita, e quella degli altri a lui vicini, avrebbe preso una piega diversa. Ma di questo ci si accorge sempre dopo, quando, ripercorrendo a ritroso gli eventi, si capisce quale catena di piccoli e insignificanti dettagli si siano coagulati insieme per dare una svolta alla vita. Svolte dietro alle quali, a volte, la vita arride luminosa e foriera di felicità, mentre altre elargisce solo tristezza e solitudine.

Il protagonista del romanzo, di cui sappiamo tutto – tranne il nome – dalla sua stessa voce, è un uomo di mezza età, vive in una località piuttosto insignificante, se non squallida, lungo la costa e gestisce una caffetteria in cui entrano pochissimi clienti. In quel bar in verità ci vive, essendosi lasciato alle spalle una vita che, d’improvviso, si è svuotata di qualsiasi significato. All’uomo è toccata in sorte un’infanzia dolorosa, e una giovinezza faticosa, nella quale ha dovuto rimboccarsi le maniche per riuscire a risalire nella società da una posizione molto svantaggiata. Spinto da una grande determinazione e da una forte voglia di riscatto, ha mosso alcuni passi nella direzione giusta; ma l’evento che gli ha dato un’ulteriore  slancio è stato l’incontro – anch’esso orchestrato dal destino – con Qiuzi, la delicata ragazza che diventerà sua moglie e per il benessere della quale, lui si butterà con tutte le sue energie nel lavoro.

La loro storia d’amore – per niente dissimile da molte altre – sembra riempire le loro esistenze, con alti e bassi come spesso accade, ma ravvivata da sentimenti che appaiono molto solidi. Le prime crepe si manifestano a seguito di un evento traumatico, il terribile terremoto del 1999, durante il quale l’uomo e Qiuzi non restano feriti, ma lo shock per la ragazza – che rievoca un altro evento funesto della sua fanciullezza – è drammatico ed ha un impatto molto forte sul loro legame. Ben più incisivo è però un altro evento: la conoscenza di Luo Yiming, un dirigente bancario, noto benefattore della cittadina. L’uomo, appassionato di fotografia, organizza dei corsi gratuiti a casa sua e Qiuzi diviene una sua entusiasta allieva. Ecco ancora il destino in agguato: se la ragazza non avesse iniziato a frequentare la casa di Luo Yiming, forse non non sarebbe accaduto ciò che, invece, ha impresso sulle loro vite una svolta irrimediabile.

Tutto questo lo scopriamo passo passo, mentre l’uomo si racconta alla figlia di Luo Yiming, che a sua volta cerca di ricostruire gli eventi che hanno minato l’integrità fisica e mentale di suo padre, al punto da indurlo a tentare il suicidio. Dopo essersi recato, una mattina, nella caffetteria del protagonista, anni dopo che Qiuzi si era affacciata alla sua vita.

In sogno anniento il nemico, accanto al letto fiorisce il ciliegio.

In parallelo alla storia d’amore, l’autore, attraverso il protagonista e il suo lavoro nel settore immobiliare, fornisce al lettore una esauriente visione della speculazione edilizia e del castello a volte fittizio su cui essa, e i suoi attori senza scrupoli, poggiano. Perfetta fotografia di un periodo storico, questo romanzo fissa anche altre coordinate storico-sociali, come appunto il terremoto del 1999 (in cui persero la vita circa 2000 persone e centinaia di edifici crollarono) e l’epidemia di SARS, che colpirono Taipei.

Qui potete leggere l’incipit

Ting-Kuo Wang è nato nel 1955 a Taipei, Taiwan. Ha iniziato a scrivere racconti all’età di diciassette anni. Il ciliegio del mio nemico è il suo primo romanzo, celebrato da Asia Weekly come una delle opere dell’anno.