Qualche giorno fa, ho voluto ricordare Tabucchi, la sua onestà intellettuale, oltre, naturalmente, al suo grande valore letterario espresso in opere eccelse. Oggi vorrei dedicare qualche riflessione ad un uomo e scrittore di cui ho letto quasi tutto molti anni fa e la cui statura morale e la valenza letteraria meritano grande attenzione.

-Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia … A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma … Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato … E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l?italia, ed è già oltre Roma … (cit pag 134-135)

Sciascia civettaLeonardo Sciascia, ne “Il giorno della civetta, mette in bocca queste parole a Brescianelli, l’amico del capitano Bellodi, il protagonista del romanzo. Sciascia scrive questo romanzo nel 1961, ma a rileggerlo oggi non si può che constatare quanto avesse guardato lontano e quanto attuale sia ancora oggi il romanzo. Se volete, qui potete leggere un riassunto della trama. “Il giorno della civetta” fu il primo romanzo – o racconto lungo, come Sciascia preferiva definire le sue opere – che lessi alle scuole medie.

Seguirono poi gli altri (nella foto di copertina), con crescente interesse per questo autore che divenne ed è tutt’ora uno dei miei preferiti. Di lui apprezzo lo stile, una scrittura che punta all’essenziale, scarna, frutto di un lavoro che procede per sottrazione (come lui stesso affermava), il velo dell’ironia che lo caratterizza, e la denuncia che sottende alle trame dei suoi racconti.

Leonardo Sciascia, scomparso nell’autunno del 1989, è stato un intellettuale puro che credeva nell’eresia e scriveva le sue opere con il convincimento di dare fastidio.

Ogni suo libro è diventato un caso. Nelle sue invettive colpiva sempre nel segno, perché lo scrittore siciliano non è stato mai disponibile al compromesso e all’opportunismo. Nicola Vacca, sul blog  “La poesia e lo spirito

Segnalo le edizioni Adelphi:

Sciascia opere adelphi

 

Opere Volume 1: Narrativa Teatro Poesia

ed. 2012, a cura di Paolo Squillacioti

 

 

 

 

 

Sciascia opere vol 2 adelphi

Opere Volume 2: Inquisizioni, Memorie, Saggi

ed. 2014, a cura di Paolo Squillacioti

 

 

 

 

 

Dovrebbe uscire anche un terzo volume.

Sciascia a futura memoria

 

A futura memoria (se la memoria ha un futuro)

ed. 2017, a cura di Paolo Squillacioti

Raccolta di trentuno articoli, usciti tra il 1979 e il 1988,  che riguardano soprattutto la mafia e il caso Tortora.

 

 

Vi segnalo il sito “Leonardo Sciascia web“, in cui trovate moltissimo materiale sulle opere:

https://www.amicisciascia.it/

E un articolo che contiene un’analisi attenta della personalità e del pensiero di Sciascia:

https://www.internazionale.it/opinione/claudio-giunta/2017/04/02/leonardo-sciascia

Vi lascio da leggere l’incipit de “Il giorno della civetta”, folgorante e già foriero del clima che si respira nel racconto:

L’autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell’alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice: solo il rombo dell’autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l’autobus si mosse con un rumore di sfasciume. L’ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza, colse l’uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all’autista – un momento – e aprì lo sportello mentre l’autobus ancora si muoveva. Si sentirono due colpi squarciati: l’uomo vestito di scuro, che stava per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato su per i capelli da una mano invisibile; gli cadde la cartella di mano e sulla cartella lentamente si afflosciò. Il bigliettaio imprecò: la faccia gli era diventata colore di zolfo, tremava. Il venditore di panelle, che era a tre metri dall’uomo caduto, muovendosi come un granchio cominciò ad allontanarsi verso la porta della chiesa. Nell’autobus nessuno si mosse, l’autista era come impietrito, la sinistra sulla leva del freno e la destra sul volante. Il bigliettaio guardò tutte quelle facce che sembravano facce di ciechi, senza sguardo; disse – l’hanno ammazzato – si levò il berretto e freneticamente cominciò a passarsi la mano tra i capelli; imprecò ancora.