Concludo, con questo post, la lettura degli undici Sonetos del amor oscuro . Torneranno altri appuntamenti con la poesia di Lorca. Intanto vi ricordo che sul blog, nella categoria “Lorca”, trovate anche i post dedicati al teatro e ad altre opere lorchiane.

 

Noche del amor insomne

 

Noche arriba los dos con luna llena,

yo me puse a llorar y tú reías.

Tu desdén era un dios, las quejas mías

momentos y palomas en cadena.

 

Noche abajo los dos. Cristal de pena,

llorabas tú por hondas lejanías.

Mi dolor era un grupo de agonías

sobre tu débil corazón de arena.

 

La aurora nos unió sobre la cama,

las bocas puestas sobre el chorro helado

de una sangre sin fin que se derrama.

 

Y el sol entró por el balcón cerrado

y el coral de la vida abrió su rama

sobre mi corazón amortajado.

 

Notte dell’amore insonne*

 

Su per la notte io e te, la luna piena,

tu che ridevi, io a piangere mi misi.

Un dio era il tuo sprezzo, ed i sospiri

miei colombe e attimi in catene.

 

Giù per la notte io e te. Cristallo e pena,

piangevi in fondi abissi, tu. Le mie

angosce erano un gruppo di agonie

sul tuo cuore di sabbia, così tenue.

 

Ci ricongiunse sopra il letto l’alba,

le bocche sulla gelida sorgiva

di un sangue che dilaga ininterrotto.

 

E il sole entrò per la chiusa veranda

e aprì i rami il corallo della vita

sopra il mio cuore in un sudario avvolto.

 

*traduzione di Mario Socrate

 

Si può meglio capire il sonetto – come del resto gli altri che abbiamo letto nella serie – tenendo in conto quanto il movimento surrealista abbia inciso sulla poetica e sull’universo immaginifico di Lorca. La fusione tra sogno e realtà, tra il giorno e la notte, tra luna piena e luce del sole; il peso e il valore dell’immagine, il suo potere evocativo e il simbolismo di cui si carica, sono sicuramente connesse con la corrente surrealista.

Questo sonetto presenta una costruzione parallelistica nella fronte, introdotta dalla reiterazione anaforica all’inizio di strofa della parola noche”. Questa dà la dimensione spazio-temporale in cui si situa l’azione; “noche arriba” in Q1, “noche abajo” in Q2, entrambe dominate da simboliche presenze negative: “luna llena” e “cristal de pena” – le lacrime. La semantizzazione di questi lessemi appartiene all’universo poetico lorchiano e già in molte altre poesie essi costituivano lo sfondo negativo su cui si proiettavano vicende tragiche. Emergente su tutti la luna, presenza malefica che troveremo ripetutamente anche nel “Romancero gitano”.

Il discorso poetico sviluppa poi il parallelismo tra i due amanti: questi sono visti nella loro unità, “los dos”, nel primo verso ma poi si separano. Da un lato i sentimenti, le reazioni dell’io poetico, dall’altro quelle dell’amato.

Lorca schema

Tra Q1 e Q2 si nota un approfondimento emotivo: mentre in Q1 sono contrapposti il dolore dell’io poetico – “las quejas mías/momentos y palomas en cadena”, lamenti trattenuti come colombe incatenate –  e l’indifferenza dell’amato – “tu desdén era un dios”, un disprezzo potente come un dio – , in Q2 c’è il coinvolgimento dell’altro in un sentimento comune di dolore: “llorabas tú” e “tu débil corazón de arena”, fragile come la sabbia, sullo stesso piano di “mi dolor”.

Nelle terzine i due amanti appaiono congiunti, considerati nella loro unità emotiva. T1 fornisce la dimensione spazio-temporale, “la aurora nos unió sobre la cama”, sulla quale è proiettata la visione tragica di questo amore.

In T2 compare un altro elemento simbolico evocatorio che ricorre nell’opera lorchiana: il “balcón” nella sua semantizzazione è l’ostacolo che apre o chiude la comunicazione tra la stanza e l’universo. Questo “balcón” è “cerrado” ma il “sol” e il “coral de la vida” riescono a penetrare e a raggiungere il “corazón amortajado” dell’io poetico e così a porsi in comunicazione con lui.

A livello metrico-sintattico, si registra la usuale predominanza di endecasillabi a maiore; solo tre sono a minore. Molti versi hanno il primo emistichio tronco: sono otto in totale, equamente distribuiti tra quartine e terzine. Al v.10 c’è “encabalgamiento sirremático versal”, unico esempio nel sonetto, mentre ai vv. 6,7,8 e 10 c’è “encabalgamiento sirremático medial”; inoltre il v.11 registra un “encabalgamiento oracional medial”.

Magritte luna