E anche settembre è sfumato; a Milano fa ancora caldo, il sole non ci vuole abbandonare nelle mani delle nebbioline mattutine e qualche giorno di pioggia non ci ha ancora convinti che l’estate ormai è un ricordo. Sono felici i miei cani, che ancora si possono godere lunghe passeggiate e corse al parco, e anch’io che sulla panchina in fondo al recinto, posso ancora leggere qualche pagina all’aria aperta.

Questo mese ho goduto delle belle letture e qualche rilettura; ho avuto una settimana di astinenza legata all’intervento agli occhi, ma ora posso riguadagnare il tempo perduto.

Queste sono state le mie letture di settembre:

Viet Thanh Nguyen, Il simpatizzante. Vietnam revisited

Navid Kermani, Stato di emergenza. Viaggi in un mondo inquieto

Ivica Đikić, Cirkus Columbia

Simona Baldelli, Vicolo dell’Immaginario

Jón Kalman Stefánsson, I pesci non hanno gambe

 

Anche questo mese, dunque, ho viaggiato in paesi lontani, ho scoperto nuovi autori e case editrici, e ho ritrovato conferme su due autori già letti in passato. Per la scelta del libro del mese sono stata molto combattuta tra “Il simpatizzante” e “I pesci non hanno gambe“. Alla fine ha prevalso:

Stefansson i pesci non hanno gambeI pesci non hanno gambe, di Jón Kalman Stefánsson, Iperborea editore 2015, traduzione di Silvia Cosimini, pagg. 440, copertina di Emiliano Ponzi

Questo romanzo è tante cose: una saga domestica e nazionale, un romanzo di formazione, un condensato di riflessioni sul senso della vita, su cosa è importante e va preservato, sui limiti e la fragilità dell’uomo. È un canto corale, in cui i destini si incrociano, si sfiorano, si attraggono e si allontanano, a volte in un silenzio opprimente, altre con un grido assordante. È un canto d’amore alla natura, alle sue leggi, al paesaggio, al mare, ai pesci che vi abitano e agli uccelli che lo sorvolano.