L’estate volgeva alla fine. L’ansia di Péter e Gábor cresceva. Sapevano che presto avrebbero ricevuto l’ordine di reclutamento. A ogni loro incontro tuttavia quell’ansia si manifestava in modo diverso. Ora concepivano un piano per fuggire e nascondersi a Budapest, poi facevano finta che il giorno della chiamata fosse ancora lontano e che non aveva senso pensarci, poi si convincevano a vicenda che a loro non sarebbe accaduto nulla e che sicuramente dopo la guerra avrebbero fatto con Honza la gara di nuoto per stabilire una volta per tutte chi aveva diritto a Mária. (pag. 59)

Accadde il primo settembre (o un altro giorno), di Pavol Rankov, Safarà editore 2017, traduzione di Alessandra Mura

Dalle mie letture avrete sicuramente capito che ho una predilezione per quei romanzi che raccontano la Storia attraverso le vite dei personaggi comuni che la vivono in presa diretta, a volte inconsapevoli protagonisti di eventi che cambiano le sorti del mondo, altre provando a farne parte attivamente, stravolgendo la propria vita, perdendo gli affetti più cari e ritrovandosi poi a ricordare ciò che è accaduto come un ineluttabile disegno in cui si è stati costretti ad avere un ruolo.

Levice Slovacchia
Levice, Slovacchia

Il romanzo di cui vi parlo oggi, appartiene a questo genere ed è uno dei più belli che abbia letto negli ultimi anni: un grande affresco che aiuta a capire gli avvenimenti tragici e i cambiamenti di un’epoca che, passando attraverso una guerra devastante, ha mutato in modo incontrovertibile il volto e il destino di intere nazioni e di popoli. In questo quadro generale, seguiamo le vite dei personaggi che, loro malgrado, si trovano ad attraversare anni difficili cercando di mantenersi in vita e di non disperdere la loro amicizia e il loro amore per una donna, che li unisce e dà un senso alle loro esistenze. Un amore che sembra richiamarsi all’amore per la patria divisa e aggredita: il tendere verso un obiettivo che sembra sempre a portata di mano ma che proprio quando sembra più vicino, sfugge e si allontana.

boemia
Boemia

Conosciamo Peter, ungherese, Ján, ceco, Gabriel, ebreo, da ragazzi quando, innamorati della loro compagna Mária, decidono che sarà una gara di nuoto a decidere chi tra di loro potrà iniziare a corteggiarla. Gara che sarà fissata per il primo settembre, nella piscina di Levice, la cittadina slovacca dove vivono, una tra le poche ad avere in quegli anni una piscina. La storia inizia nel 1938, un anno che sarà l’inizio degli eventi che trascineranno l’intera Europa nella tragedia della seconda guerra mondiale, dell’affermarsi del comunismo nei paesi dell’Est, della nascita dello stato di Israele, della cortina di ferro, delle emigrazioni verso gli Stati Uniti per fuggire a persecuzioni razziali e politiche.

Per capire meglio il contesto socio-politico in cui la storia di questi ragazzi è ambientata mi sono documentata sulla tormentata storia della Cecoslovacchia, paese che oggi – dopo 75 anni – è diviso in due nazioni separate, ma che all’avvio del romanzo era uno stato unico, nato dopo la prima guerra mondiale, dall’unione di Boemia e Moravia con la Slovacchia. I cechi erano ad un livello di sviluppo industriale ed economico più avanzato rispetto alla Slovacchia – prevalentemente agricola -, che gli Ungheresi consideravano l’ “Ungheria settentrionale”. La cittadina di Levice, nella quale vivono da giovani i protagonisti, si trova vicino al confine con l’Ungheria. La popolazione di origine ungherese era numerosa, così come i tedeschi (effetto della multiculturalità derivata dall’Impero Austroungarico) e con l’avanzata di Hitler – dopo l’annessione dell’Austria – e la rinascita del revisionismo ungherese, il paese divenne un obiettivo di annessione alla Germania. Nel 1938 Hitler, con l’Accordo di Monaco, riuscì ad impadronirsi di parte della Boemia, della Moravia e della Slesia; mentre l’Ungheria estese i propri confini inglobando la Slovacchia meridionale.

Boemia e Moravia

È proprio da questo contesto che prende avvio la storia dei quattro protagonisti, che viste le loro diverse origini –che per loro però non costituivano alcun problema – devono affrontare in modo diverso l’ombra della Germania nazista che si abbatte sul loro stato: la pulizia etnica, le deportazioni, e via via l’estendersi del conflitto, i bombardamenti e tutto ciò che ben sappiamo di quei terribili anni.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, con la sconfitta della Germania, tutti quei territori dell’Europa centrale entreranno nell’orbita dell’Unione sovietica e passeranno sotto il regime comunista, che, soprattutto all’inizio, adottò sistemi molto repressivi per mantenere il controllo sulla popolazione. Il clima di diffidenza, la polizia politica si scontrano con gli ideali di tanti giovani, di contadini ed operai che aderirono con entusiasmo agli ideali del socialismo.

Le vicende che riguardano i protagonisti li portano a continue separazioni e ricongiungimenti, ciascuno cercando di rimanere a galla e di seguire il proprio destino. E il loro appuntamento fisso è il primo settembre, occasione per mettere in atto la fatidica gara, e stabilire a chi spetti la possibilità di farsi avanti con Mária. Sono tutti e tre innamorati di lei e ciò risulta essere il collante della loro amicizia, anche quando si allontaneranno o faranno scelte di vita antitetiche. Naturalmente non voglio anticipare nulla, perché vi assicuro che una volta preso in mano, questo romanzo vi farà dimenticare tutto quello che avete da fare, vi farà passare qualche notte insonne perché è una storia trascinante, un incalzare di fatti e di emozioni, un alternarsi della sorte per cui non saprete mai cosa aspettarvi voltando la pagina.

rankov luiPavol Rankov è riuscito a costruire un meccanismo perfetto di interazione tra le vite dei protagonisti e ciò che li circonda; gli avvenimenti storico- politici, infatti, non sono uno sfondo distante, bensì l’hic et nunc in cui i protagonisti sono immersi.

Alternando il racconto tra l’uno e l’altro protagonista, possiamo seguire le esistenze di ciascuno e percepire i loro stati d’animo, capire il perché delle decisioni che prendono, delle sofferenze e delle gioie di ognuno.

Il romanzo è articolato in capitoli in ordine cronologico, dal 1938 al 1968: tanti anni e tanta vita raccontata.

Mi rifaccio alla nota dell’editore per quanto riguarda il progetto grafico che caratterizza questo volume. La bellissima copertina è illustrata da Mirko Fort e riprende l’evento cardine del romanzo: la gara di nuoto tra i protagonisti, il collante che unisce le quattro esistenze disperse dalla Storia e dai suoi tragici eventi. L’autore della copertina spiega così la sua idea:

La gara di nuoto rappresenta il baricentro della pagina così come è il baricentro delle vite dei protagonisti:il ragazzo si tuffa nello spazio della copertina dalla canna di un fucile in un’acqua rosso sangue, un tuffo che preannuncia l’ingresso in guerra dell’Europa e di loro tutti: la ragazza osserva dal bordo della piscina in un confine che diviene la bandiera della sua stessa patria, quasi una sola cosa con essa, poiché è proprio questa che lei incarnerà lungo il corso di una storia memorabile.”

Infine, merita una menzione il taglio trasversale del volume, una scelta originale e voluta, un “marchio di fabbrica” che rende visivamente la volontà dell’editore “di pubblicare libri trasversali, imprevedibili, capaci di trascinare il lettore lungo percorsi ancora inesplorati”: vi assicuro che è proprio così!

Potete leggere l’incipit qui.