Anche nell’ aldilà mi suonerà
la maledizione nell’alba:
«Non avrai mai fortuna,
che tu possa morire come un cane!»

Ricorderò con timore
il mio dio crudele,
la melagrana spaccata
sotto la luna piena.

L’anatra che si tuffava nel lago,
i tori insanguinati .
Come un segno lugubre
il richiamo della volpe nel buio.

Gli stornelli che scavavano nella roccia
come se fossero impazziti,
le spine nere che cacciavo con l’ago
dai piedi di mia madre.

*

Ora vago tormentato nel paese
come uno spirito accoltellato.
Non mi fa più paura la morte
né il freddo della sera.

So chi mi ha amato
nella collina delirante.
Un amore eterno:
il fango e il buio invernale.

Dietro le spalle m’insegue
come ombra il destino.
Tra i calmanti notturni scelgo
il veleno della vipera.

Due cose porterò con me
nel paradiso promesso:
i pianti in primavera delle prede
e i canti dei gitani.

Non piangere,
è il pettirosso che corre
sul ghiaccio del ruscello.

Presto fiorirà il mandorlo
e gli uccelli lirici ci canteranno
nelle vene.

Non piangere,
ho percorso la tua ferita
per raggiungerti.

Poesie scelte (1990-2007) libro di Hajdari Gezim

Poesie scelte (1990-2007), antologia di Gëzim Hajdari, Controluce editore, nuova edizione 2014 

Gëzim Hajdari, è nato nel 1957, ad Hajdaraj (Lushnje), Albania, in una famiglia di ex proprietari terrieri e commercianti, i cui beni sono stati confiscati durante la dittatura comunista di Enver Hoxha. Nel paese natale ha terminato le elementari, mentre ha frequentato le medie, il ginnasio e l’istituto superiore per ragionieri nella città di Lushnje. Ha studiato Lettere Albanesi all’Università “A. Xhuvani” di Elbasan e Lettere Moderne a “La Sapienza” di Roma.

In Albania ha svolto vari mestieri lavorando come operaio, guardia di campagna, magazziniere, ragioniere, operaio in una azienda per la bonifica dei terreni, due anni come militare con gli ex-detenuti, insegnante di letteratura alle superiori dopo il crollo del regime comunista; mentre in Italia ha lavorato come pulitore di stalle, zappatore, manovale, aiuto tipografo.

Nell’inverno del 1991, Hajdari è tra i fondatori del Partito Democratico e del Partito Repubblicano della città di Lushnje, partiti d’opposizione, e viene eletto segretario provinciale per i repubblicani nella suddetta città. È cofondatore del settimanale di opposizione Ora e Fjalës, nel quale svolge la funzione di vice direttore. Allo stesso tempo scrive sul quotidiano nazionale Republika. Più tardi, nelle elezioni politiche del 1992, si presenta come candidato al parlamento nelle liste del PRA, ma non risultò eletto.

Nel corso della sua intensa attività di esponente politico e di giornalista d’opposizione in Albania, ha denunciato pubblicamente e ripetutamente i crimini del ex-regime di Enver Hoxha, nonché la corruzione e gli affari sporchi tra mafia e i politici dei regimi corrotti post-comunisti di Tirana. Anche per queste ragioni, a seguito di ripetute minacce di morte, è stato costretto, nell’aprile del 1992, a fuggire dal proprio paese.

Bilingue e translingue, scrive e traduce in albanese e in italiano. Ha tradotto vari poeti albanesi in italiano. È stato invitato a tenere conferenze, lezioni e presentare la sua opera in vari paesi e università del mondo, ma mai in Albania, dove il suo contributo letterario viene ignorato volutamente dalla cultura di potere. È presidente del Centro Internazionale Eugenio Montale e cittadino onorario per meriti letterari della città di Frosinone. È considerato uno dei maggiori poeti contemporanei.

Dirige la collana di poesia “Erranze” per l’editore Ensemble di Roma. Ha vinto numerosi premi letterari. Sue opere, oltre all’italiano, sono tradotte in tedesco, spagnolo, inglese, francese.

Dal 2014 – 2018 ha tenuto un seminario sulla Lingua e Cultura Albanese presso l’Università di Macerata.

Dal 1992, vive come esule in Italia.

(fonte wikipedia)

Per un approfondimento:

https://www.doppiozero.com/materiali/oltreconfine/gezim-hajdari-il-cantore-del-xxi-secolo

https://lombradelleparole.wordpress.com/tag/poemetto-di-gezim-hajdari-maldiluna/

http://www.lamacchinasognante.com/intervista-a-gezim-hajdari-di-matilde-sciarrino/