La letteratura cinese contemporanea è un grande universo tutto da esplorare. Gli autori in madrepatria sono molti, ma non tutti vengono tradotti ed esportati; l’offerta del mercato editoriale italiano, comunque, è significativa e permette di conoscere autori sia dell’avanguardia post-Mao ( come Mo Yan e Hong Feng) e autori delle nuove generazioni (come Yu Hua e Su Tong).
Provo in questo post a dare alcune segnalazioni e, come sempre, vi invito a dire la vostra.
Uno degli scrittori più noti e rappresentativi ( Premio Nobel nel 2012) è sicuramente Mo Yan. Vi segnalo quello che è considerato il suo libro più importante.
La storia epica, grandiosa di questo capolavoro della letteratura cinese contemporanea, si staglia sullo sfondo degli sconfinati campi di sorgo «che in autunno scintillano come un mare di sangue». Dal banditismo degli anni Venti, alla cruenta invasione giapponese degli anni Trenta e Quaranta, fino al periodo che precedette la Rivoluzione culturale, Sorgo rosso racconta le avventure e gli amori del bandito Yu Zhan’ao e della sua famiglia, in un affresco che ritrae un intero popolo, tutto un Paese. Un Paese dalle campagne brulicanti di anime sperdute – contadini, soldati, monaci buddisti, maghi taoisti – in cui «un vento maschio spazza una terra femmina» e il sangue versato è «morbido e liscio come piume d’uccelli».
Vi consiglio anche il più recente “Le rane“, che tocca un tema delicato nella Cina rivoluzionaria, il controllo delle nascite.
Tutti i bambini della regione di Gaomi sono venuti al mondo grazie alle cure e alla sapienza delle mani di Wan Xin, l’unica levatrice della zona. Il suo è un talento naturale che in breve tempo la trasforma nell’amata custode dei segreti della maternità. Ma quando, a metà degli anni Sessanta, il partito è preoccupato per l’esplosione demografica e decide di porvi rimedio, Wan Xin diventa la severa vestale della politica per il controllo delle nascite imposta dal regime e si applica a praticare aborti e vasectomie con lo stesso zelo con cui portava nel mondo nuove vite. Col passare degli anni la campagna per il controllo demografico acquista un carattere di violenza repressiva a cui la stessa Wan Xin non riesce a sottrarsi: in un drammatico inseguimento, una donna partorisce su di una zattera in mezzo al fiume pur di salvare la vita al figlio. Quando all’inizio degli anni Novanta, la stretta del regime si allenta, Wan Xin vede crollare i motivi e gli ideali in cui aveva creduto e con cui aveva messo a tacere la sua coscienza. Finché, in una drammatica notte, tornando a casa, si smarrisce in una zona paludosa: il gracidare delle rane le ricorda il pianto dei bambini mai nati, i corpi gelidi degli animali, come piccoli feti abortiti, la circondano, la ricoprono, spingendola a un ripensamento di tutta la sua vita.
Per una biografia completa di questo scrittore vi suggerisco il sito “Sapore di Cina“.
Un altro autore considerato un must per chi vuole avvicinarsi alla letteratura cinese contemporanea è Gao Xingjian, anche lui insignito dal Nobel nel 2000, primo autore cinese a riceverlo.
Un viaggio tra le montagne, le foreste e i villaggi della Cina del sudovest narrato, a capitoli alterni, in prima e in seconda persona, da due personaggi che sono semplicemente un tu e un io. Tu va in cerca di Lingshan – la Montagna dell’Anima – dopo aver sentito da un altro viaggiatore delle sue meraviglie; io è uno scrittore perseguitato dal regime e allontanato da Pechino che, dopo l’errata diagnosi di un cancro al polmone, ha radicalmente cambiato la propria visione del mondo e va “alla ricerca della verità”. Il viaggio è l’occasione per un bilancio esistenziale, ma è anche e soprattutto un vorticoso e inesauribile intrecciarsi di storie e spunti narrativi raccolti in ogni villaggio visitato, che si rivela alla fine un percorso alla scoperta di sé e di quella “montagna dell’anima” che esiste dentro ogni uomo che sappia arrivarvi.
Su Tong ha scritto molti romanzi, tra cui il più noto è sicuramente “Lanterne rosse“, grazie anche al film ad esso ispirato che ha fatto conoscere al mondo l’attrice Gong Li.
Per sfuggire alla povertà, la giovane Songlian accetta di diventare la quarta sposa del ricco Chen Zuoqian. Siamo nella Cina pre-rivoluzionaria, in un medioevo che stenta a morire, e fra le regole che governano la casa di Chen vi è quella che dà al marito la facoltà di scegliere la donna con cui passare la notte. La bella Songlian non accetta passivamente la logica feroce della sua nuova condizione. L’inevitabile competizione con le altre mogli e il cerchio di solitudine che la imprigiona trasformano il suo coraggio e la sua protesta in armi spuntate, facendola cadere in una ineluttabile spirale di follia. Su Tong domina materia narrativa e scrittura donandoci, con il personaggio di Songlian, una figura incisa dentro il silenzio della Storia, eroina e vittima sacrificale. Da questo romanzo (precedentemente pubblicato con il titolo “Mogli e concubine“) il regista Zhang Yimou ha tratto l’omonimo film che ha segnato il definitivo ingresso della cinematografia cinese in Occidente e ha rivelato il talento dell’attrice Gong Li.
Una delle mie letture preferite tra le opere contemporanee:
Dello scrittore Yu Hua (di cui vi suggerisco anche “La Cina in dieci parole“) ho letto”Il settimo giorno” e ve lo consiglio per molte ragioni. Nella mia recensione ovviamente le trovate!
Tra gli autori capaci di ritrarre la Cina senza peli sulla lingua, vi consiglio di leggere Ma Jian, che ha scritto dei libri assolutamente imperdibili! Ve ne parlo in questo Focus autore.
L’altro autore che ho letto e mi è piaciuto è Ting-Kuo Wang. Il suo “Il ciliegio del mio nemico” è un romanzo delicato e dall’atmosfera assolutamente “cinese”. Nella recensione ve ne parlo più approfonditamente.
Recentemente ho letto il romanzo dell’autrice cino-canadese Madeleine Thien, che racconta, attraverso la storia di alcune generazioni di due famiglie, la storia cinese degli ultimi settant’anni. Un’opera davvero imperdibile, che trovate recensita qui.
Ci sono anche scrittrici molto interessanti che propongono libri rappresentativi della loro generazione. Tra di essi, uno è sicuramente “Shanghai Baby” di Zhou Weihui, che alla sua uscita fu censurato in Cina e dal quale è stato anche tratto un film dallo stesso titolo.
Da Shanghai, città multirazziale percorsa da nuovi fermenti, simbolo della Cina che cambia, arriva questo libro straordinario che si è affermato come un caso letterario clamoroso. Ha entusiasmato migliaia di giovani cinesi che vi si sono riconosciuti e lo hanno letto in massa. Coco è una venticinquenne ambiziosa e inquieta, ex giornalista e scrittrice, cameriera in un bar di Shanghai, che ama un ragazzo alto e bello, ma impotente ed eroinomane. Un giorno conosce un uomo d’affari tedesco, sposato, non esita a intrecciare con lui una rovente storia di sesso. Prigioniera di un gioco distruttivo, Coco rischia di andare alla deriva, ma trova nella vita la forza per riprendersi e affermarsi come scrittrice. Una storia estrema ed emozionante che dà voce a un’intera generazione di giovani cinesi di oggi.
A proposito di questa autrice e delle polemiche che accompagnarono l’uscita del romanzo, vi segnalo questo articolo su “Tutto Cina“.
Questa è la generazione che cambierà la Cina e il mondo: trecentoventi milioni di giovani, più dell’intera popolazione degli Stati Uniti. Dahai, figlio di un militare che sfoga curiosità e insoddisfazione online, «ripostare è potere»; Xiaoxiao, hipster del gelido nord che sfida la regola che ancora oggi vuole le donne sposate presto, prima di tramutarsi in scarti; Snail, schiacciato da un serio problema di dipendenza dai videogiochi online e motivato dal desiderio di lasciare la campagna; Fred, figlia di un uomo del Partito e studente di Scienze Politiche negli Stati Uniti; Mia, ribelle fashionista che si tatua un AK-47 e frequenta gli stessi locali di Pechino dove suona Lucifer, aspirante celebrità che abbandona il punk per il pop e i reality.
Nati tra il 1985 e il 1990, non hanno conosciuto Mao, ma la politica del figlio unico ha determinato la forma delle loro famiglie. Dopo un’infanzia coccolata, la pressione inizia presto: devono fare i conti con una scrupolosa disciplina scolastica e una feroce competizione per avere successo. Come i ragazzi di ogni latitudine vogliono uscire di casa, trovare un lavoro, innamorarsi. Alec Ash segue i sei personaggi e i loro sogni con empatia: sono suoi coetanei, la loro storia è anche la sua.
Nel romanzo “L’estate della svolta” l’autrice descrive la travolgente storia d’amore tra due personaggi, uniti dalla stessa indole anticonformista, che scelgono di collocarsi ai margini della società per perseguire una libertà interiore che pagheranno a caro prezzo: un ragazzo ribelle, con una complicata situazione familiare alle spalle, appena sedicenne al momento del primo incontro, e una donna dal fascino irresistibile, che ha il doppio della sua età e che di professione fa la truffatrice. I fatti sono narrati dalla prospettiva del narratore/protagonista maschile che, a circa sedici anni di distanza, rievoca con nostalgia e rimpianto la relazione, vagabonda e instabile, con la bellissima donna conosciuta casualmente su un autobus, non appena giunto da Nanchino a Pechino, dove si era trasferito per studiare arte e allontanarsi dal padre. La narrazione coinvolge anche i percorsi individuali di crescita dei due personaggi, sullo sfondo della Cina delle riforme, rivelando così le ragioni sociali e personali che li hanno indotti a compiere le loro scelte e proponendo inoltre i temi della memoria storica e dell’ineluttabilità del destino, accanto a riflessioni sulla scoperta della sessualità e dell’amore e sulla costruzione di un’identità adulta.
Per questo memoir vi rimando alla mia recensione; si tratta di un ritratto personale di una donna, ma anche della generazione di un intero Paese; con la sua storia, Zhu Xiao-Mei dimostra che anche se il potere ci può privare di tutto, soprattutto della cultura, della libertà e della dignità, nonostante ciò il nostro anelito interiore alla bellezza, all’arte non si spegne, e anzi diventa il salvagente che ci aiuta a sopravvivere. Come lei, così migliaia di prigionieri nei gulag staliniani, nei campi di concentramento nazisti, sono riusciti a non soccombere moralmente solo grazie all’arte che continuavano a mantenere viva nel loro animo.
“La festa bianca” è ambientata nella Cina degli anni Trenta, durante l’occupazione giapponese: protagonista e voce narrante è Xingrong, ultimo nato di una famglia di umili origini, in costante lotta per la sopravvivenza. Il padre, autista della “Quarta Signora” del presidente della repubblica cinese, comincia a frequentare con assiduità le fumerie d’oppio gestite dai coreani, trascinando l’intera famiglia nella miseria assoluta e costringendola a vivere di espedienti. A scandire un’esistenza priva di eventi straordinari sono le tradizioni secolari legate alla quotidianità e il succedersi inevitabile di nascite e lutti. Ma è proprio in questo contesto opaco che risalta la voce del protagonista, da neonato a bimbo di pochi anni, “adulto” da subito.
Dal catalogo di Fazi editore vi segnalo questo romanzo di esordio, che tocca un tema molto scottante. Anche se è ambientato a Singapore, narra una storia che ha avuto, purtroppo, esiti simili in Cina. Lo segnalo qui per la valenza della storia che affronta.
Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l’unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all’abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l’identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l’abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza?
Sessant’anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell’ormai anziana Wang Di s’incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l’unico testimone di quell’estremo, disperato grido d’aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L’incontro fra la donna e il ragazzino è l’incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce.
Con una scrittura poetica e potente, in questo romanzo d’esordio Jing-Jing Lee attinge alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni negata l’esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata confinata all’oblio.
La casa editrice Future Fiction propone i racconti di Chen Qiufan, “L’eterno addio“, nella traduzione di Cristallini e Secci.
Cosa succederebbe a un consulente di marketing se trovasse la strategia per lanciare l’app di maggior successo di sempre, la fantomatica “Buddhagram”? E cosa si cela dietro i movimenti sinuosi dei pesci di Lijiang, il paese dove tanti professionisti finiscono per disintossicarsi dai ritmi lavorativi disumani? E ancora cosa resterà dei ricordi di Xiaochu – dell’ultimo addio dato a sua moglie – quando si sottoporrà a un esperimento di fusione mentale con una forma di vita sottomarina, un verme misterioso dall’esistenza straordinaria?
Vi segnalo anche il volume “Un tè con Mo Yan” di Marco Del Corona, che è stato corrispondente in Cina per il “Corriere della Sera” dal 2008 al 2012, in cui sono raccolte le interviste a diciotto tra i maggiori e più conosciuti protagonisti della scena letteraria cinese contemporanea. Attraverso il loro sguardo, Un tè con Mo Yan e altri scrittori cinesi (O barra O edizioni, 2015) racconta la Cina di oggi e di ieri.
Altri romanzi interessanti:
Correndo attraverso Pechino, di Xu Zechen, Sellerio. Iniziamo questo viaggio virtual-letterario dalla Cina. Un giovane torna a Pechino dopo tre anni di carcere. Era stato condannato per aver fabbricato dei documenti falsi, adesso vuole rifarsi una vita, in tasca ha pochi soldi. Non ha un posto dove dormire e ben poche prospettive davanti a sé, ma un incontro casuale sembra dare una spinta al suo destino. Scandito in diciotto brevi capitoli, il romanzo di Xu Zechen sorprende per lo stile ironico e spesso scanzonato, per la trama elegantemente classica che diventa nuova in un mondo che di colpo si è fatto nuovo; un mondo in cui convivono simultanei il futuro remoto e la tradizione, l’arte di arrangiarsi e il capitalismo globale. Le avventure del suo protagonista, immerso nelle soffocanti tempeste di polvere che intorbidano l’aria di una delle più grandi città del pianeta, sono la piccola odissea di un eroe scalognato, che può solo correre a rotta di collo per cercare di stare un passo davanti agli altri.
Catastrofe ecologica, tecnologie di sorveglianza e disuguaglianze sociali stravolgono il tempo e lo spazio in Pechino pieghevole, l’emblematico racconto che dà il titolo a questa raccolta folgorante, un caso letterario che si inserisce nell’«ultra-irrealismo» (chaohuan), il nuovo genere letterario ispirato dalla realtà allucinata della Cina odierna.
Negli undici racconti, Hao Jingfang esplora la fragilità umana alle prese con gli spettri del cambiamento e del possibile, l’intelligenza artificiale e l’automazione, costruendo una narrazione pervasa di sensibilità per quest’epoca di incertezza, solitudine e disorientamento.
Se la science fiction è il realismo dei nostri tempi, Hao Jingfang rivela angolazioni inattese ed estreme da cui osservare il mondo futuro in cui già viviamo.
A prima vista, la famiglia Li assomiglia a tutte le altre: un nonno scontroso, due genitori oberati di lavoro, quattro fratelli e una casa piccola in cui vivere tutti insieme. Ma siamo nella remota campagna cinese, e lo sguardo affilato di Xiaohan, la figlia più giovane, destinata a diventare giornalista, rivela molto di più. Sullo sfondo della grande storia della Cina – dal 1911, anno della caduta del millenario impero, sino ai giorni nostri –, in una straordinaria commedia umana si snodano così le vicende di questa ramificata compagine. Come rivoli delle acque che attraversano la terra da cui provengono, le vite dei membri della famiglia, generazione dopo generazione, scorrono sospese fra la campagna d’origine, fatta di povertà e meraviglie, e la città foriera di fortuna. Qui, impegnati a rincorrere i propri sogni, i protagonisti si scontrano costantemente con l’arbitrio del potere, le imposizioni del patriarcato e la violenza di una società dove l’unico valore sembra essere rappresentato dal successo personale a scapito del prossimo.
Sheng Keyi, una delle autrici cinesi più popolari, rappresentante di una nuova generazione di scrittrici, firma un’appassionante saga familiare ambientata nella Cina di ieri e di oggi: un romanzo al tempo stesso ironico e drammatico, censurato in patria per via dei temi sensibili che affronta, i cui protagonisti oscillano fra le proprie speranze e i tragici interventi di un fato apparentemente inesorabile.
Per aggiornamenti e notizie, segnalo questi siti: “Cinaoggi“, Monique Namie, Scaffale cinese, Penne d’oriente. E questa pagina sul sito dell’Università di Bologna che fa il punto sulla letteratura cinese degli ultimi trent’anni.
Buone letture!!
Di quelli che citi ho letto e apprezzato Shanghai baby.
Aggiungerei, di mio, Il maestro della notte di Bai Xianyong:
https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-cinese/il-maestro-della-notte-bai-xianyong-9788806172831/
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie per il prezioso suggerimento!!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Figurati 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sono stranamente preparata sulla letteratura cinese contemporanea, ma il merito è soprattutto tuo e di Penne d’Oriente ;).
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sempre molto interessante! 😀
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie per questa selezione, l’ho condivisa su fb così me ne resta traccia e l’anno prossimo leggerò. di certo, alcuni titoli da te riportati.
Dei titoli qui riportati, uno ho provato a leggerlo ma l’esito non è stato ottimale… mi riferisco a “Sorgo rosso”, ho dovuto abbandonarne la lettura perché mi risultava davvero troppo cruento – e di libri tosti ne ho letti, e ne leggo – parecchi! Cerco sempre la verità nei libri ma questo scrittore ha uno stile narrativo davvero molto particolare.
Forse sarà dipeso dal periodo, non lo so.
Forse dovrei riprovarci…
Di certo, prossimamente, leggerò “Lanterne rosse” e “Il settimo giorno”.
Grazie ancora e buona serata.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie per il tuo commento, che ci dà un parere sul romanzo di Mo Yan di prima mano.
Per quanto riguarda “Il settimo giorno” l’ho trovato davvero interessante, sia per lo stile che per la costruzione narrativa, soprattutto questo passaggio tra vita reale e l’aldilà. Hua, attraverso l’espediente narrativo, fornisce un ritratto molto reale della società cinese. La prosa passa da un andamento lirico ad uno più concreto, mettendo in risalto le “magagne” di una società con molti aspetti ancora da risolvere.
"Mi piace""Mi piace"
Una bella carellata di suggerimenti, particolarmente per me che di questi autori, conosco (e amo) solamente Mo Yan.
Ne farò tesoro. Grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona
Felice di averti incuriosito! buon weekend pre-natalizio
"Mi piace""Mi piace"
Interessante selezione, a cui aggiungerei almeno quattro nomi: Jung Chang, Yan Lianke, Acheng e Dai Sijie. Ho solo una perplessità: perché la scelta di inserire anche “Storia della nostra scomparsa” di Jing-Jing Lee (che non ho letto ma mi hai incuriosito)?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Il romanzo di Jing-Jing Lee si riferisce ai rapimenti di ragazze perpetrati dall’esercito giapponese a Singapore (Malesia), ma questi rapimenti furono operati in modo massiccio anche a danno delle donne cinesi (su tutti, basta citare “Lo stupro di Nanchino”), rapite, stuprate e sfruttate nelle “comfort house”. In effetti mi sono presa la libertà di inserirla, anche se non è cinese, più che altro per l’argomento, che non ho trovato sviluppato in altri romanzi di autori cinesi.
Ti ringrazio per gli altri autori che ci suggerisci. Cercherò le loro opere e magari farò un secondo post dedicato a loro.
"Mi piace"Piace a 2 people
Grazie per la risposta, in effetti c’è questa analogia. Seguirò sicuramente il tuo consiglio di lettura!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ho fatto un giro sul tuo bellissimo blog, davvero molto ricco di spunti e informazioni sulla cultura cinese. Lo segnalo qui, per chi non lo conoscesse, perché merita sicuramente di essere visitato, cosa che da adesso farò spesso ;)))
http://www.scaffalecinese.it/
"Mi piace""Mi piace"
davvero una carrellata favolosa, devo tornarci con calma!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Un contenitore in cui ho cercato di riassumere la situazione attuale….
"Mi piace"Piace a 1 persona
Esaustiva al massimo
"Mi piace"Piace a 1 persona
🤗
"Mi piace"Piace a 1 persona