Viganò l'Agnese va a morire

L’Agnese va a morire” è una delle opere letterarie più limpide e convincenti che siano uscite dall’esperienza storica e umana della Resistenza. Un documento prezioso per far capire che cosa è stata la Resistenza […].Più esamino la struttura letteraria di questo romanzo e più la trovo straordinaria. Tutto è sorretto e animato da un’unica volontà, da un’unica presenza, da un unico personaggio […]. Si ha la sensazione, leggendo, che le Valli di Comacchio, la Romagna, la guerra lontana degli eserciti a poco a poco si riempiano della presenza sempre più grande, titanica di questa donna. Come se tedeschi e alleati fossero presenze sfocate di un dramma fuori del tempo e tutto si compisse invece all’interno di Agnese, come se lei sola potesse sobbarcarsi il peso, anzi la fatica della guerra […].” (Sebastiano Vassalli)

 

Gobetti diario partigiano

Diario partigiano“. Fu Benedetto Croce che sollecitò Ada Gobetti a raccontare agli amici che cos’era stata nel suo svolgimento quotidiano la lotta di liberazione. Ada così rievoca la sua avventura di madre che va a combattere accanto al figlio Paolo, diciottenne, e ne divide i pericoli e i disagi. Non c’è divario tra la donna che sfida le pattuglie tedesche e la madre in perenne ansia per il figlio. Ada è animata da una passione di libertà, da un bisogno di azione, da una femminile concretezza e semplicità che si ritrovano intatte sulla pagina, in cui affiora anche la sua vena di schietto umorismo. Accanto a lei figure di comandanti, di politici, o di semplici partigiani. Il volume è completato dall’introduzione di Goffredo Fofi e una nota di Italo Calvino.

 

Fenoglio Johnny

Il partigiano Johnny“. Johnny, la Resistenza e le Langhe sono i tre protagonisti a pari titolo di questo romanzo, trovato tra le carte di Fenoglio dopo la morte. Cronaca della guerra partigiana, epopea antieroica in cui l’autore proietta la propria esperienza in una visione drammatica, Il partigiano Johnny rivela un significato umano che va ben aldilà di quello storico-politico. Dalla formazione delle prime bande fino all’estate del ’44 e alla presa di Alba seguiamo l’odissea di Johnny e dei suoi compagni fra gli ozi forzati nei casali, le imboscate contro gli automezzi fascisti, le puntate per giustiziare una spia in pianura, le battaglie campali, i rapporti tra le varie formazioni ribelli.

Per completare, vi consiglio anche “Una questione privata“, che ho da poco recensito (qui).

 

Pavese casa in collina copertina vecchia

La casa in collina“- La storia di una solitudine individuale di fronte all’impegno civile e storico; la contraddizione da risolvere tra vita in campagna e vita in città, nel caos della guerra; il superamento dell’egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione. “Ora che ho visto cos’è la guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: “E dei caduti che facciamo? Perché sono morti?” Io non saprei cosa rispondere. Non adesso almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero”.

 

Calvino sentiero nidi ragno

Il sentiero dei nidi di ragno“. Dove fanno il nido i ragni? L’unico a saperlo è Pin, che ha dieci anni, è orfano di entrambi i genitori e conosce molto bene la radura nei boschi in cui si rifugiano i piccoli insetti. È lo stesso posto in cui si rifugia lui, per stare lontano dalla guerra e dallo sbando in cui si ritrova il suo piccolo paese tra le colline della Liguria, dopo l’8 settembre 1943. Ma nessuno può davvero sfuggire a ciò che sta succedendo qui e nel resto d’Italia. Neppure Pin. Ben presto viene coinvolto nella Resistenza e nelle lotte dei partigiani, sempre alla ricerca di un grande amico che sia diverso da tutte le altre persone che ha conosciuto. Ma esisterà davvero qualcuno a cui rivelare il suo segreto?

Vittorini uomini e no

Uomini e no“. Enne 2, un partigiano che vive la Resistenza a Milano nel 1944, è tormentato dall’amore impossibile per una donna sposata, Berta. Disperazione sociale ed esistenziale lo spingeranno a un’ultima, suicida impresa di guerra. Composto durante la Resistenza, nel momento, cioè, dell’intensa partecipazione di Vittorini alla lotta antifascista, “Uomini e no” riflette l’insanabile rapporto tra umanità e violenza, uomini e sedicenti tali: a sottolinearlo, alcuni brevi capitoli di riflessione nei quali l’autore affronta la stessa situazione da punti di vista diversi, imponendo all’attenzione del lettore le molteplici realtà in cui l’uomo è condannato a vivere.

 

Pertini comizio 26 aprile
Sandro Pertini, 26 aprile 1945

Il fascismo non è un’opinione: è un crimine.
Sandro Pertini