Aprile 2020, un mese che rimarrà nella storia. Un mese di lutti continui, la Lombardia davanti a tutti nel macabro record di deceduti a causa del coronavirus. Tanto dolore, tanta paura, misure eccezionali per tentare di arginare un dilagare che, forse, andava aggredito prima che sfuggisse di mano. Aprile 2020, il mese in cui abbiamo toccato con mano la nostra vulnerabilità, in cui abbiamo capito quanto abbiamo costruito sulla sabbia i nostri castelli di sicurezze, e in cui li abbiamo visti crollare. Un mese appena finito, mentre le difficoltà, le paure, le incognite sono ancora tutte lì, come macigni immensi.

Allora i libri, i libri nei quali cercare conforto, una via di fuga, un momento di svago, dei sogni, dei sentimenti.

Queste le mie letture di Aprile 2020:

Claudio Morandini, Gli oscillanti

José Saramago, Le piccole memorie

Dino Buzzati, La boutique del mistero

Milan Kundera, La vita è altrove

María José Ferrada, Kramp

Beppe Fenoglio, Una questione privata

Luis Sepúlveda, Patagonia Express

Philip Roth, Pastorale americana

Ezio Sinigaglia, Eclissi

Ljudmila Petruševskaja, La bambina dell’hotel Metropole

 

Alcuni di questi libri sono delle ri-letture; libri che ho molto amato e che ho riletto volentieri; altri sono stati primi incontri, o libri di autori già noti; tutti mi hanno arricchito. La scelta del libro del mese potrebbe facilmente ricadere su “Pastorale americana“, uno dei capolavori del Novecento letterario, ma sarebbe troppo scontato. E allora scelgo questo:

Petrusevskaja Metropole

Una autobiografia che si legge come un romanzo, perché la sua vita sembra davvero un romanzo, eppure è reale. Una bambina, divenuta una donna, con un carattere indomito, forgiato da una infanzia e adolescenza di quelle che se sopravvivi ne resti comunque segnata, a volte in senso negativo, altre uscendone fortificata. E questa bambina è riuscita a diventare una giornalista, drammaturga, autrice di romanzi e racconti, pittrice. Una strada in salita per molto tempo, e poi, finalmente, in discesa e con i riconoscimenti dovuti, fino ad arrivare a ricevere il più prestigioso riconoscimento letterario in Russia. In questo memoir Ljudmila Petruševskaja ha voluto trattenere tutti i ricordi della sua vita, i volti delle persone che l’hanno popolata con le loro esistenze; il potere ha tolto loro tutto ciò che avevano di materiale, gli ha tolto anche la vita in alcuni casi, ma la memoria di loro è rimasta viva tra queste pagine.