Vi segnalo una novità in libreria che mi attira molto.

Scego la linea del colore

La linea del colore, di Igiaba Scego, Bompiani febbraio 2020

Quanti di noi scendendo oggi da un treno a Roma Termini ricordano i Cinquecento cui è dedicata la piazza antistante la stazione? È il febbraio del 1887 quando in Italia giunge la notizia: a Dògali, in Eritrea, cinquecento soldati italiani sono stati uccisi dalle truppe etiopi che cercano di contrastarne le mire coloniali. Un’ondata di sdegno invade la città. In quel momento Lafanu Brown sta rientrando dalla sua passeggiata: è una pittrice americana da anni cittadina di Roma e la sua pelle è nera. Su di lei si riversa la rabbia della folla, finché un uomo la porta in salvo. È a lui che Lafanu decide di raccontarsi: la nascita in una tribù indiana Chippewa, lo straniero dalla pelle scurissima che amò sua madre e scomparve, la donna che le permise di studiare ma la considerò un’ingrata, l’abolizionismo e la violenza, l’incontro con la sua mentore Lizzie Manson, fino alla grande scelta di salire su un piroscafo diretta verso l’Europa, in un Grand Tour alla ricerca della bellezza e dell’indipendenza. Nella figura di Lafanu si uniscono le vite di due donne afrodiscendenti realmente esistite: la scultrice Edmonia Lewis e l’ostetrica e attivista Sarah Parker Remond, giunte in Italia dagli Stati Uniti dove fino alla guerra civile i neri non erano nemmeno considerati cittadini. A Lafanu si affianca Leila, ragazza di oggi, che tesse fili tra il passato e il destino suo e delle cugine rimaste in Africa e studia il tòpos dello schiavo nero incatenato presente in tante opere d’arte. Igiaba Scego scrive in queste pagine un romanzo di formazione dalle tonalità ottocentesche nel quale innesta vivide schegge di testimonianza sul presente, e ci racconta di un mondo nel quale almeno sulla carta tutti erano liberi di viaggiare: perché fare memoria della storia è sempre il primo passo verso il futuro che vogliamo costruire.

Vi segnalo queste interviste all’autrice:

La Linea del colore – Da Lafanu a Leila, tutte le donne di Igiaba Scego.

https://www.illibraio.it/igiaba-scego-intervista-1299439/

E questa presentazione:

http://www.radioradicale.it/scheda/598293/presentazione-del-libro-di-igiaba-scego-la-linea-del-colore-bompiani

 

Scego

Igiaba Scego è nata in Italia, a Roma, da una famiglia di origini somale. Dopo la laurea in Letterature Straniere presso “La Sapienza” di Roma ha svolto un dottorato di ricerca in Pedagogia all’Università Roma Tre. Attualmente si occupa di scrittura, giornalismo e ricerca concentrandosi soprattutto sul dialogo tra le culture, e su temi legati alla dimensione della transculturalità e della migrazione. Collabora con molte riviste che si occupano di culture e letterature africane, fra le quali “Latinoamerica”, “Carta”, “Il Ghibli” e “Migra”. Le sue opere si caratterizzano per il delicato equilibrio tra le sue due realtà culturali d’appartenenza, quella italiana e quella somala, che restituiscono abilmente la doppiezza della dimensione sincretica in cui è cresciuta. Nel 2003 pubblica La nomade che amava Alfred Hitchcock e, nello stesso anno, vince il premio Eks&Tra con il racconto Salsiccia. Nel 2004 pubblica Rhoda. Nel 2005 esce Pecore nere, una serie di racconti scritti insieme a Gabriela Kuruvilla e Ingy Mubiayi, e Quando nasci è una rouletteGiovani figli di migranti si raccontano (2007), una raccolta curata con Ingy Mubiyai. Collabora con “La Repubblica” e “Il Manifesto” e cura la rubrica d’attualità I colori di Eva, per la rivista “Nigrizia”.