Nel dicembre del 1939, i rapporti dei servizi segreti britannici riportarono che “un patriota polacco… esperto sciatore e grande avventuriero”, presentò un piano audace per raggiungere la Polonia occupata dai nazisti attraverso l’Ungheria, passando per i Carpazi. Il patriota era Christine, e il suo obiettivo era quello di diffondere la propaganda britannica a Varsavia per rafforzare lo spirito di resistenza polacco in un momento in cui molti credevano di essere stati abbandonati al loro destino, e di ritornare con delle informazioni sull’occupazione nazista. “È assolutamente impavida”, prosegue il resoconto, che si conclude con “dice che la questione è urgente”. (pag. 65)

La spia che amava, di Clare Mulley, 21 lettere edizioni 2020, traduzione di Valeria Cartolaro, pagg. 650

La giornalista e biografa britannica Clare Mulley firma la poderosa biografia inedita di colei che è stata la prima spia britannica al femminile, prediletta da Churchill, protagonista di incredibili azioni e di numerosi amori, insignita di medaglie al valore eroico. Un titolo di “bondiana” memoria che racconta una storia tumultuosa, a lungo tenuta nascosta dai suoi ex amanti e da coloro, nei servizi, che non volevano fare trapelare informazioni sensibili. Il suo oscuramento è la conseguenza del suo genere (la storia delle spie è notoriamente sessista), della sua nazionalità (era polacca e la Polonia comunista non incoraggiava l’elogio delle spie britanniche) e soprattutto del suo carattere.

Una storia che arriva ora in Italia grazie alla neonata casa editrice 21 lettere, che decide di farsi conoscere ai lettori con un libro straordinario, accolto con grande entusiasmo in Gran Bretagna.

Christine Granville 2

 Krystina Skarbek, nota con il nome di Christine Granville, e il soprannome di “Willing” (vogliosa), era un’aristocratica polacca, con il ramo familiare materno di discendenza ebrea; la sua famiglia perse, dopo la Prima guerra mondiale, il suo patrimonio, il padre abbandonò la famiglia ma per Christine quello fu solo l’inizio di un ben più spericolato destino.

L’educazione di Christine non le consentiva molto altro che diventare una buona moglie dell’alta società. L’impoverimento della famiglia, unito alle origini ebree, avevano ridotto notevolmente le sue possibilità di contrarre un buon matrimonio. Ma Christine era risoluta, determinata, volutamente indipendente e, anche se non bella in modo canonico, molto consapevole di quanto il suo aspetto affascinante, il suo carisma e la sua forza d’animo potessero portarla lontano. Il futuro era una sfida, e quello era forse il suo più grande fascino. (pag. 39)

Un destino che sembra un romanzo, una spy story come Ian Fleming (e si conobbero… dopo vi dico) avrebbe potuto concepire – salvo scriverla al femminile, e non nel ruolo della Bond girl. Invece è tutto vero, e la Mulley è riuscita a “domare” le fonti con precisione e metodo – archivi, documenti originali, interviste a ex colleghi, amici e amanti -, restituendo al mondo la storia avventurosa di una donna impavida e dal fascino unico. Una donna intelligente, dall’incredibile sangue freddo, addestrata all’uso delle armi, a cui era difficile resistere.

Christine non aveva mai avuto un approccio strategico alla vita. Sin dall’infanzia, ciò che la caratterizzava maggiormente era un intenso desiderio di libertà: libertà da ogni autorità, di vagabondare e cavalcare, e di vivere una vita d’azione e d’avventura come facevano gli uomini facoltosi. (pag. 525)

Si trovava in Sud Africa, ed era la moglie di un diplomatico polacco, quando i tedeschi invasero la Polonia nel settembre 1939. Immediatamente si diresse a Londra, e si presentò ai servizi segreti britannici (vedi citazione sopra).

La Gran Bretagna era entrata ufficialmente nella Seconda guerra mondiale per difendere i confini della Polonia, ma nel corso del conflitto, gli interessi dei due alleati si erano allontanati. A differenza del Regno Unito, la Polonia si trovò di fronte a due minacce gemelle: la Germania nazista e la Russia sovietica. Gli inglesi avevano abbracciato la Russia come alleato, ma in territorio polacco c’era enorme disaccordo (..) Christine era profondamente patriottica, ma non apertamente politica. Non aveva dubbi sulle intenzioni sovietiche, ma aveva perso il suo paese, e molti membri della sua famiglia, sotto i nazisti. (..) Convinta che la Gran Bretagna offrisse la più grande speranza per la liberazione del suo paese, Christine aveva più volte rischiato la vita per portare informazioni ai servizi segreti britannici, fornite dagli indipendenti “Moschettieri” polacchi. (pag. 218)

Varcò le montagne tra l’Ungheria e la Polonia non meno di sei volte, portando fuori partigiani e soldati polacchi che avrebbero continuato a combattere per la causa alleata. Costantemente accompagnata da Andrzej Kowerski, un patriota polacco con una gamba sola: sarebbe diventato il suo amante più duraturo, sebbene ciò non costituì mai per lei un ostacolo a collezionare uomini da sedurre.

Christine Granville

Dalla Polonia a Budapest, a Istanbul, al Cairo, in Palestina, in Francia, in Italia…. Un susseguirsi di missioni pericolose a cui con abilità, astuzia e un pizzico di fortuna, Christine riesce a sopravvivere. Salvo poi morire in un anonimo albergo, per mano di un amante geloso.
La corposa biografia scritta da Clare Mulley conduce il lettore attraverso questa iperbolica esistenza con dovizia di particolari, seguendo le sue tracce e spiegando anche il funzionamento dei servizi segreti (e le loro molteplici diramazioni) e il loro modus operandi sul campo. Un racconto che si snoda in modo così coinvolgente che davvero sembra la trama di un romanzo; la realtà è, nella vita di Chirstine, ben più ricca di qualsiasi fantasia. Assegnata al SOE: unità di sabotaggio, sovversione e spionaggio istituita da Churchill, Christine opera in Africa ed Europa, scova i piani nazisti di invasione dell’URSS, diventa il primo contatto fra la resistenza francese e i partigiani italiani, si assicura da sola la diserzione di un’intera guarnigione nazista.

Oltre alle numerose missioni, la sua vita fu costellata da molteplici relazioni amorose: due mariti, svariati amanti e ammiratori, le valsero il soprannome di “Willing” per la sua tendenza a cercare “gli amanti più affascinanti e le missioni più pericolose.

Altri pettegolezzi si concentravano sulla sua vita privata. Ironicamente, dato il numero di amanti segreti che aveva avuto, si cominciarono a collegare al suo nome candidati del tutto nuovi, in particolare l’ex ufficiale dei servizi segreti Ian Fleming, oggi noto per avere creato James Bond. (..) i due erano stati presentati da un amico in comune (..) Dopo un pranzo con lei a Charlotte Street a Londra, Fleming riferì con entusiasmo a Howe che Christine “brilla letteralmente con tutte le qualità e lo splendore di un personaggio da fiction. Raramente si trovano tipi del genere”. (pag. 547)

E sembra che ne rimase così affascinato da concepire Vesper Lynd, la prima delle Bond girls, ispirandosi a lei.

La vita del dopoguerra di Christine Granville fu triste e tetra così come il periodo bellico fu adrenalinico. Licenziata dal S.O.E., era, come tanti altri polacchi in esilio, incapace di tornare in una patria ora sotto il dominio comunista. Trovò lavoro come operatore telefonico, assistente alle vendite e infine hostess su una linea di navigazione. Non certo il tipo di vita che le si addiceva.

Qui potete leggere l’incipit. Il volume è arricchito da un esaustivo corpus bibliografico, da note (sia a piè di pagina che alla fine), da un capitolo in cui l’autrice spiega come ha ricostruito tutta la vicenda e da un inserto fotografico. 

Mulley Clare author photo landscape

Clare Mulley Autrice pluripremiata, presenza costante nei media inglesi, frequenta numerosi canali televisivi e radiofonici (BBC, History Channel, ITV, Channel 5, History Hit TV…). Scrive e si occupa di recensioni presso i giornali Telegraph, Spectator e History Today.

Voce affermata in ambito storico-letterario, nell’aprile del 2019 ha presentato La spia che amava alla Camera dei Lord, nel Parlamento inglese.

Autrice anche di The Woman Who Saved the Children (2009) e The Women Who Flew for Hitler (2017).

Questo libro le è valso la medaglia Bene Merito della Repubblica di Polonia.

Madrina onoraria del Wimpole History Festival, ha tenuto conferenze presso la Royal Albert Hall e la British Library. Ha partecipato alla giuria per il premio non-fiction della Historical Writers Association.

Prima di dedicarsi alla scrittura ha lavorato per Save the Children e Sight Savers International.

Vive nell’Essex con marito, tre figlie e un levriero.