La meraviglia della piscina è tutta in una specie di leggenda che alcuni istruttori amavano raccontare, probabilmente dopo averla inventata: ogni uomo che vi nuoti, che lo faccia ogni giorno o non lo faccia da secoli, si trasforma in un altro animale. Così ci sono rane e delfini, certo, e balene, naturalmente, e ci sono cani e perfino insetti, perfino serpi e topi. I gatti no, perché quelli si fermano dietro al vetro, immobili, a guardare ciò che agli altri sfugge. Invece chi si spoglia e si bagna, forse inizialmente senza saperlo, accetta la roulette della trasformazione. (pag. 12)

Gli effetti invisibili del nuoto, di Alessandro Capponi, Hacca Edizioni 2020

La leggenda che aleggia tra i fumi clorati della piscina, sospinta dalle vigorose bracciate di istruttori ciarlieri, mi ha fatto venire in mente una frase dello scrittore Haruki Murakami:

Sono convinto che nella vita di tutti arriva un momento così: un momento in cui una metamorfosi si impone da sé. Quando quell’attimo si presenta, non bisogna lasciarselo sfuggire.

Ed è proprio ciò che i protagonisti di questi dieci racconti fanno: arrivati ad un certo punto delle loro vite, dopo avere accumulato un pesante bagaglio di esperienze-amori-delusioni-segreti capiscono che è arrivato il momento fatidico, quello in cui si può e si deve voltare pagina, fare un salto per interrompere un flusso che rischia di travolgerli o di anestetizzare le loro anime per sempre.

E il turning point si concretizza nel fluire delle acqua di una piscina perché ciò che li accomuna è la pratica del nuoto. L’immersione in quel mondo fluido, i suoi ritmi, il suo rigore, sono la molla che, dapprima compressa, nel momento in cui si distende, li catapulta verso un cambio totale, verso una metamorfosi che li trasforma e li trasporta in un futuro diverso. Una scelta presa nella consapevolezza liquida dell’elemento acqua, che li catapulta in una dimensione diversa, che acquisisce la solidità di un punto di non ritorno.

Così, bracciata dopo bracciata, gli umani fanno proprie le fattezze degli animali a cui somigliano e di cui riproducono le caratteristiche: il tricheco Alfredo, la lumaca Beatrice, l’ometto senza cuore B.C. trasformato in topo dal cloro, il gambero, la tartaruga senza guscio Meo, Bruno l’airone che si sente un pesce all’amo, e così via, una galleria antropologica e zoologica.

Di certo quella mattina – per la prima volta dopo tanto tempo – Bruno Bortolai si sentì sull’orlo di una scelta: certo era un pesce preso all’amo, sì, ma proprio come quello era ancora in grado di nuotare, strattonare, cercare fuga e libertà dove per anni aveva visto solamente resa. (pag. 107)

Gli effetti invisibili del nuoto” si fanno presto visibili: nel cambiamento, nella volontà di riappropriarsi della propria vita, nell’accettarsi e andare sulla propria strada, nel lasciarsi alle spalle il passato, o i rapporti che ormai sono divenuti sterili. Una “sostenibile leggerezza dell’essere” che si impossessa dei personaggi: sostenuti dall’elemento fluido, vitale, si staccano dalla pesantezza terrestre, si liberano dai pesi che li hanno tenuti sul fondo di una vita andata per vie diverse da quelle che desideravano, e ne imboccano un’altra.

Stamattina mi sono ricordata di quello che mi faceva amare il nuoto ed era arrivare alla fine dell’allenamento, quando tutta quella fatica si sarebbe trasformata in energia, e avrebbe cancellato tutte le paure inutili che avevo, e forse così ho cominciato a nuotare oggi, inseguivo quella sensazione là, e comunque mi sono divertita un sacco, ho scoperto che le lumache non solamente lente ma anche leggere. (pag. 32)

Scritti con uno stile essenziale e diretto, questi dieci racconti hanno una nitidezza espressiva che colpisce; nel perimetro di poche pagine si riesce ad entrare in un mondo, quello del protagonista e di chi gli sta dentro e fuori la vita; con “bracciate” decise e una lingua delicata, l’autore riesce a mettere a nudo vite condensate in brevi ritratti. L’arte del racconto non è per tutti; Alessandro Capponi la padroneggia molto bene e gliene siamo grati.

Una raccolta che consiglio a tutti, anche a chi non sa – ancora – nuotare: potrebbe nascondere inaspettate epifanie…

Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, ché anche nella tempesta della vita umana le cose leggiere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare. Apuleio, autore delle Metamorfosi

La raccolta è uscita in contemporanea con il Premio Bookciak, Azione!, evento di preapertura delle Giornate degli Autori della 77esima Mostra del cinema di Venezia. Ai racconti de Gli effetti invisibili del nuoto si sono ispirati alcuni giovani filmmaker per realizzare i loro video in concorso al premio.

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ALESSANDRO CAPPONI classe 1970, a vent’anni ha cominciato a lavorare nell’informazione facendo un po’ di tutto: dalla radio alla carta stampata. Per il «Corriere della Sera» ha scritto di terremoti, sommosse, funerali, omicidi e politica. Ha pubblicato con Salerno L’amore dei nudi (2017), miglior esordio italiano del festival “Premier roman” di Chambery. Nel 2009 per Rizzoli ha scritto, grazie ai ricordi di Carla Verbano, Sia folgorante la fine, la storia di Valerio Verbano, giovane antifascista ucciso a Roma nel 1980 nel pieno della lotta politica.