Ha aperto ieri i battenti la mostra “Divine e avanguardie. Le donne nell’arte russa”, a Palazzo Reale, Milano, e questa mattina mi sono subito precipitata a visitarla. E’ un’occasione unica per vedere dal vivo molte opere di grande valore artistico, storico, sociale e di grande impatto emotivo. Una mostra che, a maggior ragione dopo averla vista, consiglio a tutti; si potrà visitare fino al 5 aprile 2021.

Nel post inserisco le foto che ho scattato durante la visita e mi scuso per la qualità delle immagini, perché, come vedrete, non sono una grande fotografa… Le opere sono riportate nel ricco catalogo Skira che, oltre all’apparato fotografico, contiene una considerevole parte descrittiva, utile per inquadrare i periodi, le opere e gli artisti.

rbt

IMG_20201029_114823

Le donne sono protagoniste dell’esposizione, sia come muse ispiratrici che come artiste, in una galleria che copre un vasto arco temporale così come stili e scuole diverse. Curata da Eugenija Petrova e Joseph Kiblitksy, la mostra espone 90 capolavori suddivisi in 8 sezioni.

Attraverso le opere, possiamo osservare le donne in due prospettive: la donna e il suo ruolo nella società (sante e madonne, imperatrici, contadine e intellettuali, operaie e madri), e le donne artiste, “le amazzoni dell’avanguardia russa”, donne protagoniste di un’atmosfera culturale, storica e sociale straordinaria, attive nei primi trent’anni del Novecento: Natalia Goncharova, Ljubov Popova, Olga Rozanova, Aleksandra Ekster, e artiste del realismo socialista come la scultrice Vera Mukhina. Sono presenti anche opere di Marija Baskirtseva, Zinaida Serebrjakova.

Queste le sezioni in cui è suddivisa la mostra:

Il cielo – La Vergine e le sante

IMG_20201029_101544

La maggior parte dei maestri di icone erano monaci, per i quali la pittura era un servizio divino, e non lasciavano mai il loro nome sulle opere. La Vergine e le sante occupano un posto di rilievo in queste rappresentazioni.

Il trono – Zarine di tutte le Russie

rbt

Ritratto della zarina Marfa Matveena, seconda moglie dello zar Fedor Alekseevic, di pittore anonimo, opera del 1682

IMG_20201029_101823

Ritratto dell’imperatrice Aleksandra Fedorovna, di Jakov Veber, 1914

La Russia divenne un impero a partire dall’ottobre 1721, quando lo zar russo Pietro I, detto il Grande, assunse il titolo di imperatore. Delle 14 zarine e imperatrici che sedettero sul trono russo, 9 erano straniere; era infatti in uso scegliere la consorte tra le casate che potevano rinforzare, col matrimonio, legami politici e culturali.

La terra – L’orizzonte delle contadine

IMG_20201029_101937

Donne (di campagna) di Filipp Maljavin, 1905

rbt

Contadina del governatorato di Tver’, di Aleksej Venetsianov, anni 40 dell’Ottocento

In russo la parola “contadino” deriva da “cristiano”, che a sua volta prende la radice della parola “croce”. Fino agli anni Venti del Novecento i contadini rappresentavano la maggior parte della popolazione. A partire dal XVII secolo e fino al 1861 i contadini furono i servi della gleba, ossia appartenevano ai proprietari terrieri: ai latifondisti, alla chiesa, alla famiglia dello zar e ad alcune strutture statali. Lavorando la terra dei padroni essi pagavano le tasse in forme diverse; non potevano liberamente cambiare il luogo dove vivere oppure sposarsi per propria scelta. I contadini venivano percossi, venduti, anche se in teoria era vietato dalla legge, ma nella pratica era una consuetudine.

IMG_20201029_101945

I contadini e la cultura russa furono per Malevic una delle principali fonti di ispirazione. A differenza della maggior parte degli artisti dell’epoca, egli seguì una propria strada, uno stile che lui stesso chiama supronaturalismo. La riconoscibilità esteriore delle contadine, che lavorano nel campo o si occupano della mietitura, non indica affatto che il pittore le raffiguri al naturale. I personaggi non sono di genere ritrattistico ma impersonali.

IMG_20201029_102508

Verso l’indipendenza – Donne e società

IMG_20201029_102554

Ritratto della moglie dell’artista, di Kostantin Makovskij, 1881.

IMG_20201029_102546

Nell’arte figurativa russa si è venuta a creare la tradizione di esprimere, attraverso ritratti e scene di vita di determinati strati sociali, il punto di vista dell’autore, di fissare dei tratti peculiari dei caratteri, dei volti e dei costumi dei rappresentanti dei vari ceti sociali. Nelle opere di questa sezione lo vediamo declinato con lo sguardo rivolto alle donne.

IMG_20201029_102853

Ritratto della figlia dell’artista O.M. Nesterova 1906.

IMG_20201029_102940

La moglie del mercante con lo specchio, di Boris Kostodiev, 1920

IMG_20201029_102751

Donna con contrabbasso, di Il’ja Maskov, 1915

rbt

Ragazza con la maglietta, di Aleksandr Samochvalov, 1931-32. La ragazza è il simbolo della nuova generazione di giovani dell’età sovietica. 

IMG_20201029_103511

Operaie tessili, di Aleksandr Dejneka, 1927. Il romanticismo dell’arte degli anni Venti del Novecento animato dalla fiducia piena in un “futuro radioso” ha trovato espressione nell’esaltazione della vita quotidiana, che comprendeva anche i processi dell’industria. Realizzato con procedimenti più naturali per un pannello o un affresco, il tema della produzione è stato interpretato dall’artista in modo da fargli acquisire un senso quasi epico.

IMG_20201029_102527

Ritratto della moglie dell’artista, di David Sterenberg, 1925. La donna raffigurata è Nadezda Davidovna Sterenberg, presentata con uno stile che unisce in modo originale alcuni procedimenti propri dell’avanguardia e la concretezza, propria dell’arte oggettiva. Nel ritratto la donna è rappresentata come una rappresentante della società borghese prerivoluzionaria.

IMG_20201029_103010

La cena, di Aleksandr Drevin, 1915. Negli anni 1915/1917 Drevin stava lavorando a una serie di opere unite dal tema “Profughe” al quale fa riferimento anche questa opera. Serie che nasce in risposta agli avvenimenti legati alla Prima guerra mondiale. Poco dopo il suo inizio, Drevin insieme a molti altri rifugiati, dovette lasciare Riga e stabilirsi a Mosca. Nella serie Drevin tratta il sentimento comune di essere stati costretti a lasciare le proprie case e a vivere come profughi.

IMG_20201029_103635

Operaia, di Kazimir Malevic, 1933. Malevic ha creato l’immagine della tipica donna sovietica degli anni Venti e Trenta del Novecento, con i capelli corti, sulla testa il fazzoletto al posto del cappello o del velo a coprire il viso. L’opera è eseguita alla maniera caratteristica di Malevic della fine degli anni Venti-primi anni Trenta, nella quale si uniscono la naturalezza e il suprematismo, lo stile detto supronaturalismo.

IMG_20201029_103752

Ritratto della danzatrice E.B. Annenkova, di Jurij Annenkov, 1917. Elena Borisovna Annenkova era una danzatrice, allieva di Isadora Duncan. Fu la prima moglie dell’artista. La sua posa e le linee che si spezzano in modo incisivo creano un’immagine in movimento che ricorda il suo danzare sulla scena a piedi nudi.

rbt

Ritratto di Anna Achmatova, di Kuz’ma Petrov-Vodkin, 1922. La grande poetessa russa attirava molta attenzione anche per la sua insolita ma riconoscibile fisionomia con la frangetta corta e il naso con una piccola gobba e il modo originale di atteggiarsi. Fu molto amata dagli artisti, ritratta anche da Amedeo Modigliani. In questa tela il ritratto della poetessa è presentato con una presenza maschile su fondo azzurro. Probabilmente il pittore intendeva ritrarre la donna non soltanto come poetessa ma anche come moglie del poeta Nikolaj Gumilev, fucilato nel 1921 con l’accusa di attività controrivoluzionaria.

La famiglia – Rituali e convenzioni

In questa sezione troviamo opere che testimoniano le tradizioni, in larga parte patriarcali, alle quali le donne erano sottoposte. Fino al 1917 quando con un decreto dei bolscevichi gli uomini e alle donne veniva riconosciuta la parità dei diritti.

IMG_20201029_103843

La presentazione della promessa sposa, di Nikolaj Petrov, 1861. Il pittore raffigura il rito prematrimoniale tipicamente russo, quando i parenti del fidanzato conoscevano la promessa sposa. L’evento si svolge all’interno di una izba contadina; le icone alle pareti, la balalaika , la tovaglia testimoniano la solennità della cerimonia.

IMG_20201029_103909

Prima dell’incoronazione, di Firs Zuravlev, 1874. La conclusione del matrimonio di interesse, quando la ragazza veniva data in sposa a un uomo ricco molto più anziano di lei, era un fenomeno molto diffuso. Il tema ha trovato riflesso sia nella pittura che nella letteratura nella seconda metà dell’Ottocento. Il maestro rende qui in modo dettagliato i vari stati d’animo.

Madri – La dimensione dell’amore

IMG_20201029_104051

Il primogenito, di Ivan Pelevin, 1888. Pelevin veniva chiamato “pittore di genere del sentimento”: la capacità di cogliere l’eleganza della semplice atmosfera contadina si manifesta nel sorriso raggiante della giovane madre e nei giochi innocenti del gattino.

IMG_20201029_104042

La madre, di Boris Grigor’ev, 1915. Questo ritratto lirico, nel quale sono raffigurati la moglie del pittore e il loro figlio, è una rarità nell’opera di Grigor’ev, autore di lavori acuti ed espressivi.

rbt

Ritratto di A.A. Benois-Cerkesova, 1922. Anna Aleksandrovna Benois era una pittrice dilettante, figlia di Aleksandr Benois, famoso artista e critico.

IMG_20201029_104237

Lillà, di Boris Kustodiev, 1906. Il quadro fu dipinto nella tenuta Pavlovskoe, dove d’estate viveva la famiglia di Kustodiev. Vi sono raffigurati La moglie Julija e la figlioletta Irina; sullo sfondo della casa illuminata dal sole con i lillà in fiore, l’artista ritrae con amore e passionalità la figura della giovane donna.

Il corpo – Femminilità svelata

La figura nuda femminile è un classico dell’arte mondiale, che non ha lasciato indifferenti nemmeno i maestri russi. Tra il 1900 e gli anni Venti molti artisti diedero vita a magnifiche opere sulla bellezza del nudo femminile in diversi stili. Dai primi anni Trenta e fino agli anni Sessanta questo tema rimase praticamente vietato. Tuttavia gli artisti continuarono in forma non ufficiale a dipingere bellezze nude, lasciando in questo modo esempi unici di opposizione al Realismo socialista.

IMG_20201029_104314

Banja, di Zinaida Serebrjakova, 1913. Serebrjakova apparteneva al gruppo di artisti riunitisi nella associazione Mir iskusstva, che rappresentava un ramo del classicismo. Nel grande quadro Banja del classicismo erano rimasti la ricerca delle giuste proporzioni e l’austero plasticismo delle forme. Questi elementi diedero la possibilità di conferire alle modelle, lontane dall’ideale dell’antichità, tratti di perfezione e allo stesso tempo di mantenere una percezione di vita reale nella scena rappresentata.

IMG_20201029_104606

Venere, di Michail Larionov, 1912. Nella lotta furiosa contro l’estetica borghese, Larionov all’inizio del XX secolo si rivolse alle tradizioni del folklore. La dea della bellezza lo ispirò a creare un’intera galleria di immagini. La ponderata imitazione del “primitivo”, intesa come espressione assolutamente sincera dei sentimenti, doveva servire da dimostrazione del diritto dell’arte alla varietà di forme e mezzi di espressione, compresa l’ironia, il grottesco e la provocazione.

IMG_20201029_104440

Modella con i capelli rossi allo specchio, di Petr Koncalovskij, 1923. Alla base dell’attività creativa di questo artista vi è l’amore per il mondo reale, l’ammirazione per la persona e la natura, il desiderio di trasmettere la bellezza e la varietà di ciò che la circonda.

IMG_20201029_104402

Modella, di Vladimir Lebedev, 1935. Negli anni Trenta del Novecento nell’arte sovietica un’immagine così esplicita di nudo non era soltanto una rarità: opere di questo genere erano vietate. Non era possibile esporle alle mostre o riprodurle per pubblicazioni. Molti artisti, tra cui Lebedev, conservarono i principi di libertà artistica e indipendenza dalle norme dell’allora imperante realismo socialista.

Le artiste – Realismo e amazzoni dell’avanguardia

Fino alla metà dell’Ottocento le donne in Russia non potevano ricevere un’istruzione in campo artistico. La propensione all’emancipazione e la lotta per i propri diritti portarono molte donne dotate di talento ad andare a studiare all’estero. Alla fine del XIX secolo in Russia c’erano molte donne che si occupavano di arti figurative in modo professionale: alla pari degli uomini prendevano parte a mostre, a società ed iniziative. Non è un caso che tra gli artisti delle avanguardie russe vi fossero molte donne, le quali apportarono un contributo enorme all’arte non solo nazionale, ma mondiale.

IMG_20201029_104700

Veduta interna della sezione femminile della scuola pietroburghese di disegno per allieve uditrici, di Ekaterina Chilkova, 1855. Nel 1842 nella scuola pietroburghese fu istituita una sezione femminile. Nel quadro sono riprodotti con precisione documentaria l’interno della classe, i manuali di studio, gli abiti delle allieve.

rbt

Ombrello, di Marija Baskirtseva, 1883. Come tutte le sue opere, Ombrello non è soltanto un ritratto ma la metafora del futuro sconosciuto della giovane donna. Il quadro fu dipinto in Francia, dove la pittrice trascorse gli anni più importanti della sua breve vita artistica. Nel carattere del colore nero si può scorgere l’influenza di Edouard Manet e quella dell’Impressionismo nella rappresentazione dello sfondo.

IMG_20201029_104812

Studio di ragazza (autoritratto), di Zinaida Serebrjakova, 1911. Quest’opera, iniziata come uno studio sulla riproduzione dell’effetto della candela che arde, si è trasformata in un quadro finito, colmo di naturalezza e semplicità emotiva.

IMG_20201029_104943

Casetta di carte, di Zinaida Serebrjakova 1919. L’artista ha qui raffigurato i suoi bambini intenti a fare un vecchio gioco. La costruzione di carte malferma è la personificazione del fragile ed effimero mondo della fantasia, del gioco, nel quale gli adulti gettano soltanto uno sguardo e dove, invece, i bambini vivono costantemente.

IMG_20201029_104844

Camerino. Fiocchi di neve (Balletto Schiaccianoci), di Zinaida Serebrjakova, 1923. Nel 1922 la pittrice ottenne il permesso di poter stare dietro le quinte del teatro Maiinskij per lavoro e in questo modo nella sua attività compaiono nuove immagini. Con i colori chiari l’artista ottiene un effetto di trasparenza e bellezza, che proviene dalle giovani danzatrici e dai loro costumi eleganti.

IMG_20201029_105025

Contadini, di Natal’ja Goncarova, 1911. Nel 1911 Goncarova dipinge due composizioni monumentali in nove parti: La vendemmia e La mietitura. Contadini fa parte della prima serie. La monumentalità e la potente ricchezza emotiva sottolineano il disegno sacrale, epico di tutta la composizione. Il suo linguaggio figurativo rivela un legame diretto con l’arte popolare russa: la pittura di icone, l’intaglio del legno, le pitture su oggetti fatti in creta e legno.

IMG_20201029_105131

Uomo + aria + spazio, di Ljubov’ Popova, 1913. L’attività artistica di Popova nel periodo dal 1913 al 1916 può servire da esempio di Cubofuturismo, una corrente che possedeva una propria singolarità.

IMG_20201029_105119

Città di notte, di Aleksandra Ekster, 1913. Il dipinto appartiene ai lavori che vennero esposti alla prima mostra futurista “Tram V” del 1915. L’opera è vicina ai motivi urbanistici dei futuristi italiani che esaltavano la velocità e la tecnica. Tuttavia, è paragonabile agli esperimenti di colore e musica che ritroviamo nella pittura dei russi che abitavano a Parigi. Il quadro è eseguito con una tavolozza fiammante. La ricerca dell’espressività, i rapporti e le interazioni dei colori sono un tratto distintivo dell’opera di questa artista.

IMG_20201029_105242

L’operaio e la kolkotsiana, di Vera Mukhina, 1936. Bozza del gruppo scultoreo. L’opera è diventata il simbolo dello stato sovietico.

IMG_20201029_105228IMG_20201029_105208

Non ho riprodotto tutte le opere esposte, ma ho cercato di dare un’idea della ricchezza di questa mostra, che merita senz’altro di essere vista!