Eccoci all’ultimo appuntamento del 2020 con la rubrica Il libro del mese. A dispetto di tutto quello che è successo in questo anno orribile, mi sono dedicata alle mie letture più o meno – tranne i mesi di inizio pandemia, in cui ero molto disorientata – come negli altri anni, circa ottanta libri letti. Più che in passato, ho scelto le letture in modo molto meticoloso, perché volevo trarne un grande giovamento, quindi libri che pensavo mi sarebbero piaciuti. E direi che così è stato, non ho preso grosse cantonate…. al limite qualche aspettativa un po’ delusa…

Ho ricevuto tantissime proposte di lettura, mai così tante. Sono arrivate da case editrici, da uffici stampa, da autori, insomma da tante persone che ringrazio di cuore per avere ritenuto questo luogo un porto in cui attraccare. Purtroppo non sono riuscita a dare seguito a tutti, per vari motivi, e spero che non per questo smettano di avere fiducia in me.

Si sono affacciati al mio blog tanti nuovi lettori che, insieme a quelli storici, hanno animato le mie proposte con discussioni stimolanti, con suggerimenti e con tanta simpatia. Questo è l’aspetto più bello dell’essere qui: sentire vicini tanti amici, scambiare opinioni, farsi due risate, e anche molte serie riflessioni, imparare. Vi ringrazio tutti, uno per uno, per avere reso la mia vita migliore.

E ora veniamo ai libri letti nel mese di dicembre.

Viaggiatori nel freddo. Come sopravvivere all’inverno russo con la letteratura

Dörte Hansen, Il paese dei ciliegi

Daniela Dawan, Qual è la via del vento

Santiago Roncagliolo, La notte degli spilli

Manuel De Pedrolo, Atto di violenza

Christina Dalcher, La classe

Ali Smith, Inverno

Charlotte Wood, Il weekend

Lucio Aimasso, Ridere

Il libro che mi ha regalato più emozioni e che ritengo il migliore tra tutte queste ottime letture è:

Roncagliolo spilli con logo

La notte degli spilli, di Santiago Roncagliolo, Keller editore 2020, traduzione di Angela Lorenzini

Protagonisti di questo romanzo di formazione sono quattro adolescenti, compagni di classe in una scuola religiosa maschile di Lima. Un microcosmo che è metafora della società che lo esprime. Dal punto di vista degli adolescenti, un luogo di frustrazione e repressione, abbarbicato ai suoi principi educativi, che in realtà divengono dei moltiplicatori delle idiosincrasie classiche dell’età adolescenziale. Espressione della società che rappresenta e forma – in un loop senza soluzione di continuità.

La narrazione è strutturata per capitoli brevi alternati, in cui ciascun protagonista diventa narratore e fornisce la sua versione dei fatti, seguendo l’ordine temporale di successione degli eventi. L’assetto corale, le diverse voci, le prospettive personali degli eventi danno quindi molto dinamismo e fluidità, nonché varietà alla storia e permettono di entrare a fondo nelle vite e nelle personalità di ciascuno di loro.

Ciò che inchioda alla lettura è il ritmo incalzante, a tratti vertiginoso, della narrazione, con massicce dosi di suspence, capitoli brevi amministrati con un sapiente uso dei cliffhanger che spingono il lettore a divorare le pagine. La prosa è fluida, il linguaggio è quello degli adolescenti, triviale, sarcastico, difensivo – il bullismo tra gli studenti è una molla potente – specchio delle loro ossessioni giovanili, prima tra tutte quella per il sesso, che già di per sé, a questa età, costituisce la prevalente curiosità e che viene maggiormente amplificata dalla repressiva educazione cattolica.

La notte degli spilli può essere letto come un thriller – ne possiede molte caratteristiche – ma l’intrigo non è un semplice espediente narrativo per tenere alta la tensione e pungolare la curiosità del lettore, bensì un’onda magnetica, una continua scarica di elettricità che sprigiona scintille e che l’autore manovra con intelligenza, tenendo il lettore incollato alla trama e nello stesso tempo puntando l’attenzione da un lato sul quadro socio-politico in cui l’avventura dei ragazzi matura – che è uno dei tratti essenziali e dei pregi di questa opera narrativa – e dall’altro sulla crisi adolescenziale che vivono i quattro protagonisti.

Anche se il romanzo scorre via veloce sostenuto da una buona dose di umorismo e ironia, è fondamentalmente un episodio drammatico che cambierà per sempre le loro vite, un’avventura malsana, un rito di iniziazione dopo il quale non saranno più gli stessi e che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Questi giorni cruciali delle loro vite si iscrivono in un preciso momento storico del Perù, segnato dalla violenta contrapposizione tra il governo e la guerriglia di Sendero Luminoso, in un clima teso funestato da attentati, coprifuoco, sparizioni, con la paura di essere dilaniati da un’esplosione o considerati terroristi, imprigionati e torturati, con la sensazione generale che il Paese possa crollare da un momento all’altro nel caos, con le autorità che altro non fanno se non aggiungere più violenza alla violenza.

Con questo romanzo direi che l’anno si è concluso degnamente!!

Quali sono state le vostre migliori letture del 2020? E cosa avete adesso sul comodino?

Rinnovo a tutti i migliori auguri per questo nuovo anno, e … buone letture!