Chi dice che la terza età è caratterizzata dalla noia e dalla rassegnazione si sbaglia di grosso. E la vasta fioritura di romanzi con protagonisti anziani che non hanno perso la voglia di vivere e di mettersi in gioco lo dimostra. Sarà che l’età media della popolazione si è alzata, sarà che la vecchiaia è stata sdoganata e resa avventurosa, fatto sta che in questi romanzi i protagonisti non si sono certo arresi agli inconvenienti dell’avanzare dell’età e non hanno nessuna voglia di starsene da parte, né di essere invisibili.

E cosa fanno per movimentare le loro vite? Quello che non hanno mai fatto prima, oppure si sposano a settant’anni, magari partono per viaggi a piedi senza sapere dove finiranno, cambiano la vita di chi li frequenta in meglio senza neanche accorgersene, vanno alla ricerca di amori e amicizie perse nel tempo. Sono i vecchietti e le vecchiette dei romanzi che gli scrittori amano immaginare: protagonisti e comprimari over 60, dinamici, con la voglia di essere ancora soddisfatti di se stessi e un po’ felici anche quando gli anni aumentano e le prospettive diminuiscono. Sanno essere ostinati, commoventi, pazzi, smodati, a volte cinici, ma sempre innamorati della vita. Saggi a modo loro, coinvolgenti e belli da leggere. 

Bene, allora vediamo cosa possiamo trovare sugli scaffali!

Wood weekend logo

Il weekend, di Charlotte Wood, NN Editore 2020, traduzione di Chiara Baffa, pagg 240

Le settantenni australiane Jude, Wendy e Adele sono amiche da una vita e, per la prima volta, si trovano di fronte ad un evento che ribalta tutte le loro sicurezze (e insicurezze) rispetto al loro stare insieme. Con Sylvie formavano un quartetto consolidato e funzionante in base ad un equilibrio basato su precisi ruolima ora Sylvie è morta, proprio lei che era il collante. (continua…)

Henriksen norwegian logo

Norwegian blues, di Levi Henriksen, Iperborea 2017, traduzione di Giovanna Paterniti, pagg. 379, copertina di Ryo Takemasa

Accanto al protagonista Jim, spiccano I Thorsen, tre fratelli ottuagenari – Maria, Tulla e Timoteus – musicisti che gli appaiono come un’epifania, un’esperienza divina che lo riporta in vita: tre voci che sembrano sgorgare dalle sonorità del Mississipi, quel blues spirituale che vibra fin nei più reconditi anfratti dell’anima. Jim viene immediatamente catturato dall’idea di lanciare il rientro sulla scena musicale del trio, che dopo innumerevoli successi e tournée, si è ritirato dalla vita pubblica e vive nella casa di famiglia, alle porte di un paese immerso nella natura norvegese. (continua…)

Thoroddsen doppio vetro

Doppio vetro, di Halldóra Thoroddsen, Iperborea 2019, traduzione di Silvia Cosimini, pagg. 106,  copertina di Stephan Schmitz. Vincitore del Premio della Letteratura Europea 2017

Con una prosa delicata ed estremamente poetica, l’autrice ci accompagna in questo viaggio tra i pensieri della protagonista, una donna anziana, che vive da sola e che osserva il mondo dalla finestra del suo appartamento di Reykjavík. Una donna che ha avuto una vita piena. È stata e rimane un’intellettuale, si è impegnata politicamente ed ha ancora tanta voglia di farsi coinvolgere, al fianco dei giovani. Nonostante sia consapevole che i giorni migliori sono alle spalle, ha ancora tanta fame di vita. Esce di casa per andare alle serate del bingo, va in caffetteria a bere un bicchierino di gin e ascolta le conversazioni dei giovani. Il marito ormai defunto, i figli con le loro vite e i nipoti con cui è difficile comunicare, gli amici che pian piano se ne vanno, tutto questo non scalfisce la sua lucidità e, nella sua abitudinaria routine di vita, c’è ancora spazio per lasciarsi sorprendere da un’avventura amorosa. (continua…)

Haruf piano

“Le nostre anime di notte” di Kent Haruf, NNEditore 2017, traduzione di Fabio Cremonesi, pagg.176

Addie Moore e Louis Waters, gli anziani protagonisti dell’ultimo romanzo di Haruf,  fanno una cosa improbabile, per certi versi coraggiosa: sfidano le maldicenze, l’avversità dei propri figli e decidono di frequentarsi di notte, per parlare, per tenersi mano nella mano, per attraversare quel luogo desolato che sono le notti di chi, dopo una vita popolata di presenze, si ritrova da solo, con niente da fare se non rimanere in compagnia dei rumori notturni – ben pochi nella tranquilla Holt – dei propri pensieri e delle ombre sul soffitto. (continua…)

Piovevano uccelli, di Jocelyne Saucier, Iperborea 2021, traduzione di Luciana Cisbani, copertina di Davide Bonazzi, pagg. 211

Tutto il prevedibile e l’imprevedibile che accadrà dovrete scoprirlo leggendo il romanzo. Quello che vi posso dire è che raramente capita di imbattersi in un libro così bello: scritto con grande sapienza, poesia e originalità, mette in scena una storia senza confini, né di età, né di latitudine, una storia che afferma con forza che si può avere la forza di scegliersi la propria vita fino alla fine, “no matter who, no matter how”, scegliendo anche quando e come dire basta, che se si ama la libertà si è disposti a difenderla con le unghie e con i denti, e che l’amore arriva in modi misteriosi e per vie che nessuno può prevedere. (continua…)

Fellowship Point, di Alice Elliott Dark, NN Editore 2022, traduzione dall’inglese di Antonio Matera ed Elisa Ponassi, pp. 588, copertina di Susan Abbott

Questo bellissimo romanzo mi ha fatto compagnia per ben tre settimane; sì, certo è lungo (quasi seicento pagine) ma il motivo non è (solo) questo. Il fatto è che si tratta di uno di quei romanzi che non vorresti mai lasciare andare: non vorresti voltare l’ultima pagina, e così torni indietro a rileggere interi capitoli, a sottolineare frasi, a scoprire ulteriori connessioni. (continua…)

Sotto la pioggia gentile, di Ólafur Ólafsson, Einaudi 2023, traduzione dall’islandese di Alessandro Storti, pp. 266

La storia che costituisce la trama del nuovo romanzo di Ólafur Ólafsson è una combinazione di mistero, ricordi e amore perduto; è ambientato nelle odierne Reykjavík e Hiroshima, e nella Londra degli anni ’60. Un romanzo sobrio e incantevole, intimistico, una storia scritta con eleganza che cattura il lettore con le sue atmosfere, un pizzico di mistero e sentimento, fino alla fine inaspettata. (continua…)

Spesso sono felice, di Jens Christian Grøndahl, Feltrinelli editore 2017, traduzione di Eva Kampmann

Questo libro è una lunga lettera, un collage di ricordi che, unendo tra loro passato e presente, accostandoli e creando effetti di rimando, come in una galleria di specchi, ammanta il lettore di malinconia e di appagamento. È la settantenne Ellinor – una donna schiva, che trattiene le emozioni dentro di sé – che scrive. Ha una vita complessa alle spalle, punteggiata da poche gioie e molte amarezze; tuttavia, arrivata alla sua età, riesce a fare un bilancio e a guardare con distacco e una certa serenità alla sua vita (continua…)

La serie continua con molti altri titoli, primi fra tutti questo:

Zadoorian In-viaggio-contromano_web

In viaggio contromano, di Michael Zadoorian, Marcos y Marcos 2009, traduzione di Claudia Tarolo, pagg. 288

Ella e John hanno deciso: partiranno. Chi se ne frega dei divieti e delle ansie dei figli, al diavolo medici, paramedici, rompiscatole che ti ammorbano a suon di esami prescrizioni precauzioni. Ella ha più problemi sanitari di un paese del Terzo mondo, John non ricorda come si chiama sua moglie, ma insieme “formano una persona intera”. In barba a ogni cautela, ogni pallosa ragionevolezza, a ottant’anni suonati Ella e John balzano sul loro camper – un vecchio Leisure Seeker – e attraversano l’America da Est a Ovest. Partendo da Detroit, puntano dritti a Disneyland, lungo la mitica Route 66. Un vero e proprio viaggio contromano a base di cocktail vietati, hippies irriducibili, diapositive all’alba, malviventi messi in fuga.
Un inno alla Strada, un caleidoscopio di paesaggi strepitosi e cittadine fantasma, ansie sogni paure; quello che è stato, che si è amato, quel che è qui e ora e più non sarà… perché la vita è profondamente nostra, teneramente, drammaticamente grande, fino all’ultimo chilometro.

Niven le solite sospette

Le solite sospette, di John Niven, Einaudi editore 2016, traduzione di Marco Rossari , pagg. 352

Quando Susan – a causa dei vizi nascosti del marito – si ritrova vedova e con la casa pignorata, insieme ad alcune amiche decide di compiere una rapina. Contro ogni probabilità, il colpo va a buon fine, e alle «cattive ragazze» non resta che raggiungere la Costa Azzurra, riciclare il denaro e sparire. Nulla che possa spaventarle, dopo tutto hanno più di un motivo per riuscire nella loro impresa: andare in crociera e fuggire il brodino dell’ospizio. Un romanzo dissacrante e divertente.

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Figlie sagge, di Angela Carter, Fazi editore 2016, traduzione di Rossella Bernascone e Cristina Iuli, postfazione di Valeria Parrella, pagg. 336

E’ il 23 aprile – data di nascita di Shakespeare – e le gemelle Dora e Nora, attrici e ballerine di seconda categoria, si apprestano a festeggiare i loro settantacinque anni. Suonano alla porta: su un cartoncino bianco arriva l’invito alla festa del padre, il celebre attore Melchior Hazard, che nello stesso giorno di anni ne compie cento, e che di riconoscerle non ne ha mai voluto sapere. C’è da decidere cosa indossare! Così si apre “Figlie sagge”, la storia di due donne libere ed eternamente giovani che, nate nel lato sbagliato della città, quello più misero, sono sempre state attratte dal bagliore del mondo dello spettacolo. 

Joyce Harold Fry

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, di Rachel Joyce, Sperling & Kupfer 2012, traduzione di Maurizio Bartocci e Chiara Brovelli, pagg. 310

Quando viene a sapere che una sua vecchia amica sta morendo in un paesino ai confini con la Scozia, Harold Fry, tranquillo pensionato inglese, esce di casa per spedirle una lettera. E invece, arrivato alla prima buca, spinto da un impulso improvviso, comincia a camminare. Ha deciso: finché lui camminerà, la sua amica continuerà a vivere. Inizia così per Harold un imprevedibile viaggio dal sud al nord dell’Inghilterra, ma anche dentro se stesso: mille chilometri di cammino e di incontri con tante persone, che Harold illuminerà con la sua saggezza inconsapevole e la forza del suo ottimismo. Harold Fry è un eroe senza essere super, un tipo alla Forrest Gump, un uomo speciale capace di insegnarci a credere che tutto è possibile, se lo vogliamo davvero. Toccante, commovente, ma anche venato da un’irresistibile ironiaL’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce è un romanzo semplicemente indimenticabile: la più bella celebrazione dell’amicizia, dell’amore e dei sogni.

Morrison ottantunenne

La fantastica storia dell’ottantunenne investito dal camioncino del latte, di J.B. Morrison, Tea edizioni 2015, traduzione di Giovanni Arduino, pagg. 265

Prima era abbastanza in gamba per riempire decorosamente le sue giornate, ma ora con un braccio e un piede fratturati, la vita gli appare decisamente grigia. Frank abita con il suo gatto Bibì in una tipica cittadina inglese; guarda DVD, sperpera i suoi denari alle fiere parrocchiali e tenta disperatamente di evitare gli scocciatori che bussano alla sua porta.
Fino a quando non fa irruzione nel suo tran-tran Kelly Christmas, professione badante. Con la sua utilitaria azzurra, un parcheggio da far rizzare i capelli in testa, una serena tenacia e la risata pronta ai giochi di parole di lui, Kelly trasforma la vita di Frank. E gli ricorda che fuori dei muri di casa c’è un mondo avventuroso per chiunque, anche per chi ha ottantun anni.

Jonasson il centenario

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, di Jonas Jonasson, Bompiani editore 2011, traduzione di Margherita Podestà Heir, pagg. 446

Allan Karlsson compie cento anni e per l’occasione la casa di riposo dove vive sta pensando a una grande festa. Allan però è di tutt’altra idea. Così decide di punto in bianco di darsela a gambe e, scavalcando in pantofole la finestra, si dirige nell’unico luogo dove pensa di non essere intercettato dalla direttrice dell’istituto: la stazione degli autobus. Per allontanarsi, peraltro senza avere alcuna destinazione in mente. Nell’attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in uno strano ceffo, giovane e biondo che gli affida un’ingombrante valigia mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, al prezzo della sua fiducia malriposta. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. Allan non può perderla e così vi sale con la grossa, misteriosa valigia. Quello che ancora non sa è che il biondino sarà disposto a tutto pur di rientrarne in possesso. Una girandola di equivoci. Un’esilarante avventura ricca di colpi di scena. Una galleria di personaggi senza paragoni. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, determinato a non lasciarsi scappare un improvviso e pericoloso dono del destino.

Ma le avventure di Allan non finiscono qui, perché c’è anche un sequel… Allan torna in una nuova esilarante avventura: Il centenario che voleva salvare il mondo. A 101 anni, Allan Karlsson ha deciso di tornare in servizio per un missione da nulla: salvare il mondo. Il centenario ha un anno in più, e ancora molti assi nella manica.

Paasilinna Linnea

I veleni della dolce Linnea, di Aarto Paasilinna, Iperborea 2003, traduzione di H.Kangas e A.Maiorca, pagg. 224

Nel giardino di una casetta rossa, nella quieta campagna dei dintorni di Helsinki, un’esile vecchietta sta annaffiando la sua aiuola di violette. Ma l’idillio è solo apparente: la vita tranquilla di Linnea Ravaska, ottuagenaria vedova di colonnello, è avvelenata da una banda di malfattori che piomba regolarmente ogni mese dalla capitale per estorcerle la magra pensione. Lo snaturato nipote Kauko e i suoi degni accoliti, Jari e Pera, non si accontentano di derubarla, ma devastano tutto quanto si trovano davanti, torturano il gatto, picchiano per gioco, saccheggiano, sporcano, distruggono, senza che Linnea osi ribellarsi, fino al fatidico giorno in cui il troppo è troppo. Costretta da Kauko a firmare un testamento a suo favore, la colonnella, terrorizzata di aver siglato la propria condanna, chiama la polizia e fugge a Helsinki dal vecchio amico medico di famiglia. La guerra è dichiarata, e la vendetta del trio infernale potrebbe trasformarsi in un incubo degno di Arancia Meccanica, se Paasilinna, da vero virtuoso della comicità, non preferisse la via della farsa, del divertimento e del paradosso per esprimere le sue critiche a una società di cui vede lucidamente i mali, le ipocrisie e i problemi.

Schine le cose cambiano

Le cose cambiano, di Cathleen Schine, Mondadori 2016, traduzione di Stefano Bortolussi, pagg. 296

La famiglia Bergman è una grande famiglia allargata, un vero e proprio clan, da sempre molto unita. Ma poiché le famiglie non si limitano a crescere, ma con il tempo inevitabilmente invecchiano, arriva il momento in cui bisogna affrontare una serie di problemi. Joy, matriarca formidabile, ormai molto in là con gli anni, pur essendo ancora una donna attiva e impegnata nel suo lavoro di curatrice di un piccolo museo, sta cominciando a mostrare le avvisaglie tipiche dell’età e i suoi due figli, Molly e Daniel, si ritrovano spiazzati. Quando il suo amatissimo marito Aaron, compagno di una vita intera, muore, non sanno come gestire la solitudine e la disperazione della madre. E non hanno messo in conto la ricomparsa nella vita di Joy di un suo ardente corteggiatore dei tempi del college. Soprattutto non potevano prevedere la repentina ribellione di una madre che, determinata a non perdere la propria autonomia, sembra comportarsi come i suoi figli quando erano giovani… Spesso il viaggio verso la vecchiaia è difficile e fa paura sia a chi lo vive, e cerca un modo tutto suo per adattarvisi, sia alle persone intorno, che provano per i genitori un misto di amore, ansia, timore e incomprensione. Le cose cambiano è un romanzo profondamente umano, sincero e commovente che racconta il sopraggiungere della vecchiaia con grande dignità e rispetto, grazia ed empatia.

Jansson il libro dell'estate

Il libro dell’estate, di Tove Jansson, Iperborea 1989, traduzione di C.Giorgetti Cima, pagg. 192

L’estate, l’ultima isola abitata prima del mare aperto nell’arcipelago finlandese, un paesaggio selvaggio e incontaminato, la casa lontana dalla civiltà, una nonna e una nipotina e, silenzioso nume tutelare, il padre. Una vita quotidiana che segue i ritmi svagati delle vacanze e quelli capricciosi del tempo: qualche visita occasionale, tempeste, avventure, divieti trasgrediti, furtive spedizioni a isole altrui, navigazioni notturne. Su uno sfondo che dell’idillio non ha il sentimentalismo, ma ne ha certamente il fascino, un libro dall’apparenza semplice che riesce a parlare senza enfasi, ma anche senza ingenuità, senza eufemismi ma con tocco ironico e leggero, della complessità del vivere, delle luci e delle ombre dell’animo umano, della crudele imparzialità della natura. È la felicità di camminare su un filo teso, sapendo che vi è comunque una rete di protezione, del sentire con intensità, del prendere la vita sul serio, ma accettandola così com’è. Da qui l’affinità e l’intesa fra Sofia, la bambina che inizia ad affrontare la vita, e la nonna, che l’ha vissuta a fondo, l’ha amata con la saggezza di non pretendere di capirla e sa che fra poco dovrà lasciarla.

Fuga da Villa del Lieto Tramonto (Sonzogno, 2016 – traduzione di Irene Sorrentino) è il secondo volume della “Trilogia di Helsinki” di Minna Lindgren, giornalista e scrittrice finlandese, di cui la stessa casa editrice aveva pubblicato nel 2015 il primo volume Mistero a Villa del Lieto Tramonto (sempre tradotto da Irene Sorrentino).

Protagoniste di entrambi i romanzi sono alcune irresistibili vecchiette, ospiti di una casa di riposo nella capitale finlandese, alle prese con una serie di problemi relativi all’età e alla loro collocazione: se nel primo volume si ritrovavano a scoprire, dopo la morte violenta di un giovane cuoco, una serie di traffici equivoci legati alla gestione della residenza, nel secondo sono costrette a trasferirsi temporaneamente altrove. Imponenti quanto poco comprensibili lavori di ristrutturazione sventrano infatti la Villa del Lieto Tramonto, obbligando Siiri, Irma e Anna-Lisa a rifugiarsi in un lussuoso ma equivoco appartamento cittadino, che si rivela ben presto fonte di ulteriori problemi e di sconcertanti scoperte.

Scritti in uno stile che mescola umorismo, mistero e riflessioni non trascurabili sulla vecchiaia e sulla società finlandese, questi romanzi hanno avuto molto successo e sono stati tradotti in numerosi Paesi.

O Brien uno splendido isolamento

Uno splendido isolamento, di Edna O’Brien, Einaudi 2019, traduzione di Anna Bassan Levi, pagg. 224

Una terra ferita e bellissima. Una donna che mette in discussione il suo passato e il suo presente. Un uomo che combatte per un sogno di giustizia e libertà.

In una grande casa, immersa nel verde sterminato della campagna irlandese, vive Josie, una donna rimasta ormai sola con i ricordi di un matrimonio infelice. Fino a quando nella sua esistenza non entra McGreevy, un membro dell’Ira inseguito dalla polizia e dall’esercito, che in cerca di un rifugio irrompe tra le mura del suo isolamento. Nell’oscurità e nel silenzio di quella casa, da cui non possono uscire, lentamente si avvicinano: lei vede in lui il figlio che non ha mai avuto, lui le fa comprendere il dramma del loro popolo. Con una scrittura potente e piena di grazia Edna O’Brien ci mostra due solitudini distanti, che si specchiano l’una nell’altra e si riconoscono, ma alle quali il destino tragico della storia non lascerà scampo. 

Ci sono figlie premurose e insofferenti nei confronti di madri anziane e sole. Ci sono vedove svogliate che si chiudono in casa davanti alla tv piuttosto che uscire con le amiche al caffè o a un concerto; che rinunciano a dilettarsi con un libro, poiché leggere è diventato faticoso, quasi impossibile. Ci sono anche donne con un marito e ancora professionalmente attive, a cui capita di innamorarsi di un collega molto più giovane il cui sguardo e sorriso bastano per illuminarle, renderle visibili. È un libro intimo e liberatorio, che racconta l’invisibilità delle donne mentre invecchiano, le dimenticanze, le malattie, la vergogna e il dolore, i sentimenti più profondi di cui non osiamo parlare.

È possibile cambiare il corso della propria vita quando si è già vissuto molto? Le seconde occasioni possono presentarsi anche in età avanzata? Armand, vedovo, da quando è andato in pensione fatica a riempire la propria giornata ed è in costante lotta con i fantasmi del passato che lo hanno allontanato dal figlio, trasferitosi ormai da anni all’estero. Elena è un’ex insegnante a cui mancano il lavoro e il contatto con i bambini. Vive con il marito Ramir, intellettuale e poeta, in una routine ormai stanca. Armand ed Elena si incontrano a un corso di yoga e cominciano a frequentarsi con la cautela e la diffidenza portate dall’età. Stanno bene insieme, non si pongono obiettivi, non vogliono dimostrare niente, ma nemmeno negarsi nuove chance. Maria Barbal ci regala una storia apparentemente breve e asciutta, ma frasi, dialoghi ed episodi essenziali agiscono come tessere di un mosaico che, unendosi, compongono l’illustrazione più vasta di un nuovo percorso di vita, da esplorare in due, uniti. Perché solo pedalando insieme, come su un tandem, si può provare a raggiungere una nuova felicità.

L’ultima indagine di una banda di vecchietti arzilli, investiga­tori speciali, in un romanzo appassionante e divertente.
È un giovedì come tanti, uno di quelli in cui tutto sembra svolgersi all’insegna della normalità. Tranne che, per il Club dei delitti del giovedì, i guai sono sempre in agguato. Un personaggio della televisione locale, a caccia di un titolo forte per l’apertura del telegiornale, si mette in contatto con i nostri quattro protagonisti, che stanno indagando sul presunto suicidio di Bethany Wate, precipitata mentre era a bordo della sua auto da una strada di montagna, il cui corpo non è mai stato trovato. Nel frattempo Elizabeth, uno dei quattro membri del Club, viene avvicinata da un uomo che ha una proposta per lei: o accetta di uccidere una certa persona o sarà lei a morire… Mentre Elizabeth è alle prese con la sua coscienza (e una pistola), la banda e i suoi improbabili nuovi amici, tra cui star della tv, riciclatori di denaro ed ex colonnelli del KGB, cercano di risolvere il mistero. Riusciranno a catturare il colpevole e a salvare Elizabeth prima che l’assassino colpisca di nuovo? L’ultima indagine di una banda di vecchietti arzilli, investigatori speciali.

Un piccolo villaggio nel Massiccio Centrale francese. L’alba. Risuonano degli spari. Un’anziana signora ha imbracciato la doppietta e si è messa a far fuoco contro il vicino di casa, poi contro i poliziotti sopraggiunti. È così che l’ispettore André Ventura incontra la centoduenne Berthe Gavignol, cinque volte vedova, ancora piuttosto arzilla e ancora dotata di buona mira. Nell’interrogatorio che segue, l’ispettore e il lettore impareranno a conoscere la vivace vecchietta dalla lingua affilata e dal grilletto facile, indotta a ripercorrere gli episodi principali della sua lunga vita e della sua carriera criminale. Chi è stata davvero Berthe: una serial killer, una sorta di Barbablù al femminile o una donna libera, una femminista ante litteram, capace di conquistarsi l’emancipazione a colpi di pistola?

Volete aggiungerne altri? Fatemi sapere……