È il febbraio 1969 quando i leader dei Black United Students della Kent State University propongono di inaugurare un Black History Month, o Mese della storia nera. L’anno dopo, proprio nella stessa università, gli studenti si riuniscono per celebrarlo. Da quel momento l’evento entra nella storia.

Come per tutte le grandi rivoluzioni che cominciano nel silenzio, si deve aspettare qualche anno – il 1976 – perché anche il governo americano, nella persona del Presidente Gerald Ford, lo riconosca ufficialmente come momento di celebrazione collettiva.
Oggi l’America continua a festeggiare a febbraio di ogni anno il Black History Month (come lo fa nello stesso mese anche il Canada e il Regno Unito a ottobre) ma non smette di fare i conti con endemiche divisioni razziali che percorrono, come una ferita, il volto del Paese.

Nel 2020, sul finire della tanto divisiva presidenza Trump, abbiamo assistito al divampare delle proteste Black Lives Matter contro il razzismo e gli abusi della polizia. Una nuova pagina di storia è cominciata con il neopresidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris che hanno da subito dichiarato di voler lanciare programmi per l’uguaglianza razziale ed economica degli americani.
Ma la strada da fare è ancora lunga. Ecco quindi che è importante rileggere le pagine di coloro che hanno raccontato l’identità nera, l’espressione della diaspora africana. Avevo già lanciato alcune proposte in questo post, in cui proponevo alcuni autori imprescindibili. Oggi ritorno sulla letteratura che la comunità afroamericana ha espresso in questi ultimi anni, e che ci ha regalato romanzi indimenticabili, di cui vi ho parlato qui sul blog.

Partiamo da Colson Whitehead, il due volte premiato scrittore al Pulitzer (2017 e 2020) con i romanzi La ferrovia sotterranea e I ragazzi della Nickel. Whitehead è uno degli scrittori più significativi nel panorama letterario degli Stati Uniti e non solo, grazie alla sua capacità di portare i lettori alla scoperta della Storia e delle storie del passato e del presente americano con narrazioni potenti e travolgenti.

Whitehead copertina

Una giovane autrice di cui ho parlato è Jesmyn Ward, con i suoi romanzi della Trilogia di Bois Sauvage, Salvare le ossa, Canta, spirito, canta e La linea del sangue. In questi romanzi di formazione la Ward racconta cosa significhi crescere in certe realtà depresse del sud.

In Un matrimonio americano la scrittrice afroamericana Tayari Jones racconta una storia emblematica di come i pregiudizi razziali possono condizionare le vite, ambientata tra Atlanta, Georgia, e la Louisiana, che vede protagoniste due famiglie nere.

Jones matrimonio americano

 Facce di colore, di Nafissa Thompson-Spires è una raccolta di racconti che sonda il concetto di identità nera nella cosiddetta era post-razziale, concentrandosi sulla classe media e ritraendola in vignette di trascinante umorismo e irriverenza.

Thompson spires facce di colore logo

Gorilla, amore mio, di Toni Cade Bambara è la prima edizione italiana dei suoi racconti; l’autrice dipinge una serie di situazioni familiari oppure sociali, conflitti generazionali oppure razziali, contesti rurali oppure urbani, affrontando la realtà dei neri americani con grazia e umorismo.

La storia della diaspora africana e l’identità nera vista dal Regno Unito, invece, emergono con grande forza nel romanzo Ragazza, donna, altro, di Bernardine Evaristo, vincitore del Booker Prize 2019: il ritratto dello stato della Gran Bretagna contemporanea che guarda indietro all’eredità della storia coloniale britannica in Africa e Caraibi.

Evaristo ragazza donna altro logo