Questo mese sono riuscita a leggere quasi tutto quello che avevo in programma e quindi mi posso dire soddisfatta. Come sempre, vorrei avere più tempo da dedicare ai libri ma le esigenze familiari (umane e animalesche) sono piuttosto impegnative.

Comunque, è stato un mese di buone letture, ho tratto piacere dalle letture di libri, dai post che ho letto sugli altri blog e anche dai giornali, primo fra tutti il mio preferito, L’indice dei libri del mese.

In febbraio ho iniziato un progetto di letture a tema: autrici di area latino-americana che si sono cimentate nella forma del racconto. Il progetto è partito dalla lettura di una raccolta che mi ha particolarmente colpita, e dal fatto che anche una delle mie amiche blogger, Claudia de Il giro del mondo attraverso i libri, stava leggendo e postando recensioni di romanzi e racconti afferenti a quell’area geografica, incuriosendomi molto.

Il progetto continua nel mese di marzo perché ho trovato diverse raccolte interessanti e quindi ci ho preso gusto…

Ma veniamo alle letture di febbraio:

María Ospina Pizano, Gli azzardi del corpo

Guadalupe Nettel, Petali e altri racconti scomodi

Guadalupe Nettel, Bestiario sentimentale

Giovanna Rivero, Ricomporre amorevoli scheletri

Cécile Coulon, Tre stagioni di tempesta

Kari Hotakainen, La legge di natura

Paolo Ferruccio Cuniberti, Un’altra estate

Daniele Nadir, La clavicola di San Francesco

Ángeles Caso, Un lungo silenzio

Salvatore Scibona, Il volontario

Juli Zeh, Cuori vuoti

I primi quattro libri fanno parte del progetto di lettura; sono recensioni che poi confluiranno in un post riassuntivo e analitico su questo genere. La scelta del libro del mese è molto facile stavolta e mi è stata chiara fin da subito, appena terminato il romanzo. Il mio libro del mese è:

Coulon tre stagioni logo

Tre stagioni di tempesta, di Cécile Coulon, Keller editore 2021, traduzione di Tatiana Moroni, pagg. 323, Premio dei Librai Francesi al miglior libro dell’anno

Cécile Coulon nel suo nuovo romanzo – una storia potente, decisa, brusca – intreccia le storie di due famiglie legate da un segreto, in un villaggio del Massiccio Centrale. Un romanzo bellissimo, capace di catturare l’attenzione dalla prima all’ultima pagina; un libro che si fa strada per la forza del suo respiro, un libro che l’autrice Cécile Coulon scrive traendo forza dalle profondità del suo universo romantico e stilistico, dalla sua ampiezza faulkneriana.

La precisione del suo sguardo, trasfusa nelle sue descrizioni di tenui legami, esplode nelle svolte di tante scene inaspettate, dimostrando un innato virtuosismo narrativo e una grande capacità di cogliere l’universalità nei dettagli.

Cécile Coulon sa fondere la sua storia con quella di un Novecento francese (e non solo) segnato dall’esodo rurale, dalla trasformazione delle disuguaglianze sociali in altre forme di soggezione, dalla metamorfosi delle città e della campagna, e quella del posto delle donne.

Evocando i quattro pilastri della ruralità che furono per lungo tempo il medico, il prete, il maestro e il sindaco, non tralascia la lunga tradizione delle credenze contadine, l’importanza dei rapporti con la natura e l’importanza delle “forze” contro cui gli uomini, ricchi o modesti, non possono fare nulla. Al destino di queste forze, che la superstizione può trasformare in veleno insidioso, gli uomini devono opporre solo i loro sogni, siano essi nutriti per se stessi, per la loro famiglia o per la loro comunità.