Nel post precedente vi ho parlato di 5 saggi da leggere ad aprile; in questo post parliamo invece di romanzi e di una raccolta di racconti. Partiamo con una novità che mi ha davvero colpita:

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Janey e Cleveland sono due ispettrici addette al controllo degli allevamenti intensivi di galline ovaiole in una zona dell’Iowa, Dill è l’ex capo di un’associazione ambientalista, Annabelle la riluttante erede di una famiglia di allevatori; per motivi diversi vivono vite simili: frustrate e piene di rimpianti. Finché, per gli effetti a catena di una decisione impulsiva, non diventano improbabili alleati in una folle missione: liberare di nascosto tutte le novecentomila galline di un allevamento industriale in una sola notte, con l’aiuto di trecento indisciplinati volontari e sessanta camion: ce la faranno?

Un romanzo a più voci (volatili inclusi!) rocambolesco e imprevedibile, esilarante e sovversivo, che trascina il lettore in un’avventura surreale ma al tempo stesso mette radicalmente in discussione la prevaricazione del nostro sistema economico sul mondo naturale.

La mia recensione

Sullivan

L’America è terra di culti di ogni tipo, ma una religione come il sullivanesimo non si era mai vista prima. Sullivan è un uomo qualunque, che vive in una baracca alla periferia di una piccola località nel Sud degli Stati Uniti e che nella vita ha combinato poco o niente. Un giorno gli capita quello che prima o poi capita a tutti: muore. Se non fosse che Sullivan, dopo la sua prima morte, continua misteriosamente a morire nei luoghi e nei modi più diversi. Ben presto le salme di Sullivan affollano l’obitorio e le tombe di Sullivan riempiono il cimitero.
Lo sceriffo della cittadina è costretto suo malgrado a occuparsi della vicenda, irritato che una simile scocciatura venga a disturbare la sua routine fatta di aperitivi, nuotate in piscina e hot dog. Il parroco della chiesa cattolica assiste agli eventi con comprensibile smarrimento. Il sindaco e altri solerti concittadini fiutano l’occasione per rilanciare l’economia di quel luogo sperduto nel deserto e per rimpinguarsi le tasche. Intorno alla figura di Sullivan si raccoglie un eterogeneo gruppo di fedeli, e una catena di eventi bizzarri sconvolge la piccola comunità.
Originale e divertente, impreziosito da una scrittura brillante e da una serie di personaggi spassosiNostra Signora dei Sullivan usa la parodia per raccontare con ironia e leggerezza la società di oggi, tra crisi mistiche e opportunismi, derive ascetiche e bassezze morali.

Barbero Alabama

Il nuovo romanzo di Alessandro Barbero. Uno sguardo nella storia degli Stati Uniti, all’origine di quegli spettri che sono tornati ad agitarsi.Alcuni anni fa, nei suoi percorsi e studi da storico, Barbero ha incontrato una storia che non poteva essere racchiusa in un saggio. Ed è quella di Alabama, che pur non essendo nato come reazione alla storia recente ne anticipa i motivi profondi, scandagliandone l’oscurità delle viscere. È la vicenda di un eccidio di neri, di «negri», durante la Guerra di Secessione, la prima grande lacerazione nazionale che divide il paese tra chi vuole bandire la schiavitù e chi non ne ha nessuna intenzione. Ed è la storia di bianchi pulciosi e affamati che vanno in guerra per pochi spiccioli e che sentono il diritto naturale di fare dei negri quello che vogliono. Tutto questo diventa il racconto fluviale, trascinante, inarrestabile, dell’unico testimone sopravvissuto, Dick Stanton, soldato dell’esercito del Sud, stanato e pungolato in fin di vita da una giovane studentessa che vuole ricostruire la verità. Verità storica e romanzesca, perché Barbero inventa una voce indimenticabile, comica e inaffidabile, logorroica e irritante, dolente e angosciosa, che trascina il lettore in quegli abissi che ancora una volta si sono riaperti. Il nuovo romanzo di Barbero va davvero a toccare i tratti del carattere americano che sono deflagrati negli eventi dell’ultimo anno e degli ultimi mesi: la questione del suprematismo bianco, il razzismo profondo che innerva persino le istituzioni, la mentalità paranoica, l’orgoglio e la presunzione di farsi giustizia da sé, la violenza che scaturisce dalla povertà, dalla rabbia, da ciò che si vive come ingiusto sulla propria pelle e che si rovescia su chi è ancora più debole.

Shimazaki

La coraggiosa e determinata Mitsuko ha finalmente realizzato il suo sogno di aprire una libreria specializzata in volumi di arte e filosofia. Insieme alla madre e a Taro, il figlio meticcio e sordomuto, conduce una vita molto appartata. Non ha ancora tagliato del tutto i ponti con un passato ingombrante: il venerdì continua a lavorare in un lussuoso locale come entraineuse, conversando piacevolmente con la sua clientela di intellettuali e uomini di cultura. Un giorno, in libreria si presenta una signora dell’alta società insieme alla sua bambina, coetanea di Taro. I due fanno subito amicizia e la donna, dopo un primo acquisto di testi rari e costosi, cerca con insistenza Mitsuko proponendo di vedersi anche con i bambini fuori dalla libreria. Mitsuko, sempre sfuggente, alla fine accetta di incontrarla e scopre che, come lei, la donna custodisce un segreto. La suspense cresce in questo romanzo, dove la maternità viene raccontata come un sentimento totalizzante: se in passato Mitsuko l’ha vissuta in modo tormentato e contraddittorio, oggi è indissolubilmente legata a suo figlio e per lui è disposta a qualsiasi cosa. Il suo personaggio, tratteggiato con sensibilità e realismo, si staglia con grinta e delicatezza nell’universo femminile di Aki Shimazaki. Il secondo romanzo della nuova pentalogia di Aki Shimazaki ha come simbolico filo conduttore il frutto dell’hozuki, l’alchechengi, che con la sua forma a lanterna indica la luce della speranza e della salvezza per la protagonista e suo figlio.

Vorrh

Per Safarà il 22 aprile esce Vorrah, un dark fantasy colto all’inglese di Brian Catling, artista e scrittore inglese, il 22 aprile, con le bellissime tavole di Gianluigi Toccafondo, e la traduzione di Massimo Gardella. Un romanzo che resiste a semplici classificazioni di genere, definito da Alan Moore, che ne ha curato la prefazione, «un capolavoro fosforescente» e «la prima opera fantasy del secolo attuale».

Accanto alla città di Essenwald, nel cuore dell’Africa colonizzata si trova Vorrh, una vasta foresta, forse infinita. È un luogo di demoni e angeli, di guerrieri e sacerdoti. Magica e senziente, Vorrh piega il tempo e cancella la memoria, e la leggenda vuole che il Giardino dell’Eden esista ancora nel suo cuore.

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Una grande intensità espressiva caratterizza i nove racconti di questa raccolta, in cui la prosa fluida va di pari passo con la forza dei temi trattati, mentre la crudezza delle situazioni si mescola con un’ironia pervasiva. Sicari e prostitute, uomini perseguitati da povertà, malattia o disagio sono alcuni dei protagonisti di questo volume, funamboli alla ricerca di un difficile equilibrio, sempre compromesso da inevitabili passi falsi, che diventano emblemi di alcuni dei fenomeni sociali che caratterizzano il Messico contemporaneo: narcotraffico, religiosità popolare, cattive condizioni di lavoro. Illuminate dallo sguardo attento, spesso caustico, dell’autrice, le loro storie parlano di intima fragilità e disperazione endemica.
Con questi racconti suggestivi e diretti, Aniela Rodríguez rende omaggio alla grande tradizione letteraria del suo Paese, rinnovandola attraverso uno stile vigoroso e personalissimo.

La mia recensione