INCIPIT
I pesci stanno dormendo.
Non sono morti o intorpiditi da un mare troppo caldo, no, stanno proprio dormendo.
La donna si avvicina di più agli scogli frastagliati e neri in fondo alla baia dei Traditori per guardare meglio le piscine naturali in cui galleggiano. Nel campo che sovrasta la spiaggia due cavalli bruni stanno mangiucchiando foglie di frangipani. Sul momento ne invidia la pigra libertà, poi nota le corde che li tengono legati a due paletti.
Torna a guardare le pozze.
Una cinquantina di pesci intrappolati tra le rocce nere fanno il morto, immobili, con gli occhi aperti, lasciandosi cullare dai cavalloni dell’oceano Pacifico. Ammucchiati e variopinti, ci sono cernie, pesci pappagallo, pesci chirurgo. È come una piscina in un mercoledì di canicola… con un solo bagnino a sorvegliare tutti!
Il bagnino ha l’acqua fino alle cosce, tatuaggi delle isole Marchesi fino alle orecchie, capelli grigi crespi e una corporatura da pilone di rugby. Raccoglie i pesci addormentati a mani nude e li mette nel paniere di foglie di banano intrecciate che porta a tracolla.
La donna lo riconosce. È Pito, il giardiniere che qualche volta va al Soleil Redouté a potare piante e alberi, un gigante dai gesti lenti che deve avere quasi settant’anni. Anche lui la riconosce, e si porta un dito davanti alle labbra.
Shhh!
Lei si stupisce. Perché deve stare zitta? I pesci si sveglieranno di soprassalto se dice una parola?
No davvero!
Pito scoppia a ridere.
«Tu non hai visto niente, d’accordo, bellezza? Se ti chiedono qualcosa devi giurare che mi hai visto prenderli con l’arpione!».
La donna sgrana occhi sorpresi che hanno l’aria di divertire molto il marchesiano.
«Lo…lo prometto».
Il pescatore osserva la giovane davanti a sé con il reggiseno del costume e il pareo a fiori di ibisco annodato intorno alla vita, poi le fa l’occhiolino.
«È una vecchia magia delle Marchesi!».
Sceglie con cura un ultimo pesce pappagallo, grosso e con le squame azzurre e verdi, poi sale anche lui sugli scogli. Lei capisce che può fargli finalmente delle domande.
Michel Bussi