Amanti
Che mi riserva rivederti, amore,
quale viaggio t’hanno dato i venti?
L’oscuro avvolge questi giorni chiari,
circola forse in questa luce densa
qui dove a macchie dondolanti o ferme
filtra oro ed il vino matura.
Spicco dal cielo questo frutto splendido,
chiudo gli occhi su quel che porta seco,
o lo stare sulle spine
o il dirsi addio a cuore gonfio,
questo tempo nel tempo senza fine.
Non andartene
Non andartene,
non lasciare
l’eclisse di te
nella mia stanza.
Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.
Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata.
Mario Luzi è considerato uno dei fondatori dell’ermetismo; fu tra i fondatori, insieme a Carlo Bo, della rivista “Il Frontespizio”, voce del movimento ermetico. In quegli anni in cui frequentava l’Università, era anche in contatto con altri poeti ed intellettuali, tra cui Montale, Gadda, Vittorini, Bilenchi. Conosceva molto bene la letteratura d’Oltralpe, Rimbaud, Mauriac; si laureò in Letteratura Francese proprio con una tesi su Mauriac e la insegnò per tutta la vita come docente universitario. Nel corso della sua lunga vita conobbe e frequentò molti dei poeti ed intellettuali italiani e francesi.
La sua poesia ermetica degli anni Trenta e Quaranta era molto influenzata dal Simbolismo francese, soprattutto da Mallarmé. La sua produzione poetica dagli anni Cinquanta fino agli anni Settanta assume una caratteristica sempre più esistenziale, percorsa da un’inquietudine profonda che plasma le immagini poetiche; la ricerca, vana, di un lenimento all’insensatezza del vivere. Negli ultimi anni, la sua produzione è caratterizzata da uno stile più prosastico, affiorano i ricordi nostalgici della gioventù e compare un sentimento di religiosità espresso nella speranza di una sopravvivenza dell’anima al corpo. La sua bibliografia è mastodontica e spazia dalla poesia, al teatro, alla prosa, alla critica letteraria e d’arte.
Le raccolte poetiche che più mi hanno fatto apprezzare questo poeta sono “Primizie del deserto” del 1952 e “Onore del vero” del 1957.
La notte lava la mente, tratta da “Onore del vero”
Poco dopo si è qui come sai bene,
fila d’anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.



Sono proprio contenta di ritrovare il mio adorato Mario Luzi su questo tuo splendido post.
In questo periodo sto rileggendo il volume “le poesie di Mario Luzi” edito nel 1988 dall’Adelphi
Complimenti !
Adriana Pitacco
"Mi piace"Piace a 1 persona
Era da un po’ che non lo rileggevo; ogni tanto mi concedo dei momenti dedicati alla poesia: rileggo poeti che conosco e provo ad esplorare chi non ho mai letto. Sono momenti speciali, perché dalla poesia scaturiscono sempre riflessioni, divagazioni … Ciao!
"Mi piace""Mi piace"