Adesso comincio a capire. Avrebbe potuto essere, questo di Rosa e Giovanni, un banale adulterio, oppure una grande passione. Divenne invece un gioco al massacro. Tutto l’amore di cui avrebbero potuto essere capaci si venò, forse loro malgrado, di crudeltà patologiche.

Amor comico, pag. 90

Altri squilibri, di Annalisa Bruni, Edizioni Helvetia 2005, pp. 126

La raccolta di racconti di Annalisa Bruni, edita da Edizioni Helvetia, risale a qualche anno fa, ma il tempo trascorso non ha tolto certo attualità ai temi e allo stile con cui l’autrice propone questi ritratti, soprattutto di donne, colte in un frammento della loro vita in cui qualcosa si è squilibrato, o, con una determinazione quasi ossessiva, si è cercato di ri-equilibrare una situazione che creava sbilanciamento e instabilità.

Gli undici racconti che compongono la raccolta sono brevi, alcuni brevissimi, uno – quello citato in apertura – più lungo. Sono attraversati da una sottile tensione, anticipata dall’esplicita resa di ciò che è accaduto, per ripercorrere a ritroso i fatti, oppure sopraggiunta come ineluttabile conseguenza di ciò che si sviluppa, con un andamento a spirale.

In questi brevi ritratti si svela un universo femminile che seppure ha cercato di mantenere dritta la barra del timone della propria vita, ha inciampato in uno squilibrio familiare, domestico (un sovraccarico di responsabilità, una tensione nei rapporti), oppure ha deviato a causa di amori tossici, di relazioni che hanno creato uno squilibrio nel fare sentire inadeguatezza, umiliazione. Donne che hanno reagito o che hanno subito, donne che comunque hanno reagito.

Con una scrittura leggera che sa però essere corrosiva, e alternando diversi registri narrativi in una continua varietà di stile, Annalisa Bruni mette in fila una serie di ritratti, sia femminili che maschili, delineati con poche ma sapienti pennellate e con trame che, seppure accennate nella concisione richiesta dalla forma narrativa del racconto, sanno raggiungere pienezza di significato. E svelare gli squilibri che creano una dissonanza, un malessere, uno sbandamento che chiede aiuto. Come questo aiuto diventi fattiva concretezza, dipende dai protagonisti delle storie: c’è chi sa solo subire, chi protesta, chi è capace di opporsi, chi di vendicarsi, chi di trovare pace. Ognuno a suo modo, cerca di assestare quello scivolamento che, apparentemente, potrebbe essere insignificante, ma che invece può anche condurre ai bordi del baratro.

C’è una vena di ribellione, di insofferenza che accomuna i personaggi femminili; un sentimento che nasce dalle umiliazioni subite, dall’indifferenza, dall’insensibilità di chi vive accanto, dall’immagine che si vuole dare di sé e che sembra in discussione. Nei personaggi maschili si riscontra più spesso la bramosia, il cinismo, l’egocentrismo, o un fondo di viltà. E forse è proprio qui che gli altri squilibri si manifestano. E spingono a reagire.

Qui potete leggere l’incipit del primo racconto del volume.

Annalisa Bruni, laureata in lettere, è veneziana; per molti anni funzionaria della Biblioteca Nazionale Marciana, ha scritto diverse raccolte di racconti, radiodrammi e sceneggiature radiofoniche.