Corruzione fatale di Salvatore Di Gigli, Edizioni Efesto 2023
Recensione di Claudio Cherin
Ernesto Di Capua non è convinto che la morte di Valerio Ottaviani sia da imputate alle sue malferma salute, ai tre by-pass, alla vita frenetica che ha fatto, come sostiene la moglie, Vanessa Colonna Ottaviani. A confermarlo lo sgabello ancora in piedi, per mezzo del quale si è impiccato in un bosco, dove si incontrano amanti fugaci.
Oltre alla scena del delitto, sospetto è il figlio Vittorio, troppo interessato alla sua carriera politica per piangere la morte del padre.
Questi elementi che inducono l’ispettore Ernesto di Capua a consultarsi con la dottoressa Renata Villanova, Sostituto Procuratore, e a iniziare a investigare. Così ha inizio Corruzione fatale, edito dalle Edizioni Efesto, l’ultimo romanzo di Salvatore Di Gigli, autore di altri libri che hanno per protagonisti la coppia consolidata Di Capua e Villanova.

Quasi subito emerge anche la vita di Valerio Ottaviani: non è soltanto un solerte e esperto dipendente dell’Aglaia, un’azienda molto quotata, che si districa tra appalti e lavori pubblici. Valerio Ottaviani è stato per tutta la vita un faccendiere e fidato collaboratore che sa molto, troppo. E che, ad un certo punto, non ha la voglia (e la forza) di continuare a lavorare in quel mondo.
Il mondo descritto dall’autore non permette vie di scampo: c’è un mondo corrotto, di cui i più non sanno. Dietro alla morte di Valerio Ottaviani si celano una contabilità malata e relazioni pericolose. Di mezzo c’è anche la politica e il denaro. Molto denaro che sempre l’Aglaia versa per la campagna elettorale del figlio di Valerio, Vittorio.
Il romanzo si muove su più piani: c’è l’indagine, c’è la critica sociale e culturale di un paese fatto di e con mazzette e introiti illeciti ‒ l’autore critica un certo tipo arrivismo e l’avidità, capace di indurre a commettere azioni crudeli ‒ c’è, poi, la relazione che lega l’ispettore Di Capua al Sostituto Procuratore Renata Villanova. All’intuizione dell’ispettore Di Capua corrisponde la razionalità e la conoscenza del diritto della dottoressa Villanova.
Al tono cupo del mondo si contrappone l’amore del duo ‒ che solo in questo libro divampa ‒ e l’ironia con il quale il narratore si fa sentire in alcuni luoghi della storia. Gli uomini sono soggetti alle passioni (piccole o grandi) che siano e destinati per questo a sbagliare. Nessuno può sottrarsi, sembra dire il narratore. Ognuno, alla fine, ha sulla coscienza qualcosa. Questa ironia non giustifica, descrive. Ma mai assolve gli uomini.
Corruzione fatale è un libro ben scritto, capace di assecondare anche i gusti di chi, abitualmente, si orienta verso altre letture. Questo perché Di Gigli sa come mantenere alta l’attenzione, grazie a intrecci appassionanti e all’uso di dialoghi serrati. I personaggi e le ambientazioni sono ben tratteggiati. La prospettiva è duplice: da una parte ci sono le indagini, dall’altro le relazioni tra gli uomini e le donne che ruotano intorno a Valerio Ottaviani.
Le donne non sono pedine in un mondo fatto di uomini; Iris Castelli ‒ il presidente della Aglaia ‒ Vanessa Colonna Ottaviani e Renata Villanova sono consapevoli del proprio ruolo. Mentre gli uomini, che ruotano intorno a queste diverse figure di donna, si dimostrano spesso fragili, avidi e incapaci. Destinati per questo a fallire.

Salvatore Di Gigli nasce a Sezze (LT) nel 1956. Di estrazione tecnica, collabora per oltre vent’anni con primarie imprese nazionali operanti nell’ambito della sicurezza elettronica. Nel 1994 pubblica all’interno di una rivista specializzata, “Antifurto”, edita da EPC Srl di Roma (oggi Gruppo EPC), ne seguiranno oltre 80. Nel 2012, per i tipi della Kimerik®, pubblica il suo primo libro, “Testimoni Oculari”, opera di narrativa che ha riscosso significativi riconoscimenti di critica e pubblico. Nel 2016, sempre con Kimerik, pubblica il suo primo romanzo, “Il Vangelo Maledetto”. Nel 2018, per i tipi di Edizioni croce, pubblica il giallo “L’innocenza depredata”, nel quale alza il velo su alcuni turpi aspetti riguardanti la pedofilia nell’ambito della Chiesa. Nel 2021, per i tipi di Kinetès, pubblica la raccolta di racconti “Santi, briganti, passanti”. In questo volume è contenuto il racconto breve “Abbandono”, vincitore del premio letterario internazionale “Antica Pyrgos” edizione 2020. Sempre nel 2021, riceve una menzione speciale per la sezione “monologhi teatrali” del premio letterario internazionale “Antica Pyrgos” per il suo monologo “Caterina, la santa puttana”.


Ottima recensione lo comprerò.
La recensione è scritta molto bene. Leggerò anche su quello sul caso orlandi.finalmente recensori che scavano nei libri!
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Grazie e buone letture.
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Siete giornalisti di professione? Insegnanti o dottorati? Sono capitata per caso su questo libro. Inizierò a seguirlo con costanza
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Grazie, siamo soprattutto innamorati di letteratura….
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Devo chiedere a mio nipote di compralo, io sono una donna di ottant’anni che legge gialli, ho letto gli altri che claudio ha scritto.
Spero ne scriverà presto altro
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Grazie Cesira, e buone lettura!!
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