Tutti i lettori sono curiosi di sapere dove i loro autori e autrici preferiti amano scrivere; infatti, le case degli scrittori/scrittrici – al pari di quelle dei pittori/pittrici, come stiamo vedendo nella serie di post dedicati – sono delle tappe fisse del turismo letterario, ormai da secoli.
I luoghi, i rituali, le manie di chi scrive sono materia davvero stimolante e affascinante. Ce ne offre parecchi esempi il libro di Alex Johnson di cui vi ho già ripetutamente parlato. Una delle mie autrici preferite è Isabel Allende: vediamo come e dove ha concepito i suoi romanzi.
Il suo primo e forse più famoso romanzo, La casa degli spiriti, Isabel Allende lo scrisse in cucina, in un appartamento a Caracas, dove si era rifugiata a causa del golpe militare in Cile. Allende utilizzava una macchina da scrivere, e lo faceva in tarda serata, dopo il lavoro e dopo avere preparato la cena.
Successivamente, Allende si dedicò alla scrittura in un ripostiglio riadattato, in auto e in qualche caffè, fino al 2001, quando riuscì a costruire una casa in California, con vista sulla baia di San Francisco, a San Rafael. In fondo al giardino si fece costruire la sua casita, una stanza con bagno che era stata concepita come spogliatoio per la piscina, isolata, senza telefono e senza internet. Fu proprio lì che concepì e scrisse diversi libri, almeno fino al divorzio e alla vendita della villa, nel 2016.
La casita era piena di oggetti di particolare importanza per lei: scatole piene di perline, che usava per fare gioielli, un modo per sgombrare la mente; delle bambole di pezza che aveva cucito quando era incinta di Paula (la cui tragica morte è rievocata nel romanzo omonimo); una delle scarpine da neonata di Paula; una foto di Isabel che firma l’atto di matrimonio; le lettere che si scambiava con la madre.
C’erano pochi libri nella casita: qualche dizionario, alcune prime copie di suoi libri, opere di Neruda e Shakespeare in spagnolo che le aveva donato il nonno.

In quanto a rituali, anche Isabel Allende ne ha uno imprescindibile: inizia ogni nuovo romanzo l’8 gennaio. Quel giorno riveste per lei un’importanza enorme: scrisse in quella data la lettera al nonno morente che avrebbe ispirato il romanzo La casa degli spiriti. La mattina dell’8 gennaio si alza presto e dopo una passeggiata con i cani, si dedica alla meditazione. Poi beve una tazza di tè, brucia salvia e candele e chiede allo spirito di Paula e ad altre muse ancestrali di aiutarla nella nuova impresa.
La macchina da scrivere che aveva usato per il suo primo romanzo campeggia ancora sulla sua scrivania, ovviamente a fianco del computer. Lavora alla scrivania tutti i giorni tranne la domenica, dalle 8.30 alle 19, con una pausa pomeridiana per una passeggiata. Questa routine viene mantenuta lungo tutta la prima stesura dell’opera.

Scrittrice e giornalista cilena, Isabel Allende è nata in Perù ma cresciuta con la madre in Cile. Dopo aver terminato gli studi a Santiago del Cile, lavora dapprima per la FAO, quindi si dedica a un giornalismo impegnato, scrivendo anche per il cinema e la televisione. Nipote di Salvador Allende, vive in esilio dal 1973, anno del golpe organizzato dal generale Augusto Pinochet Ugarte, al 1988, anno della caduta di Pinochet.
In esilio scrive il primo romanzo, La casa degli spiriti (1982; ebbe una trasposizione cinematografica nel 1993).
Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo. In Italia è pubblicata da Feltrinelli.
Tra le prime scrittrici latinoamericane a raggiungere fama mondiale, continua la sua esplorazione del tema politico e di quello personale nei due romanzi successivi – D’amore e ombra (1984) ed Eva Luna (1987) – e nella raccolta di novelle Eva Luna racconta (1992). Del 1992 è anche il romanzo Il piano infinito. Nel 1995 pubblica Paula. Tra gli altri romanzi ricordiamo Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1997), La figlia della fortuna (1999), Ritratto in seppia (2001), Il mio paese inventato (2002), La città delle bestie (2003), Il regno del drago d’oro (2003), La foresta dei pigmei (2004). Zorro. L’inizio della leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011), Il gioco di Ripper (2013), L’amante giapponese (2016), Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di Paula, La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001), Amore (2013), un miscellanea delle più belle pagine della scrittrice sull’amore, e il sesso, i sentimenti.
E ancora ricordiamo: Oltre l’inverno (Feltrinelli 2017), Lungo petalo di mare (Feltrinelli 2019) che racconta la storia del Winnipeg, una nave che ha portato in Cile 2200 rifugiati spagnoli che fuggivano dalle rappresaglie franchiste, Donne dell’anima mia (Feltrinelli 2020), Violeta (Feltrinelli 2022) e Il vento conosce il mio nome (Feltrinelli, 2023).
È una delle autrici latine di maggior successo, avendo dato alla letteratura sudamericana un contributo enorme; le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.


Eh sì, certe curiosità vengono … Grazie
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molto interessante, interessante un’intera casetta solo per sé
peccato sia presumibilmente stata sgombrata assieme alla villa
di suo ho letto solo La casa degli spiriti, stupendo, il film non gli rende giustizia
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anch’io penso che il film non regga il paragone…
a me basterebbe avere una stanzetta tutta per me….
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