Tra oggi e domani di Carmen Korn, Fazi editore 2023, traduzione dal tedesco di Manuela Francescon, pp.540
di Claudio Cherin
Il passato nazista incombe nell’ultimo romanzo di Carmen Korn Tra oggi e domani. Sebbene la guerra sia passata e sia iniziata la ricostruzione, il ricordo e il pensiero del nazismo è ancora lì che s’insinua nelle vite delle tre famiglie che hanno preso vita nel primo volume di questa saga (in due volumi) dell’autrice tedesca, definita da alcuni critici come l’Elena Ferrante tedesca. Tra oggi e domani è, infatti, il seguito di Quando il mondo era giovane, che Fazi aveva pubblicato nel 2020.
Come il lettore ricorda, la narrazione inizia il Primo gennaio 1950, a Colonia, ad Amburgo e a Sanremo dove tre famiglie legate da vincoli di amicizia festeggiano quello che è un nuovo inizio: gli anni cinquanta. La ricostruzione delle città è a buon punto e si fa di tutto per dimenticare gli orrori della guerra mondiale. Ci si sposa, si pensa al futuro, si mettono al mondo figli o li si vedono crescere. Per alcuni questo è il momento di una nuova possibilità economica, come accade a Gerda e a suo marito Heinrich Aldenhovenche, che a Colonia, vivono in una nuova casa e aprono una galleria d’arte, nonostante i compratori siano ancora pochi. Stessa cosa accade ad Amburgo, dove l’amica di Gerda, Elisabeth, e suo marito Kurt vivono col nipotino Jan, in attesa del padre del ragazzino, Joachim, che è disperso in Russia.
Poi c’è Margarethe, nata Aldenhoven, che si è trasferita da Colonia a Sanremo, dove ha sposato Bruno, figlio di una ricca famiglia di commercianti di fiori. La vita tra le bellezze della riviera ligure sembra spensierata, ma la presenza della suocera, Agnese, la matriarca, che gestisce il patrimonio di famiglia, si rivela fin da subito un ostacolo per le aspettative di Margarethe.
Tra oggi e domani racconta le vicissitudini esistenziali, gli amori e i dolori della seconda generazione, quella che ha visto la guerra e ha visto l’invasione degli americani e dei russi. Ha vissuto l’incubo dell’occupazione (soprattutto dei russi). E ora, negli anni sessanta, la seconda generazione non solo ripensa il passato, ma ha preoccupazioni nei confronti del futuro.
È un nuovo decennio, quello che si apre davanti alle tre famiglie (gli Aldenhoven, ai Borgfeldt e ai Canna). Gli anni Sessanta sono l’inizio di prosperità, e di un periodo di ottimismo in cui si pensa molto al futuro. Gli anni Sessanta sembrano proprio questo, in fondo: il sogno americano che si diffonde nell’Europa ricostruita. Oltre ad un nuovo modo di essere: le donne hanno la possibilità, per la prima volta, di avere una libertà fino a quel momento anche solo quasi impossibile da immaginare.
A Colonia, la galleria d’arte di Gerda e Heinrich vive grazie all’arrivo del talento del pittore Karl Jentgens. Ma ‘rivolgersi al futuro’ è anche la possibilità, ad Amburgo, per Ursula, dopo diversi tentativi, di avere finalmente il suo primo figlio. A Sanremo il nuovo decennio, più che cambiamenti positivi, fa emergere gli investimenti malaccorti di Bixio e l’azienda di floricoltura dei Caccia si ritrova a dover superare difficoltà economiche.
La nuova generazione cerca il proprio posto nel presente e vive di esso, la vecchia tace sulle proprie scelte, che hanno portato alla catastrofe di una nazione e alla morte di ebrei e di uomini al fronte; è nella figura Pips, l’ex pianista del suo jazz club, che rimane vivido il ricordo di quanto accaduto. Pips è il personaggio che, insieme a Joachim, lega le tre famiglie al loro passato. Un passato difficile, nel quale vivono ancora. E per il quale ognuno, a proprio modo, soffre ancora. Pips sicuramente più di tutti. La sua storia viene raccontata in modo molto completo. I nazisti non solo l’hanno tenuto imprigionato, non solo l’hanno torturato, ma hanno fatto in modo che la sua vita e il suo corpo siano costretti a ricordare per sempre (a causa di una grave menomazione inflittagli) la sua colpa: essere figlio di comunisti. All’epoca dei fatti, aveva solo quindici anni. La sua vita spezzata non può che renderlo un estraneo nella sua stessa terra, che vede sempre con un occhio di sospetto. Anche perché molti di quelli che ora hanno ricominciato attività di vario tipo, si sono buttati alle spalle le scelte nefaste del passato che tutti conoscono bene. Lo stesso Pips lavora per una donna che ha denunciato molte persone, che non aderivano all’idee naziste, portandoli in molti casi alla morte. Tra gli avvenimenti quotidiani si capisce come la Germania, negli anni Cinquanta e negli anni Sessanta, abbia voluto insabbiare un passato che ha abiurato, ma in cui molti ancora credono.
Gli anni sessanta si riveleranno essere quelli di Kennedy, del Muro che divide in due la città di Berlino, della Germania divisa e, ovviamente, del primo uomo sulla Luna, ma anche quelli in cui si sussurra un ricordo spettrale mai del tutto sopito: quello delle parate, dei film di propaganda, dei treni che deportavano le persone, dell’occupazione del suolo tedesco da parte dei russi, degli americani e degli inglesi.
Nata a Düsseldorf nel 1952, Carmen Korn è una scrittrice e giornalista che vive ad Amburgo con la sua famiglia. Oltre a Quando il mondo era giovane, Fazi Editore ha pubblicato Figlie di una nuova era (2018), È tempo di ricominciare (2019) e Aria di novità (2020), che compongono una trilogia dall’enorme successo.

