Salvador Dalì, indiscusso maestro del surrealismo, ha aperto le porte a un mondo onirico e profondo, dove l’inconscio si manifesta in forme bizzarre e suggestive. Ta Byrne, pittrice tailandese, raccoglie questa eredità e la reinventa, infondendole una nuova linfa vitale: l’umorismo. Le sue composizioni vivide e dinamiche invitano gli spettatori in un mondo in cui fantasia e realtà convergono, fondendo il realismo quotidiano con esperienze visive uniche.

Mentre Dalì scavava nelle profondità dell’anima, Byrne ci invita a guardare il mondo con un occhio giocoso e irriverente. La sua arte è come una finestra su una dimensione parallela, dove le persone comuni vengono trasformate in creature ibride, con elementi del quotidiano che si fondono con i loro volti. Un uovo fritto al posto del viso, un pomodoro che diventa un naso: la realtà si mescola all’immaginazione in un cocktail surreale e irresistibile.

La tecnica che utilizza per le sue opere è la pittura a olio, che le permette di creare pennellate decise e ricche di dettagli, spesso accostando i colori in un vivace mix di contrasti. La pittura ad olio, infatti, aiuta a raggiungere una grande varietà di sfumature e consistenze diverse, rendendo le immagini sempre accattivanti.

Ta Byrne dipinge con uno stile rappresentativo e adattabile, capace di fondere forme e colori morbidi con linee e figure nette. È in grado di combinare il familiare e l’inaspettato, il naturale con il sorprendente. Lei stessa afferma:
Voglio che i miei quadri abbiano carattere e raccontino storie ma senza parole, come attraverso la mimica.
L’automatismo freudiano e l’uovo: simboli universali
Alla base della ricerca artistica di Byrne c’è l’automatismo freudiano, un concetto che ci invita a guardare oltre le apparenze. Più fissiamo un oggetto, più la nostra mente lo astrae, trasformandolo in qualcosa di nuovo e inaspettato. È un po’ come quando, affamati, vediamo il volto della nostra madre mutare in un succulento uovo fritto. Un’immagine che ci fa sorridere, ma che ci rivela anche qualcosa di profondo sulla nostra percezione della realtà.

L’uovo, protagonista ricorrente nelle opere di Byrne, è un simbolo universale carico di significati. Dalla creazione alla rinascita, dall’alimentazione alla fragilità, l’uovo è un archetipo che ha affascinato artisti di ogni epoca, da Hieronymus Bosch a Salvador Dalì. Nelle opere di Byrne, l’uovo diventa un elemento comico e destabilizzante, ma conserva al tempo stesso la sua potente carica simbolica.

Un invito alla sperimentazione
L’invito di Byrne è chiaro: proviamo a osservare il mondo con occhi nuovi, lasciando che la nostra immaginazione prenda il volo. Forse, guardando un oggetto comune per qualche minuto, riusciremo a scoprire un universo nascosto, pieno di sorprese e ironia.

L’alienazione e la ricerca di un’identità:
- Smascheramento delle apparenze: L’atto di trasformare un volto umano in un uovo fritto, o di far spuntare un pomodoro da un naso, è un modo per svelare l’arbitrarietà delle identità che ci costruiamo. Sottolineando l’assurdità delle convenzioni sociali, Byrne ci invita a mettere in discussione le nostre certezze e a cercare un senso più profondo dell’essere.
- La figura dell’outsider: L’artista surrealista, come Byrne, spesso si sente un outsider, un osservatore che non si conforma alle norme. L’umorismo diventa uno strumento per esprimere questa sensazione di estraneità e per creare un legame con coloro che condividono un’esperienza simile.
- La ricerca di un’identità fluida: Nel mondo frenetico e omologante di oggi, l’identità non è più un concetto statico, ma un flusso continuo di esperienze e trasformazioni. Le opere di Byrne riflettono questa fluidità, mostrandoci come l’identità possa essere costruita e decostruita in ogni momento.
L’umorismo come meccanismo di difesa:
- Distanziamento dalla realtà: L’umorismo può essere visto come un meccanismo di difesa che ci permette di affrontare situazioni difficili e dolorose mantenendo una certa distanza emotiva. Trasformando la realtà in qualcosa di assurdo e grottesco, Byrne ci invita a relativizzare i nostri problemi e a trovare il lato comico anche nelle situazioni più serie.
- Sublimazione dell’angoscia: L’angoscia esistenziale, la paura della morte, il senso di inadeguatezza: sono tutti temi universali che l’arte surrealista ha spesso affrontato. L’umorismo, in questo caso, diventa un modo per sublimare queste angosce, trasformandole in immagini bizzarre e divertenti.
La ricerca del senso:
- Questionamento della realtà: Le opere di Byrne ci invitano a mettere in discussione la nostra percezione della realtà e a cercare un significato più profondo. Attraverso l’uso di simboli e metafore, l’artista ci propone un puzzle visivo che dobbiamo decifrare.
- La bellezza nell’assurdo: L’umorismo surrealista ci mostra come la bellezza possa nascere dall’assurdo, dal contrasto tra l’atteso e l’inaspettato. Questo ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi e a scoprire la poesia nell’ordinario.
- La connessione con l’inconscio: L’umorismo surrealista, come tutta l’arte surrealista, è strettamente legato all’inconscio. Attraverso l’umorismo, Byrne ci offre uno sguardo privilegiato sui meandri della nostra mente, rivelandoci i desideri, le paure e le fantasie che spesso teniamo nascoste.

Ta Byrne è nata in Tailandia nel 1974. L’artista e autrice Ta dipinge le persone non come potresti conoscerle ma in modo drammatico, emotivo e talvolta teatrale ma sempre pieno di sentimenti e sempre speciale. Il suo lavoro è appeso ai muri di 67 paesi. Oltre al suo successo come artista, il suo libro Egg Island è nelle librerie e disponibile in tutto il mondo.
Ha effettuato la sua prima vendita attraverso la galleria online Saatchi e ora vanta fan e collezionisti in tutto il mondo; risultati significativi per un bracciante agricolo della Thailandia!
Ta Thimkaeo Byrne è un artista della fuga. Ma differisce da Harry Houdini in quanto è fuggita da una vita faticosa nelle risaie della Thailandia rurale per trovare rifugio in un mondo di fantasia che ha raffigurato su carta, sotto lampade a paraffina, dopo una giornata di fatica.
Da adolescente ha lavorato in una fabbrica sfruttatrice a Bangkok. Di giorno cuciva a mano camicie per i mercati locali. Di notte e nei fine settimana esplorava la capitale cinetica. Un incontro casuale con un artista di strada eccentrico ha cambiato non solo la sua prospettiva sulla creatività, ma anche il suo modo di vedere la vita. “Mi sedevo con lui per ore, respirando i fumi dall’odore dolce e guardandolo dipingere. Creava mondi che non potevo nemmeno immaginare. Ne ero affascinato e sapevo più di ogni altra cosa che volevo diventare un artista”, afferma Ta, che vive nell’isola tailandese e parco giochi turistico di Koh Samui.
I semi della sua futura carriera furono piantati allora, ma germogliarono solo 16 anni dopo. Ormai divorziata, madre di due figli, si è trasferita a Koh Samui, lavorando nel settore del turismo. Un altro incontro casuale, questa volta con un uomo britannico incontrato durante un acquazzone mentre condividevano una tazza di caffè, l’ha ispirata a tracciare uno scarabocchio su un pezzo di carta che dimostrasse la sua capacità artistica. In cambio le concesse una dotazione di colori, pennelli, spatole, blocchi da disegno, tele e diluenti. Fu allora che iniziò a dipingere sul serio, mentre il suo futuro marito le fornì l’acume di marketing per portare il suo lavoro a un vasto pubblico digitale. Dopo aver ottenuto la prima importantissima vendita attraverso la Saatchi Art Gallery, il lavoro di Ta ha conquistato fan a Dubai, Zurigo, Shanghai, Parigi e New York, dove i suoi dipinti sono esposti permanentemente in alcune dimore dei ricchi degne di TV. È così popolare che molte delle sue opere vengono vendute prima che la vernice si asciughi. È facile vedere gli aspetti tailandesi del suo lavoro nei colori audaci e brillanti – sono dipinti che ti sorridono e strizzano l’occhio – e in alcune figure giocose, ma ci sono anche accenni e trattini di Chagall e Dalì.

Nell’ottobre 2023 firma un contratto per la pubblicazione del suo primo libro, intitolato “L’isola delle uova”. Il mondo dell’editoria ha accolto con applausi questo romanzo, definendolo una lettura avvincente e attraente, capace di catturare il gusto del pubblico più esigente. La storia è ambientata in un mondo fantastico chiamato Egg Island, in cui vivono personaggi immaginari e piuttosto eccentrici. Un esempio? La Famiglia Egg, la prestigiosa dinastia che nella storia detiene il potere sull’intera isola; ma esistono ancora le donne in rosso, affascinanti e seducenti per chiunque; e anche dee che regnano sovrane, cospiratori che tramano per acquisire il potere sull’isola, e così via. Un’indiscrezione vuole che Ta Byrne stia già lavorando al suo secondo romanzo, forse un seguito del primo: vedremo quali sorprese ci riserverà il futuro. La cosa certa è che, con questo artista, la noia non esiste. Chissà quali altre avvincenti storie potranno raccontarci le uova appese alle pareti!
Credits to ADFwebmagazine e Raandoom.




Un viaggio pittorico immerso nelle teorie psicoanalitiche, molto interessante, grazie!🌹🐈⬛
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I suoi quadri mi sembrano contenere suggestioni oniriche.
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Interessante e stimolante.
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Molto particolare e originale; bella anche la sua storia personale.
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