Fino a toglierti il fiato, di Linwood Barclay, Nutrimenti edizioni 2024, traduzione di Nicoletta Manuppelli, pp. 464

Nutrimenti dà alle stampe il nuovo thriller di uno dei più importanti autori di crime americani.

Un fine settimana, mentre Andrew Mason è impegnato in una battuta di pesca, sua moglie Brie scompare senza lasciare traccia. Quasi tutti danno per scontato che Andy se la sia cavata con l’omicidio – è sempre il marito, no? – ma la polizia non riesce a costruire un’imputazione valida contro di lui. Per un po’, Andy ha toccato il fondo: ha bevuto troppo per alleviare il dolore, è stato abbandonato da tutti i suoi amici tranne uno, ha quasi perso i suoi affari ed è diventato un paria nel luogo che una volta chiamava casa.

Ora, sei anni dopo, Andy ha finalmente rimesso insieme la sua vita. Ha venduto la casa che una volta condivideva con Brie e si è trasferito. A dire il vero, non gli è dispiaciuto sapere che la vecchia casa è stata rasa al suolo e che al suo posto è stata costruita una nuova casa. Si è sistemato con una nuova compagna, Jayne, e la vita è bella.

Ma il mondo pacifico di Andy sta per andare in frantumi. Un giorno, una donna si presenta al suo vecchio indirizzo, urlando: “Dov’è casa mia? Cos’è successo a casa mia?” E poi, proprio all’improvviso come è apparsa, la donna, che ha una sorprendente somiglianza con Brie, se n’è andata. La polizia viene informata e vecchie domande e oscuri sospetti riemergono.

Potrebbe Brie essere davvero viva dopo tutti questi anni? Se sì, dov’è stata? Diventa presto chiaro che il futuro di Andy e la vita di coloro che gli sono più vicini dipendono dalla scoperta di cosa diavolo sta succedendo. 

INCIPIT

“Possiamo ucciderli e basta. Oppure ci sono altre soluzioni che potrebbero interessarle”.
“Sempre che ne esistano”, disse Brie Mason. “Magari la soluzione è solo una”.
“Oh”, disse l’uomo con il nome Charlie cucito sul davanti della tuta grigia, “non c’è mai una sola soluzione”.
Brie si sentì il cuore sprofondare. “Non scherzi”.
Charlie era in ginocchio davanti al lavello della cucina, con le ante dell’armadietto in basso aperte, e agitava una torcia.
“Be’, i topi non sono esattamente il tipo di creatura che ama la solitudine, se capisce quello che intendo. Sono animali socievoli e adorano la compagnia di altri piccoli topolini”.
Charlie strizzò gli occhi. “Adesso mi pare di vedere un paio di stronzetti intrappolati là sotto”.
“Non ho messo nessuna trappola”, disse Brie.
“Non quel tipo di trappola”, disse Charlie. “Intendo lo scarico, sotto il lavandino”.
“Oh, certo”, disse Brie, pensando che avrebbe dovuto capirlo prima, visto che il marito era un imprenditore edile e tutto il resto. Si appoggiò allo schienale dell’isola della cucina, con le braccia incrociate sul petto come se stesse supervisionando il tutto. “Quindi per stronzi intende degli escrementi”.
“Pare di sì”, disse Charlie. “Avete già avuto problemi con i topi?”.
“Non che io sappia. Non siamo qui da tanto tempo. Mi sa… ehm… dire da quanti anni potrebbero essere lì quegli escrementi?”.
Charlie ridacchiò. “Be’, non saprei esattamente come effettuare una datazione al carbonio su di loro, o su qualsiasi altra cosa, in realtà. Se non è sicura di avere visto dei topi, che cosa l’ha spinta a chiamare?”.
“Mi era sembrato di sentire un rumore ieri sera”, disse Brie.
“Una specie di fruscio. Ero seduta qui in cucina e c’era molto silenzio. Mio marito è via e…”.
Si interruppe. Brie avrebbe preferito non dirlo. Non vai a spifferare che tuo marito non c’è quando hai in casa un tizio che non conosci. Non che Charlie fosse realmente uno sconosciuto. Era un disinfestatore autorizzato dallo Stato, giusto? Anche se, Brie doveva ammetterlo, era un tantino strano.
Enormi baffi a manubrio già tendenti al grigio con le punte impomatate all’insù, come se fosse appena uscito dal set di un film sul selvaggio West. Gli mancava un cappello a cilindro e sarebbe stato perfetto nel ruolo del tizio che lega la ragazza sui binari. Prima di entrare in casa si era fermato sul gradino d’ingresso a finire una sigaretta fino al filtro, aspirando con forza quegli ultimi due tiri come se ne avesse bisogno per affrontare qualsiasi evenienza.
Una volta entrato in casa, Brie era quasi svenuta a causa dell’odore del tabacco, che quell’uomo sembrava emanare da tutto il corpo. Quella tuta, aveva immaginato, non vedeva una lavanderia dai tempi in cui Will Smith recitava in una sitcom.
Odore a parte, l’uomo le sembrava abbastanza professionale, ma comunque non bisognava dire che eri sola. Attribuì la sua disattenzione al fatto che era già nervosa. Aveva pensieri ben più grandi di qualche topo entrato in casa.