Girlhood. In un corpo di ragazza, di Melissa Febos, Nottetempo 2023, traduzione di Federica Principi, pp. 288
Girlhood di Melissa Febos è un’opera poliedrica costituita da sette capitoli in forma di saggio, che intreccia la vita dell’autrice con un’ampia gamma di riferimenti culturali. Attraverso un mosaico di esperienze personali – dall’adolescenza nel New England, segnata da dipendenze e relazioni tossiche, fino alle prime esplorazioni sessuali e all’impatto del sex work – e un’analisi approfondita delle testimonianze femminili raccolte, oltre a numerosi testi letterari e saggi, Febos evidenzia la ricorrenza di determinate dinamiche e traumi all’interno dell’universo femminile.
Girlhood è un’opera letteraria audace e sperimentale. Mescolando memoir, saggistica e analisi culturale, l’autrice crea un mosaico narrativo che esplora le profondità dell’anima femminile, un’indagine appassionata sul corpo femminile, sull’adolescenza, cioè l’età più tumultuosa in cui i cambiamenti fisici e l’emergente consapevolezza sessuale si scontrano con le aspettative sociali, generando un cocktail di emozioni contrastanti, e sulla costruzione dell’identità in una società patriarcale.
Attraverso un linguaggio ricco e evocativo, con una scrittura lucida e appassionata, Febos esplora con onestà e coraggio il tema del consenso e denuncia le pressioni sociali e culturali che gravano sulle giovani donne, costringendole a conformarsi a modelli di bellezza e comportamento spesso dannosi.
Attraverso la sua storia personale, Febos ci mostra come il corpo femminile sia spesso oggetto di controllo e sfruttamento. L’autrice esplora con coraggio le “acrobazie mentali” che mettiamo in atto per giustificare comportamenti ritenuti inappropriati, rivelando come la società patriarcale ci insegni a incolpare noi stesse per le violenze subite.
Le esperienze adolescenziali di Febos, pur appartenendo a un passato lontano, continuano a plasmare la sua visione del mondo e le sue relazioni. La scrittrice ci mostra come i segni di quel periodo possano essere profondi e persistenti, come cicatrici invisibili che portano con sé un bagaglio emotivo complesso. Attraverso la scrittura, Febos scava nei meandri della sua memoria, analizzando come gli eventi del passato abbiano influenzato la sua percezione di sé, degli altri e del mondo. Le sue analisi ci invitano a riflettere sul fatto che l’adolescenza non è solo una fase transitoria, ma un periodo cruciale che lascia un’impronta indelebile sulla nostra identità. Febos ci mostra come sia possibile convivere con le ferite del passato, trasformandole in una fonte di comprensione e di empatia verso se stessi e gli altri.
La scrittura di Febos è un turbine di emozioni e immagini, un flusso inarrestabile di parole che trascina il lettore in un viaggio avvincente. La sua capacità di mescolare generi e registri diversi conferisce alla narrazione una freschezza e una vitalità uniche. Questo mosaico di stili e registri, dove il lirico si intreccia con il narrativo, e il personale con l’universale, genera una discreta complessità stilistica che, sebbene arricchisca la narrazione, a volte può generare delle dissonanze, come nel caso di alcune frasi particolarmente dense e articolate.
Un libro complesso, ad alta densità emozionale bilanciata da uno sguardo lucido, diretto, che non esita ad affrontare temi “scomodi”. Molte tra le donne che lo leggeranno ritroveranno i disagi, gli imbarazzi, le sofferenze che hanno costellato la propria pubertà ed età adulta; parlarne senza reticenze è già un modo per cercare di superare il blocco emotivo che spesso spinge a “nascondere la polvere sotto il tappeto”, e conquistare la propria libertà.

Questo libro è anche inserito nella Box 19 Unica, di Romanzi.it dedicata a Nottetempo edizioni. Trovate tutte le info e i link per l’acquisto della Box 19 (compreso un codice sconto) QUI.

Melissa Febos è un’autrice americana. Suoi testi sono apparsi su The Paris Review, McSweeney’s Quarterly, Granta, The New York Times. Insegna al programma di scrittura di non-fiction presso l’Università dell’Iowa e i suoi libri sono tradotti in molte lingue. Con Girlhood. In un corpo di ragazza, che nottetempo ha pubblicato nel 2023, ha vinto il National Book Critics Circle Award for Criticism.
Riporto la nota dell’autrice posta all’inizio del volume:
È andata così: ero una bambina felice, per quanto strana. Al netto di qualche sporadico dolore mi sentivo amata e al sicuro. L’età tra i dieci e gli undici anni, però – l’epoca in cui il mio corpo di bambina divenne marcatamente quello di una ragazza – segnò una brusca virata. Che i giovani si ribellino, soprattutto
le femmine, è cosa nota. Eppure la mia adolescenza al femminile era tinta di una cupezza che non poteva essere banalmente liquidata come una storia di ribellione giovanile. Negli anni a seguire mi ha assalito una domanda: che c’è di sbagliato in me? Non meritavo di vivere un tale tormento.
Per quanto all’epoca mi paresse tutto o indicibile, oggi non credo che il dolore e la cupezza della mia adolescenza fossero eccezionali. Per molte è un periodo ben più duro di quanto
spesso siamo disposte ad ammettere. E nel mentre conosciamo una certa versione di noi stesse – qual è il nostro valore, in che consiste la bellezza, cos’è dannoso e cosa normale – e diamo la precedenza ai sentimenti, all’agio, alle percezioni e al potere degli altri. La nostra mente, così assuefatta, può quindi esiliare molte parti del sé e rivolgere abusi e odio verso il nostro corpo, imporre giudizi su quelli di altre e asservire una vita
intera a valori che non mettono al primo posto la nostra sicurezza, la felicità, la libertà e nemmeno il piacere. Nonostante la mia adolescenza sia stata una delle ultime vissute al riparo da internet, nelle successive generazioni ho spesso intravisto le stesse difficoltà.
Per anni mi è parso impossibile smontare questo profondo indottrinamento. Esserne consapevole non bastava. Eppure si è rivelato ben più semplice di quanto pensassi. Così come ho insegnato al mio corpo e alla mia mente tutta una serie di pratiche che via via si accorpano in abilità da rafforzare – come giocare a softball, cantare, correre e scrivere –, allo stesso modo si è rivelato possibile addestrare la mia mente ad agire in accordo con le mie convinzioni (e alle volte scoprire quali esse fossero). Come ogni processo che implichi un condizionamento, è noioso, minuzioso e richiede attenzione impeccabile. Non lo si può fare da soli.
È stato in parte scrivendo questo libro che ho corretto la storia della mia adolescenza e trovato una via di guarigione. Grazie alle storie di altre donne mi sono sentita meno sola, e la rivelazione di questa comune ordinarietà è stata anch’essa curativa. La scrittura per me è sempre stata un modo di riconciliare la mia esperienza con le narrazioni disponibili (o mancanti) per poterla descrivere. Spero che questi scritti abbiano, in parte, la stessa utilità per voi.
Melissa Febos
marzo 2020
New York

