Chiudo l’anno delle mie recensioni libresche con un classico della distopia, un romanzo affascinante e inquietante che vi lascio come riflessione in questo passaggio d’anno; nel momento storico che stiamo vivendo, spazzato da sanguinosi venti di guerra, dove il futuro appare sempre più minacciato dai poteri forti, questa lettura si incastona come una pietra preziosa. Ve lo propongo nell’edizione degli Oscar Mondadori Cult, economica e facilmente reperibile nella nuova edizione uscita nel 2020 (guarda caso…).
Con l’augurio che “il re del mondo” e la follia non abbiano la meglio, ma che piuttosto la pace e la pacifica convivenza tornino ad essere centrali nella politica e nella società, vi dedico un grande e circolare abbraccio.
Pubblicato negli anni ’20, Noi è considerato il primo grande romanzo distopico, anticipando opere come 1984 di George Orwell e Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley. L’autore, attraverso la storia di D-503, ci invita a riflettere sui pericoli di una società che sacrifica la libertà individuale in nome dell’ordine e dell’efficienza. La censura subita dal romanzo (in Russia mai pubblicato fino al 1988) ne sottolinea l’attualità e la capacità di porre interrogativi che ancora oggi ci riguardano.
Noi è un’opera così importante per la sua visione profetica: l’autore anticipa con sorprendente precisione molti degli aspetti totalitari dei regimi del XX secolo. In modo incisivo e visionario, mette in discussione il valore della razionalità e dell’ordine quando sacrificano l’umanità e la libertà.
La trama
Siamo alla fine del terzo millennio. L’umanità, racchiusa in una megalopoli scintillante ma soffocante, ha abdicato alla propria individualità. Gli uomini e le donne non hanno più nomi, ma fredde sequenze alfanumeriche. Ogni aspetto della loro vita è scrupolosamente programmato e controllato da un regime totalitario che ha eretto una Muraglia Verde a delimitare il proprio dominio.
D-503, un brillante ingegnere, è il perfetto cittadino modello. Devotamente impegnato nella costruzione dell’Integrale, una gigantesca astronave destinata a diffondere l’ordine perfetto dello Stato Unico ai confini dell’universo, D-503 è un sostenitore incrollabile del sistema. Tuttavia, la sua esistenza ordinata e prevedibile viene sconvolta dall’incontro con I-330, una donna misteriosa e ribelle che incarna tutto ciò che il regime ha cercato di annientare: la spontaneità, la passione, il desiderio di libertà.
I-330, con i suoi occhi verdi che sembrano penetrare nell’anima, rappresenta una minaccia per l’immobile perfezione della società. La sua bellezza e il suo carisma la rendono pericolosa, ma anche irresistibile. D-503, affascinato e turbato dalla donna ribelle, inizia a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto. Attraverso il suo diario, ci racconta la sua progressiva presa di coscienza e la sua lotta interiore tra lealtà al regime e desiderio di libertà.
Mentre D-503 si avvicina sempre più a I-330, scoprirà i piani della ribelle per scatenare una rivoluzione e abbattere il regime tirannico. Un piano audace e pericoloso che rischia di costare la vita a tutti coloro che vi sono coinvolti.
Un mondo di vetro e acciaio
Noi è un romanzo che ci immerge in un futuro inquietante, dove la tecnologia, anziché liberare l’uomo, lo imprigiona in una gabbia dorata. Le città di vetro, dove ogni movimento è sorvegliato, sono la metafora di una società che ha sacrificato la privacy e l’autonomia individuale in nome di un’illusoria sicurezza.
Perché leggere Noi oggi?
Perché è un’esperienza di lettura coinvolgente: La narrazione in prima persona di D-503 ci permette di entrare nella sua mente e di condividere la sua evoluzione. È un classico della distopia: un’opera che ha anticipato molti dei temi che caratterizzano i romanzi distopici successivi. Infine, perché è una riflessione sulla società contemporanea: le tematiche affrontate dall’autore, come la manipolazione delle masse, la sorveglianza costante e la perdita di privacy, sono più attuali che mai. Leggere questo libro ci aiuta a riflettere sulla società in cui viviamo e a difendere i valori fondamentali della democrazia; ci invita a riflettere sui pericoli della sorveglianza di massa e della manipolazione delle informazioni.
QUI trovate molte curiosità legate alla storia editoriale del libro e alla vita del suo autore.
Evgenij Zamjátin
(Lebedjan, Lipeck, 1884 – Parigi 1937) scrittore russo. Ingegnere navale di professione, esordì con un libro di racconti, La vita in provincia (1911). Seguirono il romanzo breve In capo al mondo (1914), che gli costò un processo per «antimilitarismo e idee sovversive», e i racconti Gli isolani (1917) e Il pescatore di uomini (1921), la cui ambientazione riflette le esperienze di un suo soggiorno in Inghilterra subito dopo la rivoluzione. La scrittura di Z., di tipo espressionistico, esercitò un grande influsso sulla generazione narrativa degli anni Venti, soprattutto sui fratelli di Serapione, di cui Z., che svolse anche un’ampia attività teorica e critica, fu maestro e guida. La pubblicazione del romanzo Noi (che era già uscito in Inghilterra nel 1924 e che non vide mai la luce in Unione Sovietica) su un giornale di emigrati a Praga (1928) accentuò l’ostilità già creatasi intorno a Z. per la sua posizione di intellettuale comunista alieno da ogni forma di dogmatismo. Nel 1932, per l’intervento di Gor’kij, Z. poté lasciare la Russia e si stabilì a Parigi con la moglie. Noi, che tratteggia un quadro satirico di un’immaginaria città collettivista da cui sono banditi individualismo e libertà, contiene, al di là della satira immediata del regime sovietico, l’esaltazione dei diritti dell’uomo naturale, e anticipa le satire sociali di A. Huxley e G. Orwell. Tra le altre opere di Z. si ricordano i Racconti empi (1927), Il racconto del più essenziale (1928), il dramma storico I fuochi di san Domenico (1922), sull’inquisizione spagnola, la gustosissima commedia La pulce (1925), tratta da un racconto di N.S. Leskov, e la tragedia Attila (1928).
Per la composizione in copertina credits: Frank R. Paul, Edizioni Penguin



Sembra molto interessante, anche se la letteratura distopica ormai è preponderante
Buona fine anno^^
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È un po’ il capostipite delle distopie politiche. Scritto anche con una vena ironica, che serpeggia in modo pungente. L’avevo letto tanti anni fa, e rileggendolo ora l’ho apprezzato ancora di più.
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Interessante. Grazie per la segnalazione.
Lo inserisco tra i libri da leggere
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Buone letture e buon anno nuovo 🍀🤗
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Grazie 🤩, sembra molto affascinante, la letteratura e anche la filmografia che trattano temi “distopici”, spesso sono diventati vere e proprie premonizioni di un futuro possibile 🐈⬛🌹
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Si, infatti. I loro autori hanno avuto la capacità di capire in anticipo certe derive….
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Verissimo 🐈⬛🌹
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Grazie per l’ulteriore consiglio. Ti auguro un buon anno, pieno ancora della tua passione e che sia anche fortunato.
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Grazie per questo bellissimo augurio. Ricambio con il cuore, ti auguro tutto il meglio e che si realizzino i tuoi desideri 🤗🍀
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Mi era stato consigliato da una libraia di Venezia, lo sto leggendo, sono quasi al termine e confermo tutto quanto è stato detto e recensito e ho anche letto che l’autore ha usato anche una sorta di metalinguaggio per trasferire immagini ed emozioni del protagonista. Secondo me ha molte cose in comuni con il libro di Bradbury, “Farenheit 451” (altra opera distopica) in cui si immagina una società massificata e governata da uno stato di polizia, a cui è sostanzialmente impedito di pensare e giudicare con la propria testa: si assiste alla morte dello spirito critico e del dissenso. Inoltre in Noi mi ha colpito la definizione di Libertà contrapposta alla Felicità e una frase secondo me emblematica: “Mentre la felicità… Cos’è? In effetti i desideri sono uno strazio vero? Ed è chiaro: la felicità è quando vengono a mancare i desideri, quando non ce ne sono proprio più…” Tema anche espresso da George Orwell nella sua recensione del 1946 in cui lo considera per certi versi superiore a quello di Huxley (Il Mondo Nuovo). Complimenti per la recensione.
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Grazie, Paolo, per tutti gli spunti che hai inserito in questo commento. Hai ragione, questo libro crea una rete di riferimenti ad altre opere che hanno posto al centro della riflessione proprio le derive pericolose dell’assenza di pensiero critico e di libertà di pensiero.
Buone letture!
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