La Biblioteca Nazionale Braidense – accorpata nel 2015 al sistema museale della Pinacoteca di Brera – è una delle 46 biblioteche statali gestite direttamente dal Ministero della Cultura.

L’Istituto svolge da sempre la duplice funzione di biblioteca di conservazione, destinata ad un pubblico di cultori della ricerca storica e letteraria e nel contempo di specchio della grande produzione libraria milanese, rivolto ad un universo più ampio di fruitori.

La Biblioteca Nazionale Braidense fu originata quando la Congregazione di Stato per la Lombardia, organo rappresentativo degli interessi delle comunità locali, acquistò la biblioteca del Conte Carlo Pertusati, per poi donarla all’Arciduca Ferdinando, figlio dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria e futuro governatore della Lombardia.

Nel 1770 Maria Teresa, considerando la mancanza in Milano “di una biblioteca aperta ad uso comune di chi desidera maggiormente coltivare il proprio ingegno, e acquistare nuove cognizioni” poiché non veniva ritenuta sufficiente l’Ambrosiana “ricca bensì di manoscritti”, ma non di “libri stampati”, decise di destinare ad uso pubblico la biblioteca del Pertusati. Grazie allo scioglimento della Compagnia di Gesù decretato nel 1773 da Clemente XIV, lo Stato acquisì il Palazzo del Collegio gesuitico di Brera, costruito sull’area del duecentesco convento degli Umiliati, e lo destinò a sede della biblioteca. La biblioteca aprì al pubblico nel 1786.
Lo scioglimento della Compagnia di Gesù mise a disposizione dello Stato anche i fondi librari del Collegio Braidense e delle case gesuitiche di San Fedele e San Girolamo che, con il fondo Pertusati, costituirono il nucleo iniziale della Biblioteca.

Nel 1778 seguì la raccolta del medico Albrecht von Haller di Berna, ricca di pregevoli testi scientifici cui si aggiunsero le raccolte del cardinale Angelo Maria Durini e del colonnello Baschiera e una piccola parte della biblioteca del conte Firmian.
La soppressione delle congregazioni religiose, decretata dall’imperatore Giuseppe II, portò ad incamerare una parte dei fondi di antiche librerie claustrali; e successivamente anche i duplicati della Biblioteca Imperiale di Vienna.
Nell’età napoleonica sono da ricordare le acquisizioni della biblioteca del Collegio dei Giureconsulti e del fondo Scaccerni, donato da Francesco Melzi.
Ad incrementare le raccolte ha contribuito l’Avviso della Regia Intendenza politica di Milano dell’aprile 1788, relativo al deposito obbligatorio nella biblioteca delle opere pubblicate nello Stato di Milano. Dal 1793 vennero inclusi anche gli editti e gli avvisi pubblicati dalle autorità di Governo. Nel 1848 questa disposizione fu trasformata nella legge sul diritto di stampa.
La Braidense, cui fu conferita già nel 1880 la qualifica di “Nazionale”, si configurava come una grande biblioteca di carattere generale: si andava dai corali miniati provenienti dalla Certosa di Pavia ai libri scientifici della raccolta Haller, dalle opere storiche e letterarie del legato Durini, noto soprattutto per le edizioni di classici latini e greci del XVI secolo, alle opere teologiche, a quelle giuridiche e alle grandi opere di consultazione generale.
Nel corso del XIX secolo altri fondi arricchirono ulteriormente il patrimonio della Braidense: i volumi donati da Hermes Visconti, la raccolta del Gabinetto Numismatico, la collezione bodoniana Mortara, la raccolta Lattes di opere di cultura ebraica, la raccolta Carlo Morbio, la miscellanea Viesseux e la libreria di Cesare Correnti.

Nel 1889 venne acquistata la raccolta drammatica Corniani Algarotti a cui s’aggiunse il lascito De Capitani D’Arzago. Il fondo manzoniano fu donato nel 1885.
Tra le raccolte pervenute nel Novecento sono da ricordare la libreria Novati, la biblioteca liturgica dei Duchi di Parma, la raccolta scacchistica, il fondo Castiglioni e il fondo fotografico Emilio Sommariva.


La Biblioteca Nazionale Braidense è situata nel cuore della zona di Brera, all’interno dell’omonimo palazzo, dove si trovano anche la Pinacoteca e l’Accademia.
Dall’ingresso principale di via Brera 28 si attraversa il cortile e si prosegue nel corridoio di fronte all’ingresso; lo scalone di accesso si trova in fondo a sinistra.



L’anno scorso l’influencer Cristina Fogazzi (nota anche come l’Estetista cinica), per dimostrare che “lei può”, ebbe la bella idea di organizzare una cena proprio alla Biblioteca Nazionale Braidense. Questo ha fatto scoppiare un putiferio, perché la gente è rimasta indispettita proprio dal fatto che lei potesse organizzare una cena lì, quando invece noi comuni mortali in quella biblioteca non possiamo introdurre né cibo né bevande (per non rischiare di macchiare o bagnare i rarissimi libri lì conservati).
Tra l’altro gli ospiti a questa cena peggiorarono la situazione pubblicando sui loro profili Instagram dei video dell’evento, nei quali si vedeva chiaramente che gli ospiti in questione non è che stessero a tavola senza neanche sfiorare i libri della biblioteca, ma si appoggiavano agli scaffali come se niente fosse. Insomma, cafona la scelta di organizzare la cena lì e ancora più cafona la gente che era stata invitata.
Molto antipatica anche la replica dell’Estetista cinica alle polemiche che sono divampate: lei ha sottolineato che paga le tasse in Italia, dà lavoro a 101 dipendenti e il 95% di essi sono donne. Un’ennesima sottolineatura del fatto che, siccome sfama 101 famiglie, “lei può” e noi no.
Il bello è che per questa cena che le ha causato un enorme danno reputazionale l’Estetista cinica ha pagato la bellezza di 80.000 euro. Con la stessa cifra avrebbe potuto comprarsi un appartamento, darlo in affitto e a lungo termine ricavarci pure qualcosa.
Fonte: https://www.elle.com/it/showbiz/celebrities/a61138750/estetista-cinica-brera-polemica/
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A parte il giudizio su di lei, che non esprimo perché non so manco chi sia, mi domando chi le ha dato il permesso di farlo. Forse il ministro Sangiuliano?
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Come rivela l’articolo che ti ho linkato qui sopra, fu il ministro Franceschini a stabilire per legge che è possibile affittare degli immobili anche se appartengono al patrimonio storico e artistico della nazione. E infatti la Biblioteca Nazionale Braidense non è l’unica a prestarsi, anzi molti musei e saloni si vendono anche per meno: ad esempio, la stessa cena che ha fatto l’Estetista cinica agli Uffizi di Firenze sarebbe costata 15.000 euro. Grazie per la risposta, e buona Domenica! 🙂
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Trovo sbagliato affittare degli spazi del nostro patrimonio artistico per eventi privati. Lo dico perché credo che valga il principio di massima tutela, perché se lo affitti perdi il controllo di quello che vi accade all’interno.
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Dalle menti eccelse del PD come Franceschini mi aspetto questo ed altro! 🙂
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Bella. Ricorda la biblioteca reale di Torino che in base alle date appartiene allo stesso periodo
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Nella Malatestiana di Cesena (prima biblioteca civica al mondo, memoria dell’umanità UNESCO e luogo che merita la visita di chiunque: ci sono state talmente tante volte che l’ultima la guida mi ha detto che la visita la faceva fare a me) è ospitata anche la Biblioteca Piana di Pio VII (nativo della città), in locali molto simili.
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la metterò tra le prossime da visitare, anche qui sul blog. Grazie per la segnalazione!
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Se passi, fammi un fischio!
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Sicuro!
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