Oggi vi parlo di un artista che amo moltissimo, le cui opere mi emozionano, mi riempiono gli occhi e il cuore.

Azzorre, 2007

La pittura di Davide Benati è un inno alla natura, un omaggio alla sua potenza evocativa. Le sue tele sono come giardini rigogliosi, dove i colori si mescolano in un’armonia perfetta, creando effetti materici che invitano al tatto.

Burma, 2015

La ricerca dell’artista non dimentica la lezione della Pittura Analitica per il rilievo conferito alle componenti materiali del linguaggio pittorico come la superficie materica, il colore, il segno, esaltati nella loro potenza espressiva autonoma, per poi dar vita a un linguaggio personale, una sorta di “naturalismo concettuale” in cui le forme sono sempre riconducibili a suggestioni provenienti dal mondo naturale.

Oasi dell’acqua amara, 2013

Le ampie superfici, talvolta interrotte da improvvise esplosioni di luce, ci ricordano la forza vitale che anima ogni cosa. L’artista, attraverso una tecnica raffinata e colta, ci svela la complessità della realtà, la sua fragilità e la sua bellezza effimera. Le sue opere sono un invito a rallentare i ritmi frenetici della vita e a ritrovare un contatto più profondo con la natura e con noi stessi.

Aire, 2026

Fiori, steli e ampie superfici si intrecciano in una danza delicata, creando un equilibrio tra forma e vuoto, luce e ombra.

Encantadas, 2023

È un universo sospeso, dove il tempo sembra dilatarsi e le cose rivelano la loro natura più intima, sfumata e inafferrabile. Benati, con la sua maestria pittorica, ci ricorda che la bellezza risiede spesso nei dettagli più impalpabili, in quei frammenti di memoria che colorano il nostro immaginario.

Azzorre, 2018

Tra gli elementi che caratterizzano la sua tecnica c’è l’utilizzo dell’acquerello sulla carta nepalese  che l’artista utilizza da decenni (fogli fatti con piante macerate che accolgono il colore e ne esaltano la luce.

Soirèe, 2018

La biografia