Contro. Dieci storie minime di sport, di Paolo Patui, Bottega Errante Edizioni 2025, pp. 160

Calcio, tennis, canottaggio, ciclismo, boxe, basket: storie di sport raccontate dal basso. Un libro che mescola vicende che hanno segnato il nostro Paese e sfide che vanno oltre ad un risultato.

Sono le sfide, le partite, le gare di tutti i giorni quelle con cui hanno a che fare i personaggi di questi dieci racconti intenti a rincorrere una palla, colpire un punching ball, a pedalare ansando, a schiaffeggiare con i remi il corso di un fiume. Ragazze e ragazzi qualsiasi e quindi inevitabilmente alle prese con le proprie rabbie, le frustrazioni, le ambizioni che si srotolano lungo gli anni dell’Italia ingenua e bambina, stupita dinanzi alle immagini in bianco e nero del primo allunaggio, fino ad arrivare a quella più cinica e spaventata uscita dalla morsa del covid.
Combattono e lottano, si sfidano e si confrontano fino a scoprire che spesso il cinismo e la brutalità, la scorrettezza o la voglia di successo sono labili ed effimeri dinanzi a una sconfitta vissuta con la dignità di chi non si piega al pensiero dominante.

Nel suo libro Contro. Dieci storie minime di sport, Paolo Patui ci racconta uno sport diverso da quello che siamo abituati a vedere in tv, focalizzato sull’impresa, sull’agonismo estremo, sul superamento del limite. Non si concentra solo sulla competizione, ma anche su valori come la resistenza, l’amicizia e la capacità di accettare la sconfitta con dignità.

L’autore spiega di voler raccontare uno sport più autentico, fatto di persone comuni, di fatica e di legami veri. Uno sport in cui la sconfitta non è vista come un’umiliazione, ma come un’opportunità per imparare e crescere.

Patui sottolinea che non tutti possono essere atleti professionisti, ma questo non significa che lo sport sia meno importante o meno emozionante per chi lo pratica a livello amatoriale. Le sue storie sono storie di tutti i giorni, di persone che corrono, vanno in bicicletta, giocano a pallone con gli amici o che semplicemente si divertono a fare sport.

Le discipline sportive scelte dall’autore sono varie, alcune legate alle sue passioni personali come il calcio, il basket e il ciclismo, altre scelte per il gusto di sperimentare nuove forme di narrazione, come il canottaggio o i tornei di braccio di ferro.

Nel libro lo sport diventa uno strumento per interpretare i grandi eventi storici. L’autore sottolinea come sport e storia siano strettamente legati, facendo parte integrante delle vicende umane. Patui fa riferimento a momenti iconici come i pugni alzati di Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi del ’68 o la vittoria della Coppa Davis del Cile sotto la dittatura di Pinochet, per evidenziare come lo sport possa essere influenzato e, a sua volta, influenzare gli eventi storici.

Nel suo libro, le partite e le competizioni sportive si svolgono sullo sfondo di eventi significativi che hanno segnato la storia italiana, come il rapimento di Aldo Moro o il primo sbarco sulla Luna. In questo modo, Patui mostra come lo sport sia un riflesso dei cambiamenti sociali e culturali di un’epoca.

C’è il calcio, ma ci sono anche atletica, basket, canottaggio, boxe, tennis, ciclismo e perfino braccio di ferro. C’è Lupo, ma anche Spaccamontagne, Bruciaboschi, Lady Muscolo, Barbablù, il Negro e Chiquito dieci e lode. È citato Gustavo Thoeni, ma anche James Dean e Tony Manero, Gigi Meroni e Gianfranco Zigoni, Larry Bird e Adriano Panatta, George Foreman e Piero Pelù. Si narra di tiri da tre e ganci sinistri, ma anche di Aldo Moro e le Brigate Rosse, Dio e il Vangelo, poliziotti e G8, Po e Tupamaros. Si tratta di adolescenza e coscienza, e dunque anche di sentimenti e sogni, precipizi e redenzioni, complicità e amicizie, cioè sport e vita, lo sport come maestro di vita, la vita come teatro di sport.

Dalla prefazione di Marco Pastonesi

Qui potete leggere l’incipit.