Livio Frittella, giornalista RAI e voce del GR2, ha dimostrato una notevole versatilità nella sua produzione letteraria, esplorando diversi sottogeneri del giallo e della narrativa. Con Agnizione fatale, Frittella sembra consolidare la sua propensione per il giallo classico, il cosiddetto “whodunit”, il giallo deduttivo, che lo aveva già contraddistinto con Ingannevoli apparenze, diverso da I Misteri dello Zoopark, un giallo più umoristico e “bestiale”, così come da Ulyssex, un’incursione in un genere completamente diverso, forse più vicino alla fantascienza o a una narrazione allegorica, con un focus sul tema dell’erotismo e della satira sociale in un contesto galattico.
L’ambientazione di questo nuovo giallo su una nave da crociera, un mondo sospeso e isolato, richiama fortemente l’archetipo dell’enigma in un ambiente circoscritto, un po’ come i romanzi di Agatha Christie ambientati su treni o in villaggi remoti.
Agnizione fatale (edizioni LuoghInteriori 2025, pp. 242) ci imbarca sulla Ocean Empress per una traversata che si rivela ben presto un intricato mistero ad alta tensione. Fin dalle prime pagine, il romanzo immerge il lettore in un’atmosfera suggestiva: quella di una nave da crociera, microcosmo isolato e in movimento, dove le vite dei passeggeri si intrecciano inevitabilmente, e da cui non c’è scampo quando la tragedia colpisce. La Ocean non è una nave qualsiasi, ma il palcoscenico di una crociera letteraria, dettaglio che crea un’atmosfera culturalmente stimolante e, allo stesso tempo, un ambiente circoscritto dove le menti sono abituate a giocare con le parole e i concetti, rendendo l’apparizione di un vero mistero ancora più inquietante.
La sinossi promette un “labirinto di inganni e sospetti” e il romanzo mantiene appieno questa promessa. Al centro della vicenda troviamo Valerio Portenti (e se è vero che nomen omen…), un personaggio affascinante, un genio fuori dal comune che si trova a dover sbrogliare un caso di omicidio apparentemente impossibile. Non è un detective classico o un poliziotto di professione. La sua genialità – che lo rende eccezionale nel risolvere enigmi – è legata ad un incidente che non ha compromesso le sue capacità mentali, anzi, ne ha acuito le potenzialità. Viaggia accompagnato da Lorenza Valdi, non una figura di supporto, ma una psicologa incaricata di studiarne il comportamento proprio a causa dell’incidente. Questo la posiziona come un osservatore privilegiato, qualcuno che ha una profonda conoscenza della mente di Valerio, forse anche più di lui stesso. La sua presenza costante è funzionale sia alla trama investigativa sia allo sviluppo psicologico del protagonista.
Il cuore pulsante del mistero si manifesta durante la presentazione di un libro, un momento conviviale che si trasforma in preludio di tragedia: il ritrovamento di un passeggero senza vita nella cabina 8142, senza segni di violenza e con un’abbondanza di potenziali colpevoli. Ciò che rende questa morte eccezionale e terrificante è l’identità della vittima: si tratta di una persona che tutti credevano morta da tempo, il tristemente celebre “Aguzzino”.
Questo individuo non è un semplice passeggero, ma un assassino seriale e torturatore, un uomo spietato che per anni si è accanito contro le sue vittime. La sua ricomparsa sulla nave, con un volto alterato, e la sua successiva morte, trasformano il caso in qualcosa di molto più di un semplice omicidio. La vittima stessa porta con sé un carico enorme di passato criminale e vendetta, rendendo la ricerca del suo assassino un’impresa complessa e carica di implicazioni morali.
Gli appassionati di gialli e thriller apprezzeranno la trama ben congegnata e ricca di colpi di scena. Frittella sembra eccellere nel disseminare indizi e depistaggi, mantenendo alta la suspense fino all’ultimo. La presenza di troppi possibili colpevoli e il fatto che ogni passeggero sembra custodire un frammento di verità sono elementi che contribuiscono a creare un’avvincente gallery di personaggi, ognuno con i propri segreti e moventi inconfessabili. Questo approccio corale al mistero aggiunge profondità alla narrazione e invita il lettore a formulare le proprie ipotesi man mano che la storia progredisce.
Ottima la capacità dell’autore di costruire un’atmosfera claustrofobica e tesa, tipica degli “whodunit” ambientati in luoghi chiusi, amplificata qui dall’essere su una nave in mezzo al mare. L’abilità di Frittella nel tratteggiare le psicologie dei personaggi e nel rendere credibili le loro interazioni in un ambiente così peculiare è un altro aspetto molto apprezzabile. A complicare il tutto anche lo stile ricco della lingua, i rimandi letterari, i diversi formati della narrazione.
Il titolo del romanzo, Agnizione fatale, è di per sé un indizio potente e una chiave di lettura fondamentale per l’intera narrazione. La parola “agnizione”, come definito da Treccani, rimanda al “riconoscimento di persone che scoprono la loro identità fin allora sconosciuta”, elemento tipico del teatro classico e dei complessi intrecci narrativi. Nel contesto del romanzo di Livio Frittella, questa definizione acquisisce molteplici livelli di significato.
La rivelazione dell’identità della vittima: Il primo e più immediato livello di agnizione è proprio quello che innesca l’intero mistero. La vittima, ritrovata nella cabina 8142, si rivela essere “l’Aguzzino”, una figura che tutti credevano morta da tempo. Questo riconoscimento scioccante della sua vera identità è la prima “agnizione” e quella più “fatale”, poiché è la sua stessa ricomparsa a bordo della nave, e la sua successiva morte, a sigillare il destino di molti. È un’agnizione che non solo risolve un precedente enigma (la sua presunta morte), ma ne crea uno ben più grande. Ci sono poi le agnizioni dei personaggi: Man mano che Valerio Portenti indaga, i passeggeri della Ocean Empress saranno costretti a rivelare le loro vere identità, i loro segreti e i loro legami con l’Aguzzino o con il passato. Saranno agnizioni che sveleranno lati nascosti dei personaggi, portando alla luce dinamiche inattese e relazioni taciute.
Naturalmente, al culmine del romanzo, c’è l‘agnizione finale della verità.
L’aggettivo “fatale” nel titolo non si riferisce solo all’esito mortale della vicenda, ma anche alla ineluttabilità del riconoscimento. Una volta che la vera identità dell’Aguzzino viene scoperta, o una volta che un segreto viene rivelato, le conseguenze sono irreversibili. Il destino dei personaggi è legato a queste scoperte, e le agnizioni portano con sé un peso ineludibile, guidando gli eventi verso il loro inevitabile epilogo.
In sintesi, Agnizione fatale si presenta come un thriller avvincente e ben costruito, ideale per chi cerca una lettura che tenga col fiato sospeso. Se amate i misteri intricati, i personaggi complessi e le ambientazioni suggestive, il nuovo romanzo di Livio Frittella è sicuramente da aggiungere alla vostra lista.


Ma dai…Sono un’ascoltatrice di Radio2… Vedi che seconde vite possono avere le persone? 😃
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Infatti 👍🏻👍🏻👍🏻
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solo io leggendo la sinossi ho pensato ad Assassinio sull’orient express?
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Il genere è quello
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