La vita è un continuo andare e tornare, un’onda che ti porta via e poi ti riporta a riva, sempre diverso ma sempre lo stesso.
Sandro Veronesi è per me uno dei più grandi scrittori contemporanei; come Yates (in epoche diverse, in società diverse, d’accordo), racconta il mondo borghese, puntando l’attenzione sulla fragilità dei rapporti umani. Specialmente all’interno della famiglia. Della famiglia borghese.
Veronesi costruisce le sue opere (vedi anche Caos calmo) attorno ad un unico tema, la vita della borghesia italiana; lo fa con una scrittura perfetta, che utilizza diversi registri, con una struttura narrativa che, senza seguire un ordine cronologico, va componendosi attraverso un movimento centripeto. Una lente di ingrandimento attraverso cui vediamo particolari, percepiamo minimi scarti che però hanno un impatto prolungato nel tempo, e sono talvolta decisivi per mostrare le dinamiche, le ipocrisie, le fragilità, le felicità e le infelicità, i demoni, le illusioni.
Ne Il colibrì i temi, lo stile, l’intreccio e l’impianto narrativo, tutto, è perfettamente in equilibrio e armonizzato (continua…)
Il tempo è un inganno, ti fa credere che tutto passi, ma in realtà nulla scompare, si trasforma solo.

