Il mondo che chiama, di Douglas Bauer, Nutrimenti edizioni 2025, traduzione di Nicola Manuppelli, pp. 352

Aveva provato a fare diversamente – a essere lui a scegliere – ma il suo errore era stato dimenticare che sei sempre e solo un osservatore della tua esistenza. Inutile il tentativo di afferrarla: vivi alla sua mercé.

Douglas Bauer, con Il mondo che chiama, ci consegna un romanzo di rara intensità e delicatezza, una vera e propria ballata americana che risuona delle eco di un’epoca passata, eppure profondamente universale. Attraverso la storia di Earl Dunham, minatore votato al duro lavoro e al sollievo domenicale del baseball, Bauer tesse una trama di possibilità mancate, amori che stravolgono l’esistenza e la malinconia di ciò che si lascia alle spalle.

Il romanzo si dipana con una cadenza quasi poetica, richiamando alla mente la prosa misurata e compassionevole di Kent Haruf e la malinconia introspettiva di William Maxwell. Bauer ha l’abilità di dare voce ai silenzi, di rendere tangibili le speranze e le paure di un’America in trasformazione, che si muove tra l’ombra delle miniere di carbone e il fulgore dei campi da baseball. L’incontro di Earl con il mondo del baseball professionistico è solo un pretesto, un sentiero che lo allontana dalla fatica quotidiana, ma il vero fulcro del suo viaggio è l’amore per Emily Marchand. È lei, con la sua storia e la sua inequivocabile determinazione, a scuotere le certezze di Earl, a offrirgli una prospettiva di vita che va oltre la sopravvivenza.

A prima vista, potrebbe sembrare un semplice ritorno al passato, una celebrazione dei valori saldi di un’America che fu, seguendo il protagonista dalle miniere di carbone all’improbabile fortuna di un tour acrobatico con leggende come Babe Ruth e Lou Gehrig. Ma è qui che Bauer rivela la sua maestria. Il romanzo si dimostra sobriamente sovversivo nel suo esplorare il rapporto con le aspirazioni – sia come nazione che come individui – e il modo in cui l’amore, sia esso eros o caritas, continua a raggiungerci. Bauer possiede una meravigliosa capacità di celebrare “chi eravamo” senza perdere di vista tutti quei modi in cui non siamo riusciti a raggiungere ciò che speravamo di diventare.

Bauer ci chiama a esplorare un mondo vibrante, dove si intrecciano storie d’amore e le ineludibili sofferenze umane, le vicissitudini di una famiglia e le radici profonde del suo passato. L’autore, con uno sguardo che spazia dal microcosmo al macrocosmo, svela le dinamiche interiori ed esteriori con acuta intelligenza e una brillantezza narrativa. È proprio questa fusione di visioni che dona alla vicenda una risonanza profonda e una verità disarmante, rendendo il lettore testimone e partecipe di un’esperienza che è sia profondamente personale che universalmente condivisibile.

Ciò che gli venne in mente fu quella mattina a Chicago, quando aveva diciassette anni, il giorno in cui aveva preso la metropolitana sopraelevata e, guardando dal suo posto verso il caseggiato che stava passando, vide quel piccolo monello sporco, quel sognatore mezzo nudo che sembrava desiderare il mondo, in piedi al finestrino che salutava freneticamente il treno, ed Earl che ricambiava il saluto come se stesse salutando il suo gemello.

Il mondo che chiama è un’esplorazione della resilienza umana, della capacità di trovare la serenità anche quando i sogni si scontrano con la dura realtà. Il romanzo intreccia sapientemente la finzione con la storia, inserendo personaggi iconici del baseball come Babe Ruth e Lou Gehrig, e ambientando la narrazione in un’epoca segnata da eventi epocali come l’influenza spagnola. Questo connubio dona profondità e autenticità alla vicenda.

 Lo stile di Douglas Bauer è caratterizzato da una prosa attenta e misurata, che rifugge l’eccesso per concentrarsi sull’essenziale. Si evince una predilezione per la narrazione implicita, in cui la sottigliezza e la capacità di lasciare spazio all’immaginazione del lettore sono elementi chiave. Non a caso, tra le sue opere di saggistica figura The Stuff of Fiction: Advice on Craft, un manuale di scrittura che esplora proprio questi principi. Bauer è noto per la sua abilità nel creare personaggi complessi e profondi, spesso imperfetti ma sempre empatici, che si muovono in un contesto di realismo psicologico. Le sue descrizioni non sono mai ridondanti, ma efficaci nel dipingere atmosfere e stati d’animo.

Come scrittore e saggista americano, e docente, Bauer è rinomato per la sua capacità di raccontare con sensibilità e profondità la vita rurale americana. La sua scrittura è spesso descritta come “oscuro-poetica”, infusa di una “comprensione dura e tenera delle vite emotive di persone reali”. Questa capacità di cogliere le sfumature della psiche umana e di presentarle con onestà e senza giudizio è uno dei pilastri della sua poetica. Il suo approccio alla narrazione è anche influenzato dal suo essere, come ha dichiarato in alcune interviste, una persona “quietly observant” (silenziosamente osservatrice), un tratto spesso associato ai nativi del Midwest. Questa qualità si traduce in una capacità di assorbire l’ambiente circostante e le persone al suo interno, per poi conservare quella conoscenza e usarla nella sua narrativa con una chiarezza quasi fotografica, eppure intrisa di empatia. Non cerca di fornire risposte assolute, preferendo sollevare domande e invitare il lettore a riflettere sulla “variabile incognita” che sfugge al nostro controllo, sulla sottile linea tra libero arbitrio e destino.

Questo romanzo è una lettura ideale per chi apprezza le storie di formazione e di crescita personale, raccontate con un ritmo lento e meditativo. Se ami le narrazioni che esplorano le complessità delle relazioni umane e l’impatto delle scelte individuali sul corso di una vita, “Il mondo che chiama” saprà catturarti. È particolarmente consigliato a coloro che sono affascinati dalla storia americana dei primi del Novecento, dai suoi cambiamenti sociali e culturali, e a chi cerca un romanzo in grado di toccare le corde dell’anima, lasciando un senso di malinconia e, al contempo, di speranza. La prosa raffinata e l’atmosfera evocativa lo rendono perfetto per i lettori che cercano un’esperienza di lettura profonda e riflessiva, lontano dalla frenesia delle trame più incalzanti.

Douglas Bauer è uno scrittore, saggista e docente americano, noto per la sua capacità di raccontare con sensibilità e profondità la vita rurale americana. Ha scritto tre romanzi: DexterityThe Very Air e The Book of Famous IowansIl mondo che chiama è stato pubblicato nel novembre 2022. Oltre alla narrativa, Bauer ha pubblicato tre opere di saggistica: Prairie CityIowa: Three Seasons at HomeThe Stuff of Fiction: Advice on Craft; e What Happens Next?: Matters of Life and Death, che ha vinto il Pen/New England Award per la saggistica nel 2014.