Entra il fantasma, di Isabella Hammad, Marsilio 2025, traduzione di Maurizia Balmelli, pp. 416
Vincitore Premio The Bridge
Entra il fantasma è il secondo romanzo della scrittrice di origine palestinese Isabella Hammad, pubblicato in Italia da Marsilio Editori nella collana Romanzi e racconti; è un romanzo che, già a partire dalla sua trama, si colloca in uno spazio di tensione fertile: quello tra identità personale e collettiva, tra appartenenza e sradicamento, tra arte e politica. Seguendo il percorso di Sonia Nasir, attrice londinese che rientra nella terra d’origine della sua famiglia palestinese, Hammad costruisce una storia che non è mai lineare né pacificata, ma sempre abitata da contraddizioni.
Il ritorno a Haifa e l’incontro con Mariam e la sua compagnia teatrale trasformano Sonia da spettatrice passiva della propria vita a protagonista di un processo di riscoperta. Le prove di Amleto in Cisgiordania non sono solo un esercizio teatrale, ma un atto di resistenza culturale e politica, capace di dare voce a chi vive “al di là del muro”. L’opera shakespeariana diventa specchio e cassa di risonanza di un presente ferito, in cui la parola artistica assume una forza sovversiva e vitale.
Il teatro, con la messa in scena dell’Amleto, diventa il cuore simbolico e narrativo del romanzo: recitare Gertrude e Ofelia di fronte a un collettivo improvvisato e tutto al maschile non è solo un’esperienza professionale, ma un atto di consapevolezza. Sonia comprende gradualmente come l’arte possa trasformarsi in strumento di resistenza, dando voce a chi vive sotto occupazione e rivelando che identità e memoria non possono essere disgiunte dalla storia.
Sonia è un personaggio sfaccettato: reduce da un matrimonio fallito e da una relazione tossica, insoddisfatta della sua carriera artistica, appare inizialmente sospesa in un limbo di insicurezze. Il viaggio a Haifa per far visita alla sorella Haneen diventa così l’occasione non solo per ricucire un legame familiare, ma soprattutto per misurarsi con la propria identità rimossa. Accanto a lei spiccano due figure centrali: Haneen, radicata in Israele e incarnazione di un diverso modo di vivere le contraddizioni della diaspora, e Mariam, la regista carismatica che con il suo progetto teatrale in Cisgiordania trascina Sonia – quasi suo malgrado – in un percorso di riscoperta personale e politica.
Hammad riesce a tenere insieme due livelli di racconto: da un lato l’intimità di Sonia, con le sue fragilità, le disillusioni e il bisogno di rinascere; dall’altro il contesto più ampio e doloroso dell’occupazione israeliana, descritto non in astratto ma attraverso la concretezza della vita quotidiana, senza scivolare nella retorica. Ne emerge un romanzo che interroga il lettore sul senso dell’identità, sulla memoria familiare, sull’arte come strumento di resistenza e di ricomposizione del sé.
Se analizziamo i personaggi da un punto di vista funzionale all’impianto narrativo, possiamo dire che spiccano i tre profili femminili singoli, giustapposti al profilo collettivo.
Sonia, incarnazione del tema dell’identità frammentata e della diaspora, simboleggia il legame tra corpo, voce e ricerca di sé.
Haneen – figura razionale e stabile – rappresenta un altro modo di affrontare la diaspora: radicarsi nella realtà israeliana, pur conservando memoria delle origini.
Mariam – carismatica e determinata – rappresenta la dimensione collettiva e comunitaria dell’impegno artistico.
La compagnia teatrale è il collettivo, il veicolo per esplorare il rapporto tra arte e attualità socio-politica.
La famiglia è il legame col passato, le origini.
Con una scrittura limpida e intensa, Entra il fantasma è allo stesso tempo racconto di formazione, riflessione sull’esilio e sguardo coraggioso sulla Palestina di oggi. Un libro che lascia una traccia profonda e che conferma Isabella Hammad come una delle voci più interessanti della narrativa contemporanea
Per la complessità dei temi affrontati e la densità del contesto storico-culturale, Entra il fantasma è un libro che può appassionare chi ama la narrativa che unisce introspezione psicologica e impegno politico, ma anche chi è interessato al rapporto tra arte e società. È consigliato a lettori e lettrici che apprezzano i romanzi di formazione “adulti”, capaci di mostrare la crescita personale come un processo doloroso ma necessario, e a chi desidera un ritratto non stereotipato della Palestina contemporanea.
Temi principali:
Identità e appartenenza: il ritorno alle radici familiari e culturali dopo anni di vita in diaspora.· Rapporto tra arte e politica: il teatro come strumento di resistenza, di denuncia e di costruzione comunitaria.
Memoria familiare e diaspora: il legame con le origini e la tensione tra chi resta e chi parte.
Rinascita personale: la crisi esistenziale di Sonia e il suo percorso di ricostruzione interiore.
Condizione femminile: le difficoltà e i ruoli delle donne all’interno di un contesto patriarcale e in un progetto artistico dominato dagli uomini.
Conflitto israelo-palestinese: narrato non in chiave geopolitica astratta, ma attraverso la vita quotidiana e le conseguenze concrete dell’occupazione.
Sorellanza e legami familiari: la relazione complessa tra Sonia e Haneen, due percorsi opposti di adattamento e resistenza.
Il peso del passato: le estati infantili a Haifa come memoria fragile, che riaffiora e si trasforma.
Il corpo e la voce: il mestiere di attrice di Sonia come metafora della ricerca di una nuova sé.

Isabella Hammad, di origini palestinesi, è una delle voci più promettenti della letteratura contemporanea, riconosciuta da pubblicazioni come la rivista Granta e il New York Times. Il suo stile è descritto come elegante, lucido e capace di immergere il lettore nelle tensioni del presente.


sembra un testo molto importante
un po’ come Leggere Lolita a Teheran
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Un libro importante, che aiuta a capire, scritto molto bene.
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