INCIPIT
Quando un venerdì mattina il signor Schmidt si svegliò e non sentì il profumo del caffè, per prima cosa pensò che Barbara fosse morta nel sonno. Certo, l’idea era assurda – Barbara era sana come un cavallo – ma ancora più assurda sembrava la possibilità che stesse ancora dormendo. Non dormiva mai fino a tardi. Eppure, quando il signor Schmidt rotolò sull’altro fianco e vide che l’altra metà del letto era vuota, d’un tratto ritenne che l’ipotesi più probabile fosse che Barbara era morta mentre andava in cucina.
Si mise a sedere e infilò i piedi nelle pantofole. Le sue pinne nasali fremettero anelanti, percependo la mancanza dell’aroma familiare. Qualunque cosa fosse capitata a Barbara, se prima avesse fatto in tempo a mettere su il caffè, il profumo si sarebbe sprigionato su per le scale e avrebbe raggiunto comunque la camera da letto. Gli odori non si possono intrappolare. Il signor Schmidt si incamminò, sperando che non fosse caduta dalle scale. Probabilmente in quel caso il fracasso lo avrebbe svegliato. O forse no: Barbara era una donna leggiadra, lo era sempre stata.
Non fece tanta strada. Dalla porta semiaperta del bagno spuntava un ostacolo insolito. Il signor Schmidt si avvicinò, riconobbe il piede di Barbara, poi il resto. Stesa sulle piastrelle, lo guardava con un occhio solo, mentre la palpebra dell’altro si sollevava esitante, e comunque non del tutto.
«Walter» disse. «Dammi una mano».
Il signor Schmidt si chinò sulla moglie e cercò di tirarla su. Barbara gemette e lo respinse, cosa che a lui parve davvero insensata, considerando che gli aveva appena chiesto di aiutarla. Lei si girò su un fianco, puntò a terra le mani e ingaggiò una lotta disperata contro la gravità. Il signor Schmidt la prese da sotto le ascelle e la sollevò. Si mise un braccio della moglie attorno al collo, un passo alla volta la riportò a letto e adagiò sul materasso le sue gambe incredibilmente pesanti. I piedi erano ancora infilati nelle pantofole in feltro, lui gliele tolse e le dispose affiancate sullo scendiletto.
«Il caffè» sussurrò Barbara.
«Non importa» disse il signor Schmidt. «Ne faccio a meno».
«Ma io no» ribatté Barbara.
Non se l’aspettava.
Alina Bronsky

