Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Blizzard

INCIPIT

Bess

L’ho perso. Ho lasciato la sua mano per riallacciarmi le stringhe, ancora un attimo e sarei rimasta scalza, e non era proprio il momento di cadere. Maledette stringhe. Eppure avrei giurato di aver fatto un doppio nodo prima di uscire. Se Benedict fosse stato lì, mi avrebbe detto che non sono abbastanza attenta, e avrebbe aggiunto che non faccio mai le cose come si deve, ossia come le fa lui. A sentirlo, c’è un unico modo di farle. È buffo. Di modi di fare le cose ce ne sono tanti quanti sono gli abitanti del pianeta, ma probabilmente pensare che lui «sa» lo rassicura. Insomma, per quanto tempo avrò lasciato la sua mano? Un minuto? Forse due? Quando mi sono rialzata, non c’era più. Ho steso le braccia intorno a me per cercare di toccarlo, l’ho chiamato, ho gridato quanto ho potuto, ma mi ha risposto soltanto l’urlo del vento. Avevo già la bocca piena di neve, e mi girava la testa. L’ho perso, e non sarei mai potuta rientrare. Non avrebbe capito, non ha in mano tutte le carte per sapere a che gioco stiamo giocando. Se avesse fatto le domande giuste, se io gli avessi dato risposte vere, non me lo avrebbe mai affidato. Ha preferito tacere, coltivare l’illusione, convincersi che io ero capace di fare quello che lui mi chiedeva. E invece, in questa terra di desolazione che trasuda infelicità, sto per aggravare la sua pena, per aggiungere al quadro la mia pennellata personale. Viene da pensare che sia più forte di me.

Marie Vingtras

Recensione