Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Cane e contrabbasso

INCIPIT

I
LA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO
Kovin, marzo 2016

L’inverno aveva portato tanto ghiaccio sulla superficie del Danubio che dopo il passaggio dei rompighiaccio ungheresi faceva pensare alla muta di un serpente: lungo le crepe prorompeva acqua verde scura, schiumeggiante sulla fiancata della motovedetta dalla cui prua io e il mio accompagnatore Bradar osservavamo silenziosi il fiume che si apriva in un ampio solco. Ai margini galleggiavano mucchi di frammenti di ghiaccio. Su uno mi era parso di vedere figure umane in movimento appoggiate precariamente a pali di gran lunga superiori alla loro altezza. Sulle rive dietro fremevano i boschi innevati e il cielo che a momenti sembrava essersi adagiato sopra. Ogni tanto il motore della barca ronzava versando nel fiume due getti d’acqua come fosse il ventre di una balena, mentre la prua s’impennava cavalcando i banchi di ghiaccio ancora intatti. Dopo ogni sgradevole scricchiolio del ghiaccio, la motovedetta s’immergeva fino al livello del pescaggio per poi riprendere la navigazione verso le rive di Kovin dove, a detta di Brdar, ci aspettava un’auto di servizio. Era da Belgrado che, appoggiato alla recinzione di funi rigide, non aveva smesso di fumare. Dall’espressione contratta del suo viso si percepiva quanto fosse difficile per lui questo viaggio. Era un tipo con i piedi per terra a cui ogni barcollamento spostava il centro di gravità nello stomaco. Di tipi del genere ne avevo visti parecchi sulle navi della Marina militare jugoslava, quando non presagivo ancora che un giorno quel camminare sulla prua inquieta sarebbe diventata la mia occupazione principale.
A pensarci bene, muoversi sulla prua e suonare jazz hanno molto in comune. La modalità e la tonalità non sono mai le stesse.

Saša Ilić

Recensione