Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

La piccinina

INCIPIT

PROLOGO

Non mi vorrà più bene.
Mi ha guardata come si fa con quelle castagne che una volta cotte non si aprono e quindi non si possono mangiare.
Ho rovinato tutto. L’unica figlia femmina non ha saputo renderlo orgoglioso.
Aspettavo da tanto quel momento. Avevo imparato la poesia a memoria, l’avevo ripetuta cento volte davanti allo specchio e una anche davanti a lui. Ma quando la mamma mi ha fatto alzare da tavola e salire sulla sedia, per recitarla a tutti i suoi amici che mi fissavano, le parole non sono volute uscire. Io e le parole non saremo mai amiche. Ci ho provato, ma ho balbettato solo un «Mi-mi-mi» inutile. I miei fratelli hanno riso di me.
Da ieri sera il papà non mi parla, ha mormorato che non era importante, ma io lo so che mente. Oggi è uscito con Roberto e Franco. Io mi sono rifugiata qui.
La mamma ha detto di avvolgere nella velina le saponette, così non si rovinano.
Mi piace aiutarla. Produce le saponette per tutto il quartiere, per la signora Natalia e per la moglie del dottore, che è venuta a visitare mio fratello e che a volte mi regala una caramella.
Le saponette sono tutte colorate, fatte con il sego di bue e l’olio d’oliva. Amo quando la mamma mi passa la saponetta muschiata color cenere mentre sono nella tinozza e mi sposto avanti e indietro per far muovere l’acqua.
Ma succede di rado. Il papà dice che siamo così poveri da non poterci permettere neanche di fare il bagno ogni due settimane. La mia amica Lisa si può lavare quando vuole. Quindi lei deve essere meno povera di me.
Ha anche una bambola, una vera, non fatta di stracci.
Io invece ho questo manichino. L’ho chiamato Rosa, come il mio colore preferito. È più alto di me, ma con lo sgabello arrivo a chiudere l’ultimo bottone della camicia che indossa.
La mamma lo usa spesso nei giorni feriali, per provare le sue creazioni. Lei non fa solo saponette, è anche una bravissima sarta e mi ha detto che un giorno anch’io potrò vendere i suoi vestiti alle signore che li chiederanno.

Silvia Montemurro

Recensione