INCIPIT
Non ci ricordiamo delle prime immagini e delle prime imprese della vita: del latte materno, delle sbarre del lettino e della giostrina che si muove magicamente da sola, di quando ci giriamo, e, non riuscendo più a rigirarci, piangiamo finché qualcuno non viene in nostro aiuto, di quando poi gettiamo le gambette di lato, ci giriamo e rigiriamo da soli, il primo movimento della nostra vita che rivela una solida padronanza corporea, di cui siamo immensamente orgogliosi, come quando ci tiriamo su nel lettino, nel letto dei nostri genitori, sul pavimento, o la prima volta che riusciamo a stare in piedi, appoggiati al muro, il secondo movimento che rivela una padronanza corporea di cui siamo immensamente orgogliosi, di quando lanciamo i giocattoli dal lettino, riconosciamo mamma e papà, stringiamo bambolotti che ci dicono “sei mio amico”, “cuooooore”, “se sei felice batti le mani”, di quando ci rendiamo conto che piangere ha i suoi vantaggi, dell’affascinante interruttore che accende e spegne la luce, del mondo variegato di pulsanti che ci circondano, del mondo in cui gli aerei volano nel cielo, ed esistono le prese di corrente, la carta si strappa, la stampante sputa la carta, il cassetto si apre e si chiude, e ci sono cassetti ovunque, del fatto che possiamo accendere la tv, chiamare l’ascensore, premere i tasti del telefono e del computer e del telecomando, del primo contatto che abbiamo con il cellulare, magnifico, da cui esce la musica, e di quando una caduta libera senza appigli si trasforma con il tempo in camminata e si perfeziona, un’azione che tutti incoraggiano e adorano e applaudono.
Marcelo Rubens Paiva

