E così ci siamo lasciati alle spalle anche luglio… già mi viene l’ansia, pensando che un bel pezzo dell’estate è già finito. Va bene, è vero, c’è ancora tutto agosto, poi arriverà settembre, uno dei miei mesi preferiti, ma non lo so, mi sembra che abbiamo fatto il giro di boa, e si va verso il traguardo. Meno male che ci sono i libri, questi fantastici mondi virtuali che ci trasportano ovunque la nostra fantasia, la nostra curiosità e i nostri desideri vogliono andare.
Come sapete amo molto Cesare Pavese, e allora, prima di passare ai libri letti a luglio, voglio condividere una delle sue poesie che più amo, una delle tre dedicate a Fernanda Pivano, tutte raccolte in “Lavorare stanca”.
Se volete approfondire, vi rimando al post che avevo dedicato a questo amore, non corrisposto – e non l’unico .. – sfociato in una amicizia.

Estate

C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.

Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.

Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.

“Tu muovi il capo / come intorno accadesse un prodigio d’aria / e il prodigio sei tu.” : come si sarà sentita la Nanda a leggere questi versi? Tipo, come Beatrice, o Laura… per dire…

Bene, e dopo questi versi immortali, che ogni volta mi commuovono, veniamo alle letture che mi hanno tenuto compagnia nel mese di luglio. Ho letto tre raccolte di racconti, un tipo di narrazione che trovo molto congeniale in questo periodo, un libro di ritratti di grandi autori e autrici dal punto di vista del luogo in cui amano scrivere, e cinque romanzi. Ho “viaggiato” molto in Italia, ma ho anche puntato verso il Sudafrica, il Medio Oriente, la Russia, la Germania e la Finlandia. Insomma, viaggiare con i libri è fantastico!

Antje Rávik Strubel, Donna blu

Alex Johnson, Una stanza tutta per sé. Dove scrivono i grandi scrittori

Maria Letizia Grossi, Stelle nere

Francesca Cerutti, Pretendi un amore che non pretende niente

Karen Jennings, Un’isola

Sandro Veronesi, Il colibrì

Annalisa Bruni: racconti

Sergej Lebedev, Il veleno perfetto

E ora viene il bello… La decisione non è mai facile, ormai lo so. Probabilmente molti di voi non condivideranno la mia scelta (lo abbiamo letto nei commenti sul post) ma il libro che più mi ha emozionato, che ho “sentito” e mi ha fatto riflettere è Il colibrì di Sandro Veronesi, letto di getto e riletto con calma, ponderando molti aspetti (stile, trama, sviluppo dei personaggi, luoghi di ambientazione ecc).

Sandro Veronesi come Richard Yates (in epoche diverse, in società diverse, d’accordo, ma con la stessa bravura), racconta il mondo borghese, puntando l’attenzione sulla fragilità dei rapporti umani. Specialmente all’interno della famiglia. Della famiglia borghese.
Veronesi costruisce le sue opere (vedi anche Caos calmo) attorno ad un unico tema, la vita della borghesia italiana; lo fa con una scrittura perfetta, che utilizza diversi registri, con una struttura narrativa che, senza seguire un ordine cronologico, va componendosi attraverso un movimento centripeto. Una lente di ingrandimento attraverso cui vediamo particolari, percepiamo minimi scarti che però hanno un impatto prolungato nel tempo, e sono talvolta decisivi per mostrare le dinamiche, le ipocrisie, le fragilità, le felicità e le infelicità, i demoni, le illusioni.

E voi cosa avete letto a Luglio? Qual è il vostro libro del mese?